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QUOTE ROSE ANCHE NEI FILM, SVEZIA, NASCE L'INDICE "BECHDEL", FATTI PIU' IN LA', DONNE ATTRICI,

Post n°7733 pubblicato il 07 Novembre 2013 da psicologiaforense

Quote rosa nei film. In Svezia è una realtà già accettata.  In Francia e in Germania solo una vaga  ipotesi di lavoro. Le quote di genere nei film infiammano il dibattito europeo e non solo... 

CINEMA E SESSISMO: LE ATTRICI? BAMBOLE VIVENTI
 

"Quote rosa" è un'espressione che è diventata di uso comune, a indicare la difficoltà delle donne a imporsi in ambito politico , sociale, artistico, lavorativo. In Svezia, patria del politically correct, celebre per la neutralità e l’industria bellica, un gruppo di cinema ha deciso di adottare un indice, l’indice Bechdel, per misurare la presenza femminile nei film. “L’intento - ha detto Ellen Tejle direttrice di Bio Rio, una delle sale che aderisce all’iniziativa - è di vedere più punti si vista e storie femminili sullo schermo”.  Per ricevere la “A” del pieno punteggio bisogna che il film abbia almeno due decenti personaggi femminili che parlino tra di loro su un argomento che non sia l’uomo conteso. “Per molti è stato un modi aprire gli occhi”, ha aggiunto la Tejle spiegando che gli spettatori raramente vedono “una donna super-eroe, o una donna scienziato, o una persona che affronti vittoriosamente delle sfide impegnative”.  Con questo criterio, un capolavoro assoluto come i “Sette Samurai” di Akira Kurosawa prenderebbe “Z”, se mai esistesse il punteggio, mentre chissà come sarebbe classificato il delizioso “Il colore del melograno” di Sergei Paradjanov, dove l’attrice georgiana Sofiko Chiaureli impersona sia i ruoli maschili sia quelli femminili?  Secondo il “Centre for the Study of Women in Television and Film” di San Diego, dei 100 principali film americani realizzati nel 2011, un terzo dei personaggi sono femminili ma solo l’11 per cento ha un ruolo da protagonista.  Tra le prime a salutare il nuovo indice c’è l’attrice americana Jada Pinkett, moglie di Will Smith: “Molto interessante - ha commentato da Beverly Hills a una cena di beneficienza per l’equaglianza dei sessi - Dico: hey stiamo a vedere se funziona”.   

NOTA INTEGRATIVA : 3 DOMANDE

E' comparso per la prima in un fumetto del 1985 di Allison Bechdel e, a distanza di quasi 30 anni, i cinema svedesi hanno rispolverato il Bechdel Test con l'intenzione di renderlo un sistema di rating a tutti gli effetti. Il test misura la presenza di donne in un film e l'importanza dei ruoli che ricoprono. Per quantificare l'eguaglianza dei sessi al cinema, si risponde a 3 semplici domande:

1) "Ci sono più di due donne nel film?
3)  Si parlano tra loro?
2)  Parlano di qualcosa che non sia un uomo?"

Che ci si creda o meno, a passarlo sono pochissime pellicole e sono soprattutto quelle di Hollywood a risultare piuttosto maschiliste. Fra i blockbuster bocciati anche Harry Potter, Star Wars e Pulp Fiction. In Svezia sono  sempre di più  i cinema che hanno ripescato il Bechdel e che oggi offrono al pubblico, oltre alle recensioni e alle "stelline" della critica e della platea anche il voto sul trattamento del genere femminile.

 
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