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« LETTERA DAL CARCERE DI CAPANNEINFAMIA E ORRORE IN BRASILE: »

CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

Post n°377 pubblicato il 24 Novembre 2007 da psicologiaforense
 

OGGI MANIFESTAZIONE E CORTEO A ROMA
Le donne hanno sempre più paura e oltre tre milioni di loro hanno cambiato abitudini per il timore di subire una violenza. Lo rivela un sondaggio Publicares-Swg. I casi di violenza e maltrattamenti, le molestie sessuali e le violenze psicologiche sono molto frequenti nel nostro paese, secondo l’opinione di più del 90% delle italiane. Più impaurite risultano le donne giovani e che abitano nelle grandi città. Le donne vedono l’Italia come un paese violento nei loro confronti. E la paura di subire violenza ha assunto per l’universo femminile i tratti endemici di una malattia fuori controllo. È un sentimento che permea la quotidianità del 42% delle donne che hanno avuto timore di essere vittime di un crimine o di una violenza. È, soprattutto, uno stato d’animo che ha avuto forti ripercussioni sulla vita del 17% delle italiane. Oltre tre milioni di donne, infatti, per sentirsi più al sicuro, sono state costrette a modificare le proprie abitudini di vita e i propri comportamenti.

MIA RIFLESSIONE
PSICOLOGICO-FORENSE
La vio­lenza sessuale o la sua minacciosa e sempre presente possibilità, sono uno degli strumenti, anzi lo strumento paradigmatico, attra­verso cui la società maschile delimita e regolamenta il territorio concesso alle donne. E mezzo attraverso cui si esclude, si limita, si restringe.
E’ questa, certo,  esperienza comune di tutte le donne. Da bambine abbiamo interiorizzato come certe azioni siano per noi rischiose, come certi luoghi ci siano vietati, come la frequen­tazione della notte ci sia preclusa, come cauti debbano essere i nostri rapporti con chi non conosciamo, come necessaria sia la protezione di un uomo, come, in una parola, «traversare il mondo » ci , sia vietato. Di fatto, si è mi­nacciate tanto in casa quanta fuori, altrettanto, se non più spesso, da chi si conosce ed è stato eletto a ruolo di custode e protettore, quanto da sconosciuti .... La violenza sessuale, allora, o la sua minaccia funzionerebbero sia come controllo sociale «preventivo», sia come punizione della trasgressione, sia come strumento di ripro­duzione dei rapporti di potere tra i sessi, sia come vendetta .... Discende da quanto precede  che non è solo che la violenza si può esercitare sugli infe­riori, ESSA È PER L'APPUNTO IL MEZZO CON CUI SI DICE CHE ESSI SONO INFERIORI.
Di qui: è modalità di riproduzione degli inferiori come inferiori, è ciò che li rende tali.
Allora, la domanda è: che cosa viene prodotto da un mezzo di controllo sociale che si inscrive sul corpo e plasma la mente, da un mezzo di controllo sociale che usa una violenza fisica specifica, una violenza che passa attraverso la sessualità?
La violenza ses­suale dice intanto per l'appunto la differenza sessuale. La ribadisce e la impone.
La violenza sessuale produce le donne come diverse dagli e inferiori agli uomini.
Quando viene esercitata da uomini su altri uomini dice appunto, questo: tu sei nella posizione di donna, io ti produco, ti riduco a donna.

La violenza sessuale definisce dun­que la differenza sessuale come subordinazione e inferiorità.

 

 

 

 
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