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L'OPINIONE DELLA SETTIMANA, ITALIA SI', ITALIA NO,

Post n°7218 pubblicato il 02 Marzo 2013 da psicologiaforense

Le malefatte dei partiti e la rabbia dei cittadini dopo un voto che  ha cambiato il quadro politico italiano. Come siamo arrivati al punto in cui ci troviamo oggi? E cosa dobbiamo fare per mutare le sorti del paese? Combattere la corruzione, abbattere il sistema dei partiti, rilanciare l'Italia...  

L'ITALIA DEL DISINCANTO

Di fronte alle adunate del Vaffa-day di Beppe Grillo  fa una grande tenerezza pensare a Nanni Moretti e ai suoi girotondi. In fondo quei cinquantenni un po' su di giri che si tenevano per mano, tutti fieri della propria superiorità morale, si limitavano a prendere di mira il centrosinistra a cui imputavano il ritorno di Berlusconi al potere. Oggi siamo alla colonna infame  trasmessa in diretta sul web, che travolge ogni distinzione reclamando gogna e scudisciate per tutti coloro che osano pensare che la democrazia sia fatta di rappresentanza e di partiti. È una curvatura nuova nell'uso pubblico dell'antipolitica, con l'organizzazione anche scenografica del qualunquismo e un ruolo di direzione sempre più marcato da parte della gente di spettacolo (da Grillo a Dario Fo a Celentano, ecc…). Naturalmente nel mondo dello spettacolo ci si limita a fare il proprio mestiere, e c'è dunque chi riesce a capitalizzare le posizioni di visibilità che su questi temi ha saputo costruirsi negli anni. Il problema, quello vero, è invece della politica italiana. Il cui degrado ha raggiunto abissi tali da far esplodere  l’attuale situazione di ingovernabilità . Perchè l'Italia non è certo l'unico paese in cui si creda che in politica «è tutto un magna magna» o che il Parlamento sia prima di tutto il luogo dell’indegnità e dei privilegi. Sono pensieri diffusi nelle opinioni pubbliche di  molti Paesi. Ma solo in Italia, tra i grandi paesi europei, quelle espressioni dell'impotenza civile diventano parole d'ordine con cui fare seriamente i conti nel Palazzo. In altre circostanze il Vaffaday sarebbe stato recensito nelle pagine dello spettacolo, probabilmente con qualche stroncatura. Oggi, in mancanza di una politica appena appena dignitosa, l'antipolitica può permettersi anche quest'ultimo e spettacolare trionfo.

 
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