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Un blog creato da psico_comunicazione il 28/09/2006

Psico-comunicazione

Blog del corso di psicologia della comunicazione

 
 

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Eccosi qua!

Post n°53 pubblicato il 18 Gennaio 2007 da dualcio

A esami finiti non ci resta che tenere aperto questo blog (almeno per non darla vinta a ispettorenardo!! ....ovviamente è una battuta, non polemizziamo!! immagine )

Argomenti...mmm...non so, a me interessa il discorso della creatività e anche aumentare la consapevolezza del proprio stile...che ne dite? Possiamo usare questo blog per proporre delle piccole e semplici esercitazioni, così da non perdere le capacita che abbiamo ri-acquisito (faticosamente! immagine ) in questo corso, e testare effettivamente l'efficacia dell'apprendiemnto on line...no?

fate sapere che ne pensate

claudio

 
 
 

yu-huuuu c'è nessuno?

Post n°52 pubblicato il 09 Gennaio 2007 da dualcio

Ma non scrive più nessuno? a me piaceva l'idea di un blog su questi argomenti e sarebbe bello portarlo avanti, no? tutti pronti? siete carichi? è confermata l data del 16, no? Se dovesse leggermi psicocomunicazione pongo una domanda: le modalità sono le medesime dell'altra volta per noi frequentanti?
Dai dai, troviamo argomenti per rianimere questo blog!

ciao-ciao
claudio
Ps: un'ultima cosa: ma voi riuscite a prenotarvi per l'esame? Io non lo trovo sul sifa...uffa!   immagine

 
 
 

Crema International...

Post n°51 pubblicato il 15 Dicembre 2006 da thebonini
 
Tag: spot

Ecco il link alla versione inglese (praticamente identica a parte le scritte finali):

http://www.youtube.com/watch?v=LV7mXtPjOks

 
 
 

Il messaggio si diffonde

Post n°50 pubblicato il 15 Dicembre 2006 da thebonini
 

Cari ragazzi, come potete notare dal numero di views(per ora 87) youtube, il video sta iniziando a diffondersi, riscuotendo, a quanto pare molto successo. Mi fa davvero piacere, tra l'altro l'ho mandato ad Alessandra Pescetta,la regista con la quale collaboro e che a vinto l'hanno scorso il leone di bronzo al festival della pubblicità di Cannes per uno spot sociale sull'anoressia (lo potete vedere su www.alessandrapescetta.com alla voce "commercials" si chiama ass. FORUM CRISALIDE "Reverse") ex-aequo con Spike Lee(!) e mi ha detto che le è piaciuto davvero molto (vi assicuro che non ha gusti facili e che fa complimenti solo quando è convinta).

Io e Barbara abbiamo pensato di farne anche una versione internazionale (con le scritte finali in inglese) e vediamo che succede...

Complimenti ancora a tutti.

Alessandro

 
 
 

Eccoci...

Post n°49 pubblicato il 15 Dicembre 2006 da psico_comunicazione
Foto di psico_comunicazione

Eccoci qua per l'incotnro virtuale pre-pre-appello!

Avanti con domande e dubbi......

BC

 
 
 

Pillole di pensiero sugli audiovisivi

Post n°48 pubblicato il 14 Dicembre 2006 da dualcio
 

Seguo il consiglio della nostra prof e metto il mio commento al messaggio sullo spot come post, così che possiamo dibattere un po' su questa tecnica comunicativa (a chi interessa ovviamente!). Lo posto così com'è perchè non sono ancora molto in condizione di riscriverlo... interpretatelo come commento!


