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CHE MODELLA SEXY!! SI' E' UN CADAVERE,

Post n°7749 pubblicato il 19 Novembre 2013 da psicologiaforense

 I mass-media sono diventati parte integrante della nostra vita, proponendosi in molteplici forme nei diversi momenti della giornata. In particolare, in quasi ogni ambito del nostro agire quotidiano, la pubblicità è divenuta una presenza non solo costante ma anche controversa. Essa si rivolge ai consumatori intesi come individui e come soggetti sociali che pensano ed agiscono all'interno dei propri specifici contesti culturali. Ciò in quanto l'utilizzo di un prodotto o l'acquisto di un marchio forniscono modelli di riferimento volti a soddisfare le esigenze sociali, emotive e culturali prima ancora di quelle funzionali....



LA MORTE TI FARA' BELLA

 

La pubblicità supera un altro tabù: l'erotismo della morte. Così si realizzano servizi fotografici dedicati alla nuova donna fatale, la vamp del terzo millennio  che porta cose vecchie:  giacche nere di Versace, gonne al ginocchio di Calvin Klein, scarpe con i tacchi a spillo di Stuart Weizmann e reggiseni di Donna Karan. Il tutto indossato da una bellissima modella, evidentemente vittima di un fatale incidente automobilistico. La nuova donna,  ha "voglia di rischio" , e questo desiderio è tale da farla finire riversa per terra su una strada lucida di pioggia accanto ad un taxi che si è schiantato contro un idrante. Un rivolo di sangue le scende dalle labbra chiuse per sempre, la giacca nera corta in vita si è aperta lasciando vedere un bellissimo seno avvolto in un reggiseno rigorosamente nero. Gli occhi sono chiusi e il braccio inerte, mentre la didascalia insegna come con così poco avvenga la "metamorfosi di un tailleur quasi troppo perbene in un capo di abbigliamento eccitante". Ingredienti: un reggiseno nero, calze color carne, scarpe killer con tacchi a spillo che sono quasi un'arma nelle mani giuste. Ovviamente, un ulteriore ingrediente è la morte della bellissima, che viene ripetuta in immagini diverse: eccola accasciata sul volante della macchina sfondata, mentre la portiera aperta lascia vedere le sue lunghe gambe che spuntano da un vestito a macchia di leopardo di Versace e un golfino con scollatura a V di Michael Kors. Dopo le immagini scandalo di Benetton, che ha toccato i temi della morte e della malattia a scopi pubblicitari, ecco un nuovo messaggio: la morte artificiale come attrazione suprema. La "femme fatale", spiega , si presenta in tacchi alti, giacche di vernice, finte pellicce e soprattutto è , vittima di un incidente, ma pur sempre seducente nei suoi abiti firmati. Bella da morire, come gli innumerevoli personaggi femminili condannati a morire giovani nelle fiabe, nella letteratura o nella pittura. Dopo tutto la morte-donna  è un filo conduttore dell'arte occidentale. Il bel cadavere aiuta a sentirsi vincitori della morte. E' un'attrazione morbosa e fatale nei confronti della donna, da Madame Bovary a Biancaneve, da Laura Palmer alle donne-rischio come Carmen, provocatrici da distruggere. Adesso anche nella pubblicità.

 
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