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LIBIA: 40 MORTI, POLIZIOTTI IMPICCATI

Post n°941 pubblicato il 23 Febbraio 2011 da ponte.mammolo

La situazione in Libia si aggrava di ora in ora. Soltanto nella giornata di venerdì, sarebbero 27 i morti nelle proteste anti-Gheddafi scoppiate nell'est del Paese. Nel dettaglio, le vittime sarebbero 20 a Bengasi, dove è anche stata incendiata la sede della radio, e 7 a Derna. A riferirlo è stata l'edizione online del quotidiano Oea, vicino a Seif al-Islam, uno dei figli del colonnello. Inoltre, ha riferito sempre Oea, due poliziotti sono stati impiccati durante le proteste a Beida, città che secondo due diverse organizzazioni dell'opposizione in esilio sarebbe ormai stata presa dai manifestanti. Dall'inizio delle proteste, secondo un conteggio effettuato da diverse fonti locali, i morti sarebbero almeno 41.
OBAMA CONDANNA LA REPRESSIONE - Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha riservato pesanti parole di condanna nei confronti delle repressioni violente contro le manifestazioni in Medio Oriente e in Nordafrica. "Sono profondamente preoccupato dalle notizie delle violenze in Bahrein Libia e Yemen", ha spiegato Obama in un comunicato. "Gli Stati Uniti condannano l'uso della violenza da parte dei governi nei confronti dei pacifici manifestanti di questi paesi".
LIBIA, IL RUGGITO DEL REGIME - I Comitati rivoluzionari libici, pilastro del potere di Muammar Gheddafi, hanno minacciato "una risposta affilata e violenta" agli "avventurieri" che manifestano contro il regime. "La risposta del popolo e delle forze rivoluzionarie a questi gruppuscoli sarà affilata e violenta", hanno avvertito in un comunicato sul giornale Azzahf Al-Akhdar (Marcia verde).  "Il potere del popolo, la Giamahiria (governo delle masse ndr), la Rivoluzione e il leader sono tutte linee rosse e chi cerca di superarle o di avvicinarle gioca con il fuoco e compie un suicidio". Il monito è arrivato mentre giungevano dati contraddittori sul bilancio delle violenze nella Giornata della Collera contro il regime libico.
CADAVERI MOSTRATI IN STRADA - La Cnn, citando un portavoce dell’opposizione, ha riferito che i cadaveri di 14 manifestanti uccisi nella giornata sono stati mostrati in strada dai dimostranti. Testimoni hanno riferito che tredici vittime sono state sepolte nel cimitero cittadino di Hawari. Durante le concitate fasi dei funerali sarebbero stati dati alle fiamme alcuni edifici governativi.  A Tripoli intanto sono proseguiti cortei e raduni a favore di Gheddafi: la televisione di Stato ne ha trasmesso in continuazione riprese filmate, sormontate dalla scritta 'In Diretta'. Una delle immagini mostrava una moltitudine inneggiante padre della Rivoluzione Verde.

 
 
 

IN EGITTO ANCORA 2 MILIONI DI PERSONE IN PIAZZA

Post n°940 pubblicato il 23 Febbraio 2011 da ponte.mammolo

L'Egitto scende ancora in piazza, ma stavolta per festeggiare. A una settimana dalle dimissioni di Hosni Mubarak, 2 milioni di persone stanno affollando piazza Tahrir,  al Cairo, per celebrare la vittoria della rivolta in quello che è stato ribattezzato il 'Venerdì del trionfo'.
IL RITORNO DI QARADAWI - manifestanti sono in attesa di sentire il sermone della preghiera del venerdì che terrà in piazza lo sceicco Yusuf Qaradawi.  Si tratta del suo primo sermone in patria degli ultimi 30 anni durante  i quali il passato regime gli ha proibito di parlare in pubblico,  costringendolo all’esilio a Doha.

 
 
 

CRESCE L'INFLAZIONE, PESANO ENERGETICI E PETROLIO CONTINUA LA SUA CORSA

Post n°939 pubblicato il 23 Febbraio 2011 da ponte.mammolo

A gennaio 2011 cresce l'inflazione, balzata del 2,1% su base annua e dell'1,9% dal dicembre 2010. La rilevazione è la più alta da dicembre 2008, e viene confermata dall'Istat, che spiega come sul rialzo dei prezzi pesino le tensioni sui beni energetici non regolamentati  e sugli alimentari non lavorati. Su base mensile i prezzi al consumo sono cresciuti dello 0,4 per cento.
GLI ENERGETICI - Anche il carrello della spesa ha fatto registrare una salita dei prezzi superiore alla media. Per il gruppo dei prodotti acquistati con maggiore frequenza - dal cibo ai carburanti - la crescita è stata del 2,7% su base annua, contro il tasso di inflazione al 2,1 per cento. Sull'accelerazioni di gennaio, come detto, pesano i prezzi degli energetici: la benzina è aumentata dell'11,3% su base annua (+9,9% a dicembre) e del 3,5% su base mensile.
LA CORSA DEL GREGGIO - Contestualmente, non si arresta la corsa del petrolio sui mercati internazionali, favorita dalle rivolte nei Paesi del nordafrica e in Libia, tra i principali produttori mondiali. Sui mercati asiatici, il greggio con consegna ad aprile oggi è schizzato di 66 centesimi (+0,7%) a 96,08 dollari, corso record da ben 28 mesi. Balzo anche per il petrolio europeo, che raggiunge i massimi dal 22 settembre 2008 a 105,78 dollari al barile.
LA SODDISFAZIONE DI LETTA - Sugli ultimi dati riguardo inflazione e produzione industriale è intervenuto anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giann Letta, parlando dagli Stati generali di Roma Capitale. Il braccio destro di Berlusconi ha infatti sottolineato che le rilevazioni Istat sono "un segnale positivo". "L'inflazione aumenta ma la produzione cresce - ha osservato - è un segnale che mi piace offrire agli Stati generali come auspicio di successo".