Ciao a tutti, sono Claudio.
Volevo innanzitutto complimentarmi per
l'ottimo montaggio effettuato da thebonini, credo che renda benissimo
l'idea! Nonostante siamo stati costretti a svolgere in poche ore un
lavoro che richiederebbe intere giornate di lavoro, mi sono sorte
alcune semplici riflessioni.
Questa lezione ha rinforzato l'idea, che già avevo, sugli audio-visivi.
A mio parere utilizzare l'audio visivo per comunicare un messaggio è
più semplice (se si può parlare di semplicità e non di diversità) che
usare gli strumenti audio e video separati. Negli audiovisivi il video
è come la melodia di un brano musicale e l'audio è il suo ritmo.
Normalmente alla fine della prima visione di un audiovisivo non ci
rimane molto della colonna sonora (a meno che sia molto inflazionata o
che le immagini siano legate da un filo stretto con essa) ma questa ci
ha aiutato a comprendere appieno il messaggio: essa ci crea attesa,
stupore, tensione, spensieratezza, felicità, essa è in grado di velocizzare o rallentare il filmato, in pratica mette l'accento sul
messaggio. Sicuramente il linguaggio audiovisivo è un linguaggio molto
complesso, ma esso permette (appunto perché complesso) di avere più
strumenti a disposizione, e infiniti modi per utilizzarli.
Da parte del "pubblico" cogliere un messaggio in un audiovisivo è
sicuramente più semplice, questo perché è una tipologia a cui siamo
molto abituati: è la società di oggi che ci ha educato a cogliere i
messaggi audiovisivi attraverso la televisione e il cinema. Ma quando
il pubblico è in grado di far proprio il messaggio che il produttore
voleva lanciare? La risposta è abbastanza semplice: quando il
produttore riesce ad annullare il "rumore" (Shannon e Weaver hanno ben approfondito questo problema), cioè tutte quelle componenti che
interferiscono con il messaggio che si vuole dare. Esso può essere
dovuto al messaggio stesso (quando magari l'audiovisivo è troppo pieno
o pasticciato) oppure, per esempio, provenire dall'esterno
("semplicemente" il pubblico è distratto e occorre attirare la sua
attenzione); la bellezza dell'audiovisivo sta nel riuscire a
trasmettere semplicemente e inequivocabilmente il messaggio che ha in
testa il produttore. Appunto per questo dico che, secondo me, il nostro
spot è un buon prodotto: siamo riusciti a mettere insieme tante menti
diverse producendo un piccolo video che centra in pieno l' IDEA
iniziale (o almeno quello che io avevo in testa).
Mi rendo conto di avere buttato un po' lì alcune idee che meritavano
approfondimento, ma il mio obiettivo non era di approfondire quello che
mi ha lasciato la lezione, ma fare un carrellata emozionale (e di
getto) di piccoli e semplici pensieri che sono nati da questa
esperienza seguendo sequenzialmente le idee che mi venivano in mente.

Claudio

 
 
 

Tanto per guadagnarmi un po' di punticini....forse

Post n°47 pubblicato il 14 Dicembre 2006 da ape_regina85

Ho fatto tanta fatica a capirlo e quando l’ho capito ho pensato a lungo a come spiegarlo…

 

Ma sarò ancora in tempo??
Ecco il mio lavoro sul capitolo 6!!!

 

COMUNICAZIONE E SIGNIFICATO
Il significato nella vita delle persone è molto importante, la comunicazione è intrisa di significati sia estrinseci che intrinseci.

Ma la comunicazione non è solo lo scambio di parole tra un gruppo, tra due persone ecc, la comunicazione è fatta anche di espressioni, di gesti…

Ma non tutte le persone colgono nelle parole, nei segni, nei gesti lo stesso significato;dobbiamo dire infatti che il significato cambia in base al contesto in cui è inserito

 

Pensiamo ad esempio alla croce…

 

Quante croci conosciamo?
La croce è un simbolo antichissimo e fondamentalmente significa palo diritto o appuntito.

E’ stata utilizzata nell’antichità per diversi scopi soprattutto per martiri o affissioni di cadaveri, ed è stata rappresentata in diverse forme:
T (a forma di T)
+ (in quattro parti)

X (a forma di croce di Sant’Andrea).


Fino a pochi anni fa la croce era portata solo dai francescani, rappresenta tutt’oggi la loro devozione a Dio; Ora è diventato un segno ornamentale, infatti è un gioiello molto venduto. Questo è un caso nel quale il significato cambia in base al contesto. Infatti guardando una persona che indossa una croce non pensiamo che sia legata a Dio o alla chiesa, pensiamo alla croce come ornamento.

