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« L'ARTE DI RAGIONAREIN MALATTIA DI PIPPO_217 »

ARGOMENTARE E DISCUTERE

Post n°310 pubblicato il 12 Settembre 2007 da psicologiaforense
 

AVVERTENZA IMPORTANTE:
QUESTO E IL PRECEDENTE POST SONO DESTINATI ESCLUSIVAMENTE A QUEGLI AMICI ( PIPPO, ELENA, ANGELA, LUCILLA, FEDERICO, ecc...) CHE ME LI HANNO ESPRESSAMENTE CHIESTI. SE LI VOLETE LEGGERE EGUALMENTE LO FATE A VOSTRO RISCHIO E PERICOLO!

Avendo considerato nel precedente post (VEDI) le "regole" per stendere una buona argomentazione, non ci resta che vedere alcune regole generali da applicare in ogni discussione. Sono regole da seguire quando, come accade quasi sempre, la ricerca della  “verità” ( se così si può dire)  è impresa collettiva, fatta di discussione ma anche di onestà intellettuale e rispetto per il punto di vista espresso dalla controparte, di confronto ma anche di dialogo.

PRELIMINARI ALLA DISCUSSIONE 
I. Ogni tesi può essere argomentata, ma non in ogni contesto socio-politico-culturale: ovvero, ogni argomentazione ha una sua sede opportuna. Per esempio, non serve discutere contro una legge del codice della strada con un vigile che è tenuto ad applicarla; la legge, eventualmente, va controargomentata in sede di proposta di modifica legislativa.

II. L'argomentazione dev'essere adeguata - per qualità e forza argomentativa - al contesto socio-politico-culturale in cui è proposta. Per esempio, non ha senso argomentare in nome del valore supremo dell'uomo davanti a un consesso di religiosi, per i quali il valore supremo è rappresentato, invece, da Dio.

APERTURA DELLA DISCUSSIONE
III. Il contributo alla discussione dev'essere presentato in modo adeguato alle modalità di scambio linguistico: quelle definite preliminarmente o anche quelle sottese da un tacito accordo
(PRINCIPIO DI COOPERAZIONE).

IV. Ognuna delle parti deve interpretare le espressioni dell'altra nel modo più accurato e pertinente possibile (PRINCIPIO DI CARITÀ INTERPRETATIVO).
DISCUSSIONE
V. Le parti non devono utilizzare formulazioni oscure, tali da generare confusione; se richiesto, i termini devono essere definiti e le premesse devono essere esplicitate.

VI. Ognuna delle parti non deve ostacolare l'espressione o la critica di punti di vista.
VII. La parte che ha esposto una tesi è obbligata a difenderla (E MOTIVARLA) se l'altra parte lo richiede.
VIII. La critica deve vertere sulla tesi esposta dall'altra parte, e non su chi la sostiene.
IX. Una parte può difendere la propria tesi solo portando un'argomentazione pertinente.
X. Una parte deve utilizzare solo argomenti logicamente validi, o la cui validità logica sia dimostrabile mediante l'esplicitazione di una o più premesse.
XI. Schemi argomentativi accettati e correttamente applicati non possono essere disattesi.

CHIUSURA DELLA DISCUSSIONE
XII. Se un punto di vista non è stato difeso in modo conclusivo, chi lo propone deve ritirarlo. Se un punta di vista è stato difeso in modo conclusivo, chi vi si oppone non deve più metterlo in dubbio.


Come si vede, sono regole di buon senso, che garantiscono lo svolgimento razionale del di-verbium (che è la parola latina corrispondente al greco dià-logos).

SONO UNA SORTA DI REGOLE DELLA BUONA EDUCAZIONE DIALOGICA (O DIALETTICA) CHE TUTTI DOVREMMO SEGUIRE AFFINCHÉ IL NOSTRO PARLARE ARGOMENTATIVO
 E CONTRO-ARGOMENTATIVO SIA SEMPRE RAZIONALE, UTILE, COSTRUTTIVO E CIVILE.







 

 

 

 
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