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TE LA DO IO LA POLITICA... ONOREVOLI ANIMALI, STRATEGIE POLITICHE, MA CHE BESTIE QUESTI POLITICI, DEMOCRAZIA

Post n°5563 pubblicato il 17 Giugno 2011 da psicologiaforense

INTRIGHI ED INGANNI POLITICI, BABBUINI, BALENE, CAPODOGLI, LUPI, ORANGHI, POLITICA E ANIMALI, SCIMMIE, STRATEGIE POLITICHE TRA ANIMALI, TRATTATIVE SEGRETE....

 

 

 PER CERTI ANIMALI LA POLITICA SI FA COSI'...

I LUPI COSPIRANO PER DECIDERE SE UCCIDERE O NO IL CAPO. LE BALENE NEGOZIANO TUTTO, ANCHE GLI ACCOPPIAMENTI...

 

 

Quando Aristotele definì l'uomo un "ANIMALE POLITICO" - ­proprio per distinguerlo dalle al­tre creature - certo non poteva sa­pere che in realtà LA POLITICA È AL CENTRO DELLA VITA DI MOLTE SPECIE diverse; stando infatti a molteplici  recenti ricerche numerosi anima­li sociali agiscono e ragionano in base a logiche e strategie del tutto identiche a quelle che muovono i politici umani. Una caratteristica che vale per le specie dotate di un cervello sviluppato, come i delfi­ni, gli elefanti, le scimmie e i lupi ma anche pappagalli, corvi e cornacchie non scherzano. 

Secondo Richard Connor, ri­cercatore dell'Università del Massachusetts (a Dartmouth) i delfini tenderebbero addirittura a formare società articolate, alla base delle quali si troverebbero  piccoli gruppi di "MUTUO SOCCOR­SO" formati da consanguinei o da delfini cresciuti assieme (e che si conoscono quindi fin dall'infan­zia), proprio come tra gli esseri umani le diverse società nazionali sono composte da partiti, gruppi di pressione o clan diversi.  I politici più "collaudati" del mondo animale sarebbero però gli elefanti, O PIÙ ESATTAMENTE LE FEMMINE DI QUESTA SPECIE, (come accade anche per gli uomini). Le ELEFANTESSE sono in grado di costruire e man­tenere relazioni di conoscenza e di amicizia con un numero molto elevato di propri simili; tale com­pito è reso più facile dalla loro ca­pacità di comunicare a grandi di­stanze tramite barriti infrasonici. Stando a un etologo di Berkeley, George Wittemyer, gli elefanti tendono a discutere le scelte del branco spesso e in modo acceso, anche se poi È LA FEMMINA PIU’ AN­ZIANA AD AVERE L'ULTIMA PAROLA.

Tra i lupi sono invece diffusi gli aspetti più "bassi" e brutali della politica umana, come la cospira­zione e il tradimento: questi ani­mali vivono in branchi organizza­ti in modo gerarchico, tuttavia quando il capo branco si dimo­stra troppo duro, capita che alcu­ni lupi si organizzino a sua insa­puta allo scopo di rovesciarlo. In sostanza, secondo diversi etologi quando gli animali si aggregano in gruppi sociali estesi (allo scopo di aumentare le proprie chance di sopravvivere), ciò fa sì che la pres­sione selettiva esercitata dall'am­biente venga sostituita da una se­lezione di tipo sociale; in altre pa­role i membri di un determinato gruppo si vedono costretti a svi­luppare abilità di tipo politico, un fenomeno che può essere osser­vato soprattutto tra le scimmie.

Recentemente un ricercatore dell'Università di Chicago, Dario Masterpieri, ha pubblicato infatti un libro dedicato PROPRIO ALLA PO­LITICA TRA I PRIMATI, "MACHIAVELLIAN INTELLIGENCE" ("Intelligenza Ma­chiavellica", appunto), in cui l'au­tore mostra come tra questi ani­mali la lotta per il cibo, lo spazio e le femmine si traduca in realtà in una vera e propria lotta per il po­tere, che a sua volta si basa sulla creazione di "CORDATE" o "ALLEAN­ZE" interne al medesimo gruppo. E così, ad esempio, tra le scimmie Rhesus - una specie che tende a formare gruppi di venti o trenta membri, il cui nucleo centrale è costituito dalle femmine con pro­le, più gli eventuali maschi - capi­ta sovente che gli individui con uno status sociale inferiore spul­cino con cura quelli più "affermati" e ciò non per paura di essi, ma per assicurarsi il loro appoggio o i loro favori sessuali. Nel caso invece dei babbuini verdi,  i maschi isolati che voglio­no farsi accettare da una determi­nata comunità procedono per gradi: prima DIVENTANO AMICI DI UNA FEMMINA NON IN CALORE (evi­tando così di entrare in conflitto con gli altri maschi), POI SI FANNO LETTERALMENTE PRESENTARE AI SUOI  PARENTI E INFINE ENTRANO IN CONTAT­TO CON TUTTI GLI ALTRI MEMBRI DEL GRUPPO.

TRA I CAPODOGLI, infine, LA DE­MOCRAZIA E’ DI CASA; normalmente i maschi e le femmine non vivono in coppia (i primi tendono a vive­re nelle vicinanze dei Poli, mentre le seconde preferiscono le aree equatoriali) e, stando a Hal Whi­tehead e ai suoi colleghi della Dalhousie University (ad Halifax), le comunità femminili - utilizzando un linguaggio piuttosto articolato - tenderebbero letteralmente a "votare", stabilendo così, ad esempio, la direzione da prendere per le periodiche migrazioni o se permettere o meno a un maschio di accoppiarsi con esse (una deci­sione che viene per l'appunto presa collettivamente).

 
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