 

Ma le diverse culture come interpretano la croce?

 

immaginePartiamo da noi: la nostra cultura associa alla croce, così come il cocrifisso, la morte di Cristo.

Ma anche nella nostra cultura la croce può cambiare significato infatti per i credenti è considerata un simbolo per mezzo del quale sono state cacciate le tenebre ed è ritornata la luce. Dunque per i credenti la croce una risorsa veramente stupenda e impareggiabile diverso è il discorso per gli atei.

 

 

Per l’islam ad esempio la croce ha invece un significato sapienziale. Simbolo delle due direzioni dell'essere (verticale) e del fare (orizzontale) , l'una dell'Anima l'altra della psiche e della materia . Il centro è il Cuore. La psiche si manifesta nel mondano, nel corporeo, nella dimensione orizzontale dell'agire, della parola ma fa anche da ponte con l'Anima Divina nell'atto della introversione, della contemplazione, del sentimento che si raccoglie ricettivo sul mistero dell'Essere. La verticalità si riflette nell'orizzontalità come il cielo nel mare. In quest'ultimo tutto è forma e divenire ma specchio di un'unica Realtà.

 

Abbiamo potuto constatare uno stesso simbolo in due contesti e culture totalmente differenti. 

immagine




Ancora la croce può rappresentare il sole(che nell’antichità era considerato una divinità), la vita,come l’Ankh.





 

immagineSi pensi ad esempio alla swastika, in alcuni disegni tibetani le braccia della swastika appaiono anzi sovrapposte in modo immagineda simboleggiare la accoppiamento tra l'uomo e la donna, quindi il momento della creazione della vita. Anche il nazismo utilizza come simbolo la svastica e molti altri segni celtici infatti la cultura celtica è stata assorbita dal nazismo in generale.. i simboli come la croce celtica sono stati assorbiti dal nazismo in quanto simboli dei popoli del nord che loro giudicavano il punto di nascita della razza ariana e quindi erano i simboli dei padri fondatori ariani.

immagineParlando di nuovo di simboli pensiamo alla croce rossa; Nel 1863, i delegati del Comitato Internazionale di Soccorso ai militari feriti - il futuro Comitato Internazionale della Croce Rossa - scelsero, in omaggio alla Svizzera, una croce rossa su fondo bianco, ottenuta invertendo i colori della bandiera della confederazione elvetica. Un simbolo semplice, universale, facilmente riconoscibile a distanza e conosciuto a tutti. Queste furono le vere ragioni che fanno oggi capire come non vi fosse alcuna volontà di dare all’emblema della croce rossa una connotazione religiosa ma comunque ben interpretata da tutti.

 

 

Pensiamo poi ai modi dire:

 

L’esclamazione mi ha messo in croce, significa letteralmente che la persona è stata crocifissa, ma nel contesto di una comunicazione potrebbe voler dire che ha passato una vita d’inferno!

Oppure ognuno ha la sua croce da portare un altro detto in cui il significato letterale è completamente opposto al contesto infatti questa frase sta a significare 
che tutti hanno le proprie responsabilità.

 

Per concludere bisogna dire che il significato dipende sempre dal contesto, ed in base al contesto il messaggio può essere interpretato in tanti modi, infatti,non sempre viene recepito nel modo corretto. Bisogna considerare infatti il rapporto tra il mittente e il destinatario, la cultura e il contesto che è parte essenziale e integrante della comunicazione

 

 
 
 

Piccolo spazio pubblicità!