 
 
 

ARRIVA L'OK DEL SENATO PER IL FEDERALISMO MUNICPALE

Post n°938 pubblicato il 23 Febbraio 2011 da ponte.mammolo

Fidarsi di Fli sulla questione del federalismo municipale? Secondo Umberto Bossi è meglio di no. Il ministro delle Riforme ha spiegato che, nonostante la maggioranza più solida alla Camera, il governo potrebbe chiedere ugualmente la fiducia sul decreto. Di questo si discuterà in un Cdm previsto nel pomeriggio di mercoledì. "Il problema - ha dichiarato - è che i finiani ci hanno chiesto delle cose che noi abbiamo recepito, ma poi qui al Senato hanno votato un pò con la sinistra...". Quindi, non si fida di Fli alla Camera? "Non tanto" ha risposto.
FEDERALISMO IN TASCA - Nonostante la stilettata ai finiani, Bossi non ha perso il buonumore nel giorno del via libera al decreto attuativo del federalismo municipale: "Me la sento già in tasca", ha detto, riferendosi alla riforma complessiva. Bossi ha inoltre aggiunto che le voci sull'aumento della corruzione con il nuovo sistema sarebbero solo "stupidaggini".

 
 
 

BOSSI TUONA ALL'ONU: "I PROFUGHI VADANO IN GERMANIA"

Post n°937 pubblicato il 23 Febbraio 2011 da ponte.mammolo

Umberto Bossi risponde ai cronisti di Montecitorio che lo incalzano sull'emergenza in Libia, che potrebbe tradursi in un consistente aumento del flusso di immigrati verso le coste italiane. "Intanto", ha sottolineato il leader leghista, "non sono arrivati. Speriamo che non arrivino. Se arrivano li mandiamo in Germania o in Francia..." ha chiosato il Senatùr. I giornalisti hanno poi chiesto quale sarà la posizione dell'esecutivo italiano di fronte alla crisi di Tripoli: "Aspettiamo ordini dall'Europa", ha tagliato corto.
SUL GOVERNO - Bossi ha poi dedicato qualche battuata sull'attività del governo. In cima ai suoi pensieri c'è ancora la festa del 17 marzo per l'Unità d'Italia: "Costa tantissimo", ha ribadito, "ma sulle divisioni nel governo ci penseremo dopo il federalismo". Per varare la riforma federale, alla maggioranza potrebbe servire un ulteriore allargamento in Parlamento. Sull'ipotesi che i numeri crescano, il Senatùr si è mostrato possibilista: "Pare di sì. Vedremo in Aula".
L'APPELLO DELL'ONU - Il leader della Lega Nord ha anche indirettamente risposto all'appello lanciato dall'Onu affinché non vengano respinte le persone in fuga dagli scontri. Melissa Fleming, la portavoce dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati dell'Acnur, ha dichiarato che l'Italia è tra i Paesi che "più probabilmente riceveranno un afflusso di persone in fuga dalla Libia", tra le quali cittadini libici e profughi di altre nazioni. Il messaggio è semplice: "Per favore, non respingeteli. E' il momento di mostrare spirito umanitario e generosità verso gente che ha subito un forte trauma", ha concluso la Fleming.
FRATTINI: "RISCHIO IMMIGRAZIONE EPOCALE" - Sul rischio immigrazione si è espresso anche il ministro degli Esteri, Franco Frattini, che in una conferenza stampa al Cairo seguita all'incontro con il segretario generale della Lega Araba, ha dichiarato: "Siamo molto preoccupati per il rischio di una guerra civile e per i rischi di un'immigrazione verso l'Unione Europea di dimensioni epocali". Il ministro già lo scorso lunedì si era detto "molto preoccupato circa le ipotesi che stanno emergendo di un emirato islamico a Bengasi", la seconda città della Libia per dimensioni. Frattini ha dunque affermato che l'Unione Europea "non deve interferire nei processi di transizione in corso nel mondo arabo cercando di esportare il proprio modello di democrazia".
NAPOLITANO: "ASCOLTARE IL POPOLO LIBICO" - Parole sull'emergenza in Libia le ha spese anche il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha dichiarato di seguire "con attenzione le drammatiche notizie provenienti" dal Paese, e attraverso un comunicato ha chiesto che si ascolti il popolo e si fermino le violenze. Il Capo dello Stato ha sottolineato "come alle legittime richieste di riforme e di maggiore democrazia che giungono dalla popolazione libica vada data una risposta nel quadro di un dialogo tra le differenti componenti della società civile libica e le autorità del Paese che miri a garantire il diritto di libera espressione della volontà popolare". Nel frattempo, l'esecutivo italiano sta predisponendo i mezzi per evacuare i connazionali presenti nel Paese del rais Muammar Gheddafi.

 
 
 

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