Creato da profumo_di_caffe il 14/01/2007
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Messaggi del 07/10/2012
(Tu che m'hai preso il cuor)
Tutto il mondo conosce, e canta, Tu che m'hai preso il cuor la celebre romanza di questa famosissima operetta nel cui titolo, Il Paese del Sorriso, si legge già il filo conduttore dell'intera operetta: un mondo dove tutto è allegro e sorridente, dove ogni cosa è deliziosa, dove tutto è tenuto insieme dal piacere: il piacere della musica, il piacere della danza, il piacere dell'amore e dei sentimenti. Ne Il Paese del Sorriso il sentimento legherà una giovane ragazza viennese ad un principe cinese in un turbinio di situazioni e ambientazioni dove l'eleganza europea si alterna allo sfavillante esotismo della Cina de L'Ultimo Imperatore. Così come ai sentimenti veri dei due romantici protagonisti si alternano le allegre e sorridenti amenità degli altri buffi personaggi. Lehár nello spartito de Il Paese del Sorriso ha scritto alcune fra le sue pagine migliori che, come ne La Vedova Allegra, hanno sempre un afflato molto suggestivo e accattivante per arrivare a Tu che m'hai preso il cuor in cui si avverte la consapevolezza di portare il pubblico all'entusiasmo.
Vienna 1910. La giovane e bella Lisa è corteggiata un po' da tutti i migliori partiti di Vienna, compreso il conte Gusti, suo grande amico e confidente. Lisa però è attratta da tutto ciò che è esotico e quindi rimane affascinata quando alla sua festa di compleanno conosce un giovane principe cinese, il principe Sou-Chong. Fra i due il sentimento vero non tarda ad arrivare ma sarà un amore non facile: non sarà semplice fondere le tradizioni e la cultura occidentali di lei e quelle orientali di lui. Ma si sa, l'amore, specialmente fra i giovani, è forte e sicuro di sé: Lisa decide di lasciare l'Europa e parte con Sou-Chong per la Cina. La realtà è però dura anche per chi si ama davvero. Lisa fatica a seguire le severe imposizioni della tradizione cinese. Tschang, zio di Sou-Cong gli ricorda le antiche leggi del suo paese: l'erede al trono deve sposare quattro donne cinesi, e le nozze con un'europea non sono valide. Sou-Chong suo malgrado è costretto ad obbedire. Lisa è triste e angosciata e trova nella cognata Mi un sostegno. Mi è una giovane che mostra insofferenza verso le tradizioni cinesi e vorrebbe essere libera come lo è Lisa. Giunge intanto Gusti che è riuscito a farsi inviare in Cina come rappresentante della sua società. Con un buffo stratagemma riuscirà ad avvicinare Lisa. Venuto a conoscenza della situazione convince Lisa a tornare in Europa: Lisa e Sou-Chong avevano agito d'impulso, senza pensare ma la vita sembra aver serbato per ciascuno un diverso destino. Lisa torna in Europa con Gusti ma non riesce a farsi una ragione della fine del suo sogno d'amore e Giusti ripensa alla giovane Mi, la bella cinesina che aveva conosciuto a Pechino. Ma a volte la storia e il destino dei popoli aiutano gli amanti temerari.
1912, la centenaria monarchia Manciù cade, Sou-Chong fugge dal suo Paese insieme alla sorella Mi: le due coppie (Lisa-Sou-Chong, Gusti-Mi) si riformano e questa volta potranno per sempre cantare "Tu che m'hai preso il cuor".
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