Post n°46 pubblicato il 13 Dicembre 2006 da dualcio

Spero che vi piaccia...
Claudioimmagine

 
 
 

BUONA VISIONE

Post n°45 pubblicato il 13 Dicembre 2006 da thebonini
 

Ecco a voi il link dello spot

http://www.youtube.com/watch?v=Rk-I7Ql5NZM

Considerando le riprese realizzate in fretta e furia ed il tempo di elaborazione dell'idea (10 minuti) credo che il risultato non sia male. Appena tornato a casa quando ho visto il girato temevo avessimo tralasciato qualcosa e che il messaggio non passasse. Poi, dopo aver cercato di sottolineare alcuni aspetti col montaggio ho fatto vedre la prima "bozza" a persone che non sapevano nulla dell'idea di base ed hanno colto immediatamente il messaggio (non è sempre scontato con i video).

Ora vorrei sentire i vostri pareri sul video e sull'esperienza in sè. mi aspetto inoltre DA TUTTI riflessioni sulle diversità nell'eleborare un messaggio con un codice più complesso come quello audiovisivo...

 
 
 

dati per spot

Post n°44 pubblicato il 10 Dicembre 2006 da thebonini
 
Tag: spot

Ciao ragazzi. Abbiamo l'OK della prof per lo spot. Ora mi servono solamente i vostri nomi (mi rivolgo a chi ha partecipato) ed il nome esatto dell'Università (dovrebbe essere Polo DiDattico e di ricerca di Crema).

prima avrò questi dati prima vedrete lo spot...

grazie :-)

Alessandro

 
 
 

A me sembra che siate solo dei furbetti...

Post n°43 pubblicato il 06 Dicembre 2006 da ispettorenardo

rileggendo bene tutti i post, da osservatore esterno, ho notato che ci sono i lavoretti, fatti piu' o meno bene, che vi portano a casa i punticini extra, e poi una serie di languidi e mielosi elogi per la bellezza dei corsi, per quanto sia "interessante" (odioso e insignificante aggettivo) la materia trattata...

poco altro.

sono intervenuto io da esterno e ci fosse uno che mi ha risposto. solo perchè una risposta a me non da' punti? io non so se siete dei furbetti un po' pigroni o cos'altro, mi togliete questa curiosità?

siete comunicatori? davvero? a me avete solo mostrato il silenzio e non venitemi a dire che il "silence speaks much louder than words" perchè in questo caso non ve la cavate così agevolmente...

qual era la mia domanda? andate a cercarvela, almeno questo...

buona giornata a tutti

psychokiller

 
 
 

cinema........

Post n°42 pubblicato il 05 Dicembre 2006 da joel17

Ciao a tutti!

Molto ma molto affascinante è stata la lezione sul linguaggio cinematografico. Era interesante entrare nei dettagli dove io non ero mai entrata.La cosa che mi è piacuta di più è stata quella di come cambia il significato di una immagine o sequenza diciamo cambiando la musica.Era interesante e secondo me si possono realizzare anche cose molto belle.Oppure di come un piccolo effetto o una ripresa un po diversa o particolare ti può dare un messaggio diverso.

E noi,anche da non protagonisti  possiamo provare a giocare un po con i filmatini e vedrete quante cose possiamo fare.Dai metetevi in prova :)

 
 
 

comunicatori

Post n°41 pubblicato il 03 Dicembre 2006 da ispettorenardo

ragazzi, date un po' una mano alla prof che arranca un po' con il lato software della comunicazione e inviatele un'immagine ottimizzata per il blog...

 
 
 

Ciao Ragazzi

Post n°40 pubblicato il 02 Dicembre 2006 da thebonini
 
Tag: spot

Ciao ragazzi. Tutto bene?
Spero la lezione di ieri vi sia piaciuta. Devo dire di essermi trovato davvero bene e mi sono divertito in modo particolare nella parte pratica. Un vero e proprio tour de force. Ho già praticemente montato il video.Non è malissimo anche se alcuni passaggi andavano studiati meglio per avere un significato più chiaro. Considerando il tempo di idezione e realizzazione mi posso considerare tuttavia più che soddisfatto...avrete poi modo di giudicare.. Ora devo solo girare il dettaglio del biglietto e SOPRATUTTO trovare una musica che funzioni. Vi dò un piccolo compito: cerchereste di "recuperare" il prima possibile il brano "Nocturnal activities" dal film indiana jones and the temple of doom e spedirmelo? Io ho problemi a "recuperarlo" ma visto che voi siete ragazzi informatici....
aspetto vostra risposta...
Saludos

