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MALAGIUSTIZIA: IL CASO DI AKTER YESMIN

Post n°246 pubblicato il 09 Luglio 2007 da psicologiaforense

Storia di Yesmin, condannata all'ergastolo per colpa dell'interprete

Bimbo con mamma

 Yesmin Akter è una donna del Bangladesh, madre di due figli, partita per l'Italia con il marito, lasciando in patria un giovane innamorato respinto. L'amante respinto, Selim Sikder, era riuscito a raggiungere l'Italia da clandestino e dopo averla trovata in un ristorante di Venezia l'aveva più volte violentata puntandole un coltello alla gola. Il marito di Yesmin affrontò il rivale perdendo la vita. All’omicidio ha assistito anche Yesmin che interrogata in seguito dagli inquirenti non ha mai confessato di aver ucciso il marito. Cosa che invece è emersa dal traduttore. Un pessimo traduttore. Che l’ha fatta condannare all’ergastolo e rinchiudere in una cella per due anni.

Il giudice dopo aver ascoltato la “traduzione” in cui la donna "confessava" (SIC!!!!!) la sua complicità l'aveva condannata. A correggere l'anomalia è intervenuta la Corte Costituzionale dopo che il gip di Venezia aveva accolto il ricorso dell'avvocato Faraon. La donna è così tornata in libertà. E da oggi, se uno straniero viene processato in Italia ma non conosce la lingua e viene ammesso al gratuito patrocinio potrà usufruire di un interprete di sua fiducia pagato dallo Stato. La Consulta ha anche sollecitato il Parlamento a chiarire il ruolo dell'interprete. Secondo alcuni penalisti, infatti, sarebbe necessario un Albo speciale a garanzia della professionalità dei traduttori.


 
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