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La svolta "ittica"

Post n°547 pubblicato il 24 Novembre 2019 da carlopicone1960
 
Foto di carlopicone1960

Negli ultimi giorni stiamo assistendo a un fatto assai singolare. Un movimento apartitico, ma dichiaratamente antisalviniano, sta riempendo le piazze delle maggiori città italiane. Nato in maniera del tutto autodiretta, grazie al passaparola ma soprattutto al tam tam della Rete, dei social - Facebook in particolare - che hanno esteso a migliaia di persone il significativo momento di autorganizzazione, le “Sardine”, ideate da un manipolo di giovani di Bologna, stanno adesso allargandosi pure al Meridione, dopo aver marcato con la loro folta presenza le piazze di alcune città dell’Emilia Romagna. In verità il loro debutto a Sorrento non ha riscosso i numeri altisonanti di Bologna e Modena, non andando oltre i trecento manifestanti. Tuttavia, l’esito interlocutorio della prima al Sud è comprensibile, se si pensa ai risultati della campagna salviniana in quello che prima era l’odiato Mezzogiorno, con i tanti sindaci - gli ultimi, proprio quelli di Sorrento e Positano - che improvvisamente si sono scoperti leghisti e quindi, per statuto, antimeridionali. 

Ora, però, almeno da queste parti, si sta palesando un fenomeno collaterale all’entusiasmo progressista che anima le giovani “Sardine”: il tentativo d’ingresso tra le fila del movimento, per costituzione di sinistra e anti-Salvini, da parte di diversi esponenti già passati attraverso la militanza democristiana o quantomeno democrat dissidente, i partiti di sinistra o di estrema sinistra, ed i neo-qualunquisti dei Cinquestelle, causando una confusione di ruoli dentro l’interessante aggregazione di popolo rappresentata dal neonato movimento. A leggere, infatti, le prime adesioni irpine alla manifestazione che si terrà domenica 1 dicembre ad Avellino, si scorgono professionisti della politica, amministratori a caccia di voti alle prossime elezioni regionali e, addirittura, si vocifera, lo stesso primo cittadino, pd-non-pd, Gianluca Festa, oltre che l’ex primo cittadino del M5s, Vincenzo Ciampi. Per un’accolita che di certo non farà bene al destino delle “Sardine irpine”. Una “fravaglia” indiscriminata, non proprio in linea con il senso a-partitico che gli organizzatori emiliani stanno cercando di dare al loro sommovimento di popolo. Prim’ancora di capire la pars construens della “dimensione ittica” che sembra prendere la politica italiana, al momento rivolta esclusivamente contro Salvini e ciò che comporta il “salvinismo”: razzismo, intolleranza, autoritarismo e bugie varie sul piano comunicativo; non vorremmo che, qui ad Avellino, le “Sardine” si trasformino subito nel rifugio di politici delusi, disposti a giocarsi la carta del giovanilismo per ricostruirsi un’immagine soddisfacente. Lasciamo che siano proprio i giovani e solo loro a ritrovarsi, liberamente, intorno ad ideali di progresso, senza cadere nel restyling di formazioni politiche in crisi di consensi. Magari pure in compagnia di qualche anziano, ma che, almeno, non sia già sputtanato.

 

Del resto, il movimento che, tra una citazione di Lucio Dalla e una di Enrico Berlinguer, ha preso vita portando quindicimila persone in Piazza Grande a Bologna, nel primo appuntamento di giovedì 14 novembre, mentre Salvini assemblava le sue truppe al non troppo distante PalaDozza, e annunciava: “Saremo così tanti da stare stretti stretti come sardine” (ecco la spiegazione della loro denominazione), replicando, sotto la pioggia battente, con altre settemila adesioni a Modena, fino all’ultimo flash bob, dopo la “prima” di Sorrento, a Reggio Emilia, dove si sono radunate altre novemila “sardine”; pur riscuotendo l’entusiastico sostegno della nomenclatura del Partito democratico, vuol tenersi fuori da progetti partitici. Preferisce i canali mediatici, annunziando una prossima Rete nazionale, che ne tenga insieme le fila. Intanto, il calendario degli appuntamenti è già fitto: Rimini, Parma, Genova, Firenze, Napoli, Milano e Avellino (1 dicembre), Palermo, le prossime città dove scenderanno in piazza. Andrea Garreffa, Mattia Sartori, Roberto Morotti, Giulia Trappoloni, e poi Debora Del Muro, Jamal Hussein, Samar Zaoui, Bernard Dika, Michele Esposito, Antonella Cerciello, Claudio Petrozzelli (per l’Irpinia) i primi organizzatori nonché portavoce delle “Sardine”. Quelli che, tramite Facebook e WhatsApp, stanno scuotendo il Paese dal torpore di una politica inefficiente, schiacciata sulle vorticose giravolte di “grillini” e democratici, mentre la “Bestia” leghista ha ripreso a martellare l’elettorato, in vista del prossimo appuntamento delle amministrative in Emilia-Romagna e successivamente in Campania. La loro mobilitazione, pur mostrando l’esigenza di essere implementata di contenuti e proposte, costituisce, nell’attuale deserto della politica italiana, un segnale oltremodo significativo. L’occasione per riscattarsi dall’essersi consegnati inermi alla Lega, procacciatrice di odio. Poco importa se tornano alla memoria esperienze come la “Pantera”, i “Girotondi”, lo stesso Movimento Cinque Stelle delle origini, oppure “Podemos” in Spagna. Qualcosa si sta muovendo e non ci resta che partecipare.     

 
 
 
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