 
 
 

Significato e contesto

Post n°39 pubblicato il 24 Novembre 2006 da dualcio

Leggendo questo capitolo mi sono venuti
in mente subito due prodotti:


1 – il quadro di Magritte “Ceci
n'est pas une pipe” (
Questa non è una pipa);


2 - la canzone di Fabrizio de Andrè
“La ballata dell'amore cieco”.


immagineEntrambi questi prodotti mediali
giocano con il significato. Prendiamo Magritte per esempio: egli
titola il quadro contraddicendo quello che noi vediamo con i nostri
occhi. Se facessimo un processo di categorizzazione su “pipa”
probabilmente la infileremmo nell'insieme degli oggetti
inanimata, ecc...) ma il quadro stesso ci blocca sul nascere questo
ragionamento...”Ceci n'est pas une pipe”...
Ma se non è
una pipa cos'è? Forse è la rappresentazione di una
pipa, quindi non è la pipa stessa, infatti non si può
riempire, accendere o fumare...come facciamo a definirla pipa? è
davvero “solo” la sua rappresentazione. La frase acquisisce
significato solo grazie all'immagine. Se al posto della pipa,
infatti, ci fosse stata una qualsiasi altra immagine (una teiera, una
forchetta, una matita...), la frase avrebbe ottenuto un senso
“reale”, ma l'artista non avrebbe compiuto il suo intento. Questo
perchè alla parola "pipa" noi tutti associamo per
convenzione l'idea di un oggetto in legno, costituito da un piccolo
recipiente dove mettere il tabacco e da una sorta di "cannuccia"
da cui aspriare, che viene utilizzata per fumare. Non abbiamo, cioè,
in mente l'immagine precisa di una pipa, ma siamo in grado di
riconoscere grazie alle nostre conoscenze enciclopediche ed
esperienziali (ciò che abbiamo studiato e vissuto) tutte le
diverse pipe che ci si prensentano davanti agli occhi... A questo punto non possiamo non
chiederci “Ma allora cosa ci vuole dire Magritte? Qual'è il
significato reale del suo messaggio?” Sicuramente questo caso assomiglia molto a quello “Il mio chirurgo è un macellaio” - “Il mio macellaio è un chirurgo”: le stesse parole possono prendere un significato  o un altro a seconda dell'ordine che rivestono all'interno della frase. La prima, infatti, dà l'idea di un chirurgo talmente maldestro che sembra un macellaio, mentra la seconda di un macellaio che nonostante lavori su carni prive di vita ha un'accuratezza tale da sembrare un chirurgo; tutto si gioca sulla sottile differenza che c'è tra realtà e rappresentazione.

Discorso simile si può fare con
la canzone di F. De Andrè.





Un uomo onesto, un uomo
probo,
tralalalalla tralallaleru
s'innamorò
perdutamente
d'una che non lo amava niente.





Gli disse portami domani,

tralalalalla tralallaleru
gli disse portami domani
il
cuore di tua madre per i miei cani.


[...]


Le vene ai polsi lui si
tagliò,
tralalalalla tralallaleru
e come il
sangue ne sgorgò,
correndo come un pazzo da lei tornò.





Gli disse lei ridendo
forte,
tralalalalla tralallaleru
gli disse lei ridendo
forte,
l'ultima tua prova sarà la morte.


[...]


Fuori soffiava dolce il
vento
tralalalalla tralallaleru
ma lei fu presa da
sgomento,
quando lo vide morir contento.
Morir contento e
innamorato,
quando a lei niente era restato,
non il suo
amore, non il suo bene,
ma solo il sangue secco delle sue vene.





Non so se c'è
qualche amante di De Andrè, quindi metto anche il link


del brano perché
ha molto più senso sentirla che leggerla.

