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"Solo la penombra permette di ammirare la beltà..." J.Tanizaki

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GEMMA

Post n°127 pubblicato il 18 Febbraio 2022 da angi137
 

 

Quasi di sicuro non avrete sentito parlare di me. O forse solo di sfuggita.

Non sono mai stata cantata dai poeti, non ero fra le bellezze di Firenze: non brutta, no, ma una bambina come tante, una donna come tante, che si è sposata, che ha fatto figli, che ha lottato per mantenerli mentre il marito era lontano.

Non ho mai avuto scelta, anche in questo non diversa da tanti altri come me.

Eravamo promessi fin da bambini, sapete: avevamo dodici anni e il matrimonio ci pareva un bel gioco da fare. Ci misero insieme come cavalli da accoppiare per ottenere puledri di buona razza, e noi diligentemente, quando fu tempo, facemmo il nostro dovere. Poi si sa, gli uomini se ne vanno fuori a combattere, le donne restano a combattere dentro... E Dio sa se non ho combattuto. Per avere un tetto sopra la testa, per dare da mangiare ai miei figli, a chiedere e implorare da uno e dall'altro quello che mi spettava, a invecchiare qui, in questa città ostile, a vedere anche Giovanni e Pietro e Jacopo andare via perché il loro padre non poteva piegarsi alla vergogna di tornare sconfitto, di chiedere, da innocente, il perdono. E poi anche Antonia mi ha lasciato, perché non c'era più nulla qui per lei.

Adesso vi chiedo: è giusto? È giusto che un uomo sacrifichi, oltre a se stesso, anche i suoi figli? Per quanto santa sia l'idea, vi chiedo, è giusto? E che città è, che paese è quello in cui si deve piegare la testa all'ingiustizia per conservare vivi coloro che amiamo?

Politica! Una cosa da uomini, dicono che le donne hanno altro da fare... Chissà, se le donne comandassero la città, farebbero forse le stesse cose? Forse non manderebbero via i figli delle altre e i loro mariti, o forse invece lo farebbero. Il potere è una droga dolce.

Lui non ha mai parlato di me... ero solo una moglie. In quel gioco francese dell'amore che tanto divertiva i giovanotti di Firenze, le mogli di cui parlare erano sempre quelle degli altri. È stata un'altra la donna che l'ha portato in Paradiso. Una donna giovane e bella... chissà, se fosse diventata vecchia come me, grassa e bianca di capelli, e stanca delle cure della casa e dei figli... chissà se ancora l'avrebbe messa là come una santa, in quel giardino profumato di rose. Perché è facile cantare dell'amore quando hai una fanciulla davanti agli occhi: la carne liscia e tenera, il rossore delle guance, i bei capelli folti e luminosi. Ma chi canta l'amore per una vecchia moglie che come un cavallo da tiro è sempre andata avanti? Io ero una scodella di zuppa, un letto caldo, una camicia comoda. Se c'era dell'altro non me l'ha mai detto, forse solo per pudore, o forse solo perché non c'era niente, niente da dire.

Per questo sono felice di essere solo un'ombra. C'è una consolazione anche nell'essere dimenticati. C'è una consolazione nello stare così davanti a Dio, nell'umile niente che si è, e sapere che Egli ama ugualmente il genio di Dante e il caparbio niente di Gemma.

 

 

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Mr.Loto il 19/02/22 alle 12:00 via WEB
Qui sulla terra tutto finisce e sono sicuro che verremo giudicati su quello che abbiamo fatto, sull'amore in particolare che è la cosa più importante. Non è quello che finisce che ci deve spaventare ma piuttosto quello che non ha fine. Sant'Agostino scriveva: " Non preoccuparti del modo in cui dovrai morire, preoccupati piuttosto del posto in cui, morendo dovrai andare," Sono sicuro che tutti i sacrifici e le sofferenze di questa vita non andranno perduti ..... Un saluto
 
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