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FOTO , PAPARAZZI A BOCCA APERTA PER MISS BIKINI, IL COSTUME PER DIVE, MODELLE, MISS, COMUNI MORTALI, HA 71 ANNI

Post n°7339 pubblicato il 08 Aprile 2013 da psicologiaforense

RIO DE JANEIRO - Corpi mozzafiato, sguardi ammalianti: ecco il contest "Beauty of the beach", che in Brasile eleggerà l'ambitissimo titolo di Miss Bikini..... Forse non tutti ricordano....

VENERE IN BIKI
Festeggerà a giorni 71 anni
. Ma li porta bene, anzi benissimo: è il costume due pezzi che muove un giro d'affari di  migliaia  di miliardi  di dollari

Florianopolis, Brasile: la capitale di sensualità. Lì si svolge il concorso di bellezza, per  “Miss Bikini”, una  competizione che si svolge tra i corpi femminili che meglio riescono a valorizzare i costumi da bagno a due pezzi. Fisici mozzafiato a confronto sulle lunghe spiagge brasiliane, si sono così dati battaglia a colpi di bikini e tanga striminziti. "Beauty of the beach", questo il nome dell’evento.

FORSE NON TUTTI RICORDANO CHE....

Come dicevo sopra il bikini compie 71 anni e li porta alla grande. Non una ruga, al massimo qualche grinza-plissè. Zero occhiaie profonde, l'unica profondità che conosce è quella degli scolli a tuffo, delle sgambature da sincope. Il bikini è invecchiato bene. Nemmeno l'eterna lotta con il costume intero ha mai scalfito la sua notorietà glamour. Continua a essere il preferito dalla donne. Anche se, all'inizio, il debutto, è stato duro. Ideato dall'ingegnere-designer svizzero Louis Reard e lanciato dal couturier Jacques Heim, fu presentato a Parigi alle piscine Molinar il 5 luglio 1946. Quattro giorni dopo che gli yankee avevano sganciato la bomba atomica su bikini, un atollo della Micronesia nell'Oceano Pacifico. In America infatti, la leggenda che si racconta è quella del tenentino della Marina Usa; così sedotto da quei due pezzetti di stoffa indossati dalle indigene dell'isola che, una volta tornato in patria, decide di produrli in scala industriale... Peccato che a Parigi ci siano arrivati prima di lui. Con non pochi problemi, però. Il più immediato da risolvere fu che alle piscine Molinar, in quel bollente 5 luglio, nessuna modella professionista voleva sfilare con una tenuta così succinta. Gli organizzatori ebbero un'idea geniale, arruolare alcune spogliarelliste. Una, in particolare, Micheline Bernardin, fa breccia sul pubblico, al punto che, dopo lo show, riceve 50 mila proposte di matrimonio. L'effetto choc provocato da questo capo - composto da slip svela-obelico e reggiseno sublima-petto - è così poderoso che lo si paragona alla follia nucleare. Non a caso gli ideatori - che in un primo tempo l'avevano battezzato Atome - decidono di chiamarlo bikini. E' scandalo.

La Chiesa lo proibisce sulle spiagge di Spagna e Italia. Bisognerà aspettare il 1949 per vedere pubblicati i primi esemplari pseudo-audaci sulla rivista francese «Elle». In Germania, poi, è stato visto a lungo come il fumo negli occhi. Ancora nel 1965, a Monaco di Baviera, una diciassettenne che osò attraversare una piazza in bikini, venne condannata a sei giorni di pulizie in un pensionato per anziani. Da noi, nel '47, è stata Lucia Bosè a far conoscere il brivido del bikini, sfoggiandolo sulla passerella di Miss Italia. L'ombelico era coperto, non come quello di Rita Hayworth che l'anno prima l'aveva provocatoriamente svelato. La moda del bikini attecchisce bene fra le dive che lo usano però con pudore. In Italia lo propone nella sua originale versione col ventre en plein air, Sofia Loren: in due pezzi di raso vince il titolo di Miss Eleganza nel 1950. Fra le bombe di fascino che promuovono il bikini non si possono dimenticare Brigitte Bardot, a metà dei Cinquanta sulle spiagge di Saint Tropez, e Marilyn Monroe nel film «Niagara» (1953). Da quel momento il bikini dilaga. Mentre i poliziotti vanno in giro per le spiagge a misurare la quantità di stoffa impiegata e si affannano a difendere il comune senso del pudore con multe da capogiro. Non immaginano che cosa li aspetta.

 
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