La ballata dell'amore cieco





Il ritornello (tralalalalla
tralallalleru), la musica e il ritmo piuttosto veloce danno un'idea
di allegria e spensieratezza, ma fanno a pugni con il significato
letterale di questo brano, dove un uomo è totalmente
soggiogato dalla propria amata da uccidere la madre e poi se
stesso...Anche qui viene messo bene in risalto la contraddizione che
c'è tra il significato (le parole) e il suo contesto (la
musica); le parole del ritornello, la musica ci fa
pensare ad una canzone spensierata, quando invece si stà
svolgendo un dramma.. A condire questa situazione contraddittoria si
aggiunge la rima, che dà un'aria decisamente frivola alla
canzone.


Insomma, per metterla in
modo banale, il significato dipende sempre dal contesto, ma tante
volte il mittente ce ne impone uno e tutto diventa più
complicato recepire il messaggio. La frase associata all'immagine
porta così lo spettatore, stupito, a domandarsi che cosa possa
essere quella "cosa" se non una pipa, così come il
ritornello scanzonato va a sminuire la drammaticità della
storia.

 
 
 

AVVISO IMPORTANTE!

Post n°38 pubblicato il 21 Novembre 2006 da psico_comunicazione
Foto di psico_comunicazione

La lezione laboratoriale su cinema e comunicazione tenuta dal dott. Alessandro Bonini è stata rimandata da venerdì 24 (quando invece lavoreremo sull'individualizzaizone nella comunicazione, specialmente in rapporto alle NT) al venerdì successivo 1 dicembre.

BC

 
 
 

Post N° 37

Post n°37 pubblicato il 20 Novembre 2006 da ilMaro
Foto di psico_comunicazione

Ed ecco anche la pubblicità contro la chiusura del corso... immagine


 

 
 
 

I nuovi pubblicitari!

Post n°36 pubblicato il 17 Novembre 2006 da joel17
Foto di psico_comunicazione

Ecco quà la promozione del nostro corso.

By Andrea & Klotilda.

 
 
 

Il significato

Post n°35 pubblicato il 16 Novembre 2006 da Kevorex

Quante cose nella vita ci appaiono in superficie semplici e scontate, e, per mancanza di tempo, voglia, o input adeguati, non ci soffermiamo un attimo ad esaminare più in profondità?  Moltissime.  Una di esse è il significato.

Provate a fermare uno sconosciuto per strada e ditegli “ieri abbiamo potato l’erba”.  Una frase banalissima no?  L’azione che denota è chiara e comprensibile per chiunque, eppure il malcapitato probabilmente vi guarderà come se vi fossero spuntate le antenne.  Tralasciando le implicazioni sociologiche che sono alla base di parte del suo stupore (ad es. la sorpresa e la diffidenza per la vicinanza con uno sconosciuto), il suo disorientamento iniziale è dovuto, nel caso della frase sopraccitata, a  1 – il soggetto sottinteso “noi” che non dà alcuna indicazione su chi abbia effettivamente compiuto l’azione di potare l’erba, e soprattutto  2 – il mancato inserimento della frase in un contesto.  E’ principalmente sul secondo punto che desidero soffermarmi nella seconda parte di questa relazione.

Ma vediamo ora altri simpatici esempi in cui il significato, per motivi di volta in volta differenti, è qualcosa di vago e assolutamente fraintendibile.

 Persino una semplice parola può essere, in casi particolari, oggetto di ambiguità, soprattutto qualora non sia inserita in un contesto chiaro (ma d’ora in poi eviterò di specificare ogni volta questo punto).  Pensiamo ad esempio al termine “granata”… Non è un caso che l’abbia scritto in quel colore, dato che esso è, in effetti, il primo significato che la parola può assumere.  Granata, però, è anche un sostantivo che può benissimo essere inteso come sinonimo di bomba, proiettile, ed è forse questo il significato più comune che gli viene attribuito.    Non credo, infine, che molti conoscano la granata di saggina, che è un tipo particolare di quella saggina che viene utilizzata per realizzare le tipiche ramazze.
Ben 3 significati possibili per un singolo vocabolo, niente male davvero…

immagineimmagineimmagine

Passiamo ora ad un esempio un po’ più complesso e, se vogliamo, pittoresco.

