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LA RIFLESSIONE DELLA NOTTE, OSCENO DI MASSA, IL SENSO DEL LIMITE, STEREOTIPI, PREGIUDIZI, AMBIVALENZE, APORIE,

Post n°7409 pubblicato il 17 Maggio 2013 da psicologiaforense

UN ESEMPIO. La mela è un simbolo sessuale antico. Lo troviamo pure nel Cantico e lo troviamo da Saffo (il bosco di Venere o il frammento: "Come una dolce mela (glukumalon) rosseggia alta sul ramo / alta sul ramo più alto: non l'hanno vista i raccoglitori - / oh sì, l'hanno vista, ma non hanno potuto raggiungerla") al Virgilio della terza Bucolica, "Malo me Galatea petit, lasciva puella". E in mezzo Atalanta, i "mala cidonia" delle Esperidi, la mela di Paride e quant'altro ancora. Non fa quindi meraviglia l'equazione: peccato = sesso = mela.

 IL SACRO, L'OSCENO E IL DIVERSO...

 

Tra tutti gli animali, credo che l'uomo sia il solo a ritenere impresentabili e irrapresentabili certe funzioni del corpo. Sembra cioè che si vergogni della sua corporalità, degli atti cui è addirittura affidata la sopravvivenza della specie, sesso e assimilazione del cibo. Eppure, cosa c'è di più ovvio e naturale e specifico della sua sessualità, alla quale sola è delegata la perpetuazione della specie, e di sè? Ma l'uomo è reticente, per quanto se ne sappia attraverso la testimonianza letteraria, a parlarne se non attraverso espedienti analogici, metaforici, allegorici, insomma sublimativi, per distrazioni. Allora è “solo” il piacere, con le sue connotazioni morali, a dirottare il pregiudizio, diventando l'elemento dirimente, il tabù che coinvolge di seguito tutti gli accessori oltre che i fenomeni, per cui in un profondo desiderio di ascesi esso pure, il piacere, assume caratteri negativi ed è nascosto agli occhi, agli orecchi?

 
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