I vitelli dei romani sono belli” è una frase latina un po’ strana ma senza dubbio dal significato compiuto.  Avete letto bene, latina.  Tradotta in italiano diventerebbe “Vai, o vitello del dio romano al suono della guerra”… Certo è difficile immaginarsi una scena di questo tipo, ma il significato, perlomeno dal punto di vista meramente lessicale, non lascia spazio ad incertezze di alcun genere.  Questo esempio molto particolare serve a capire che in alcuni casi persino la stessa frase (o meglio, lo stesso accostamento di sillabe) può comunicare, in due diversi idiomi, due concetti completamente separati.

Continuando a cavalcare il binomio significato-idioma, ma passando ora ai giorni nostri, vediamo il caso, molto specifico ma altrettanto carino, dei cosiddetti modi di dire intraducibili.
Se dichiarassimo ad uno straniero (che ovviamente non deve conoscere alla perfezione la nostra lingua) che abbiamo fatto i salti mortali per fare una determinata cosa, probabilmente non capirebbe completamente ciò che stiamo cercando di dirgli.  Allo stesso modo, se ci rivolgessimo a lui con espressioni “slang” del tipo “Ehi amico, come butta?” o “Ciao bello, che si dice?”, una espressione confusa si dipingerebbe senza dubbio sul suo volto.  Andando più nel particolare, assai indicativo è il caso del modo di dire anglosassone “it’s raining cats and dogs”, ovvero, secondo una traduzione per nulla letterale, “piove a catinelle”.  E’ ovvio che “piove cani e gatti” non significa davvero nulla nella lingua di Dante, sebbene sia la traduzione pari pari della sentence inglese… E questo è solo uno dei numerosissimi esempi di questo tipo che si potrebbero scovare in tutti gli idiomi esistenti.

immagine

Restiamo nell’ambito dei modi di dire, ma tentiamo ora di esaminarne uno un po’ più approfonditamente.

E’ chiaro a tutti ciò che si intende quando si afferma che qualcuno si sta “arrampicando sugli specchi”.  immagine E’ interessante però notare che chiunque pronunci questa frase non fa alcun riferimento (nemmeno mentale) al suo significato letterale, cioè il fatto di tentare materialmente di arrampicarsi su di una superficie riflettente, ma astrae inconsciamente da esso il concetto di manifesta inutilità di tale gesto per applicarlo al contesto attuale in cui è stato esclamato il modo di dire.   In questo caso quindi, il significato letterale di ciò che si dice viene lasciato da parte, per cogliere invece solo il senso della metafora in questione e applicarlo di volta in volta a casi differenti, i quali non hanno ovviamente alcun legame con il senso letterale insito nelle parole “arrampicarsi sugli specchi”.

Abbiamo accennato, all’inizio, all’importanza che rivestono il contesto e la sua relazione con il significato.  Ritengo giusto sottolineare nuovamente quanto sia rilevante che un vocabolo, una frase, o un intero discorso, siano inseriti all’interno di un contesto ben chiaro e definito che ci permetta di coglierne appieno il senso.  Il contesto dunque non è solo la cornice del significato, bensì il suo vero e proprio sfondo, senza il quale esso perde immensamente valore e, se vogliamo, colore.

Riguardo a questo fondamentale aspetto della comunicazione vediamo un solo esempio, che spero però sia estremamente chiaro e non fuorviante.

 

 immagine

Silenzio, per favore

 

 

Una frase semplicissima, vero?  Anche il suo significato, in apparenza, è lampante e non lascia spazio a molte interpretazioni.  Però… tanto per cominciare, provate un attimo a chiudere gli occhi e ad immaginare (se non l’avete già fatto) un contesto materiale all’interno del quale possano essere pronunciate queste parole.  Sicuramente ognuno di voi avrà pensato a situazioni, luoghi molto differenti fra loro che però possono essere in ugual modo perfetti per la frase di cui sopra (o meglio, è la frase che si adatta molto bene ad essi).  Inoltre, al variare del luogo concreto variano anche i soggetti ai quali la frase può essere rivolta, e questo non è affatto un elemento da sottovalutare in merito alla comprensione completa del suo significato.   Ma le possibili differenze non sono finite: anche il soggetto che pronuncia questa frase ha un ruolo fondamentale, dato che essa può assumere, a seconda dei casi, il tono di una preghiera (immaginatevi un insegnante di scuola elementare esausto per le intemperanze infinite dei suoi alunni), di una richiesta più o meno garbata (il custode di una biblioteca che esige il rispetto della regola del silenzio), o di un’imposizione (non fatevi ingannare dal “per favore”, l’espressione può essere esclamata anche in maniera secca e scortese; pensate ad un individuo stressato che si reca al cinema per rilassarsi un paio d’ore, e si becca nei posti dietro al suo due ragazzini che non fanno altro che ciarlare, seppur a bassa voce, per tutta la durata del film…).  E’ chiaro, insomma, che in questa frase così breve e così semplice, la quale non dovrebbe far nascere nessun dubbio di sorta, possono essere contenute talmente tante sfaccettature di senso - più o meno - differente che sarebbe folle tentare di trovarle ed elencarle tutte una per una.

immagine

 

In conclusione…

immagineTrovo suggestivo pensare che si possa rappresentare visivamente una frase di questo tipo come un lungo corridoio bianco in stile Matrix, con molte porte in apparenza identiche, su entrambi i lati, le quali però si affacciano su contesti estremamente differenti e che, una volta aperte, rivelano la presenza (o meglio, compresenza), prima nascosta, di molteplici significati, e permettono di raggiungerli.

 
 
 

Post n°34 pubblicato il 15 Novembre 2006 da ilMaro
Significato
...Oggettivo o soggettivo?

Nel corso degli anni il significato è stato spesso oggetto di studio, per riuscire a darne una definizione precisa, completa e per capire come si giunga a comprenderlo.

In via più semplice, il significato di una parola o una frase può essere visto come dato dal collegamento tra il linguaggio e la realtà.
Prendiamo ad esempio la parola matita: ad essa corrisponde un oggetto reale e quindi posso fare una rappresentazione mentale di tale oggetto, cioè la posso visualizzare nella mia mente.

immagine
Il significato sarebbe dato proprio da questa relazione. Lo stesso vale per frasi più complesse, come ad esempio il cane è seduto, in quanto posso fare un rappresentazione mentale della realtà descritta dalla frase stessa.

immagine
Inoltre si può anche fare riferimento ad un mondo possibile, che non rappresenta l'effettivo stato delle cose. Prendiamo ad esempio la frase il sole è azzurro: pur non essendo effettivamente reale, sono in grado di rappresentarlo mentalmente.

Altra componente che partecipa alla formazione del significato è la lingua (intesa come sistema comunicativo), perché la struttura di una frase o di un testo ne vincola e modifica la rappresentazione mentale. Basti prendere la frase "La capitale del Tavindo è Lunesia": Tavindo e Lunesia non sono due parole esistenti, però dalla conformazione della frase si può capire lo stesso a cosa si riferiscono (Tavindo uno stato, Lunesia una città).

Se ci fermassimo qui con la nostra analisi, si potrebbe affermare che il significato sia prettamente oggettivo.
Però non non si possono tralasciare i processi mentali collegati alla comprensione del significato, perché il linguaggio è un'attività che non può essere considerata separata dalle altre funzioni della nostra mente. Quando una persona elabora un significato, inevitabilmente fa riferimento alle proprie conoscenze, alle proprie esperienze passate ed è influenzato dall'appartenenza ad una determinata cultura, dal contesto in cui ci si trova e dal tipo di relazione esistente tra i comunicanti. E'proprio questo particolare che dà una certa soggettività alla comprensione del significato.

In conclusione, si può dire che il significato sia dato da tutti questi diversi aspetti, dei quali i più soggettivi si innestano su quelli più oggettivi per giungere alla definitiva comprensione.
 
 
 
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