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« LA RIVOLUZIONE INIZIA QUIQUANDO LUI SI INNAMORA.. »

FAMIGLIE DI SANGUE ...

Post n°387 pubblicato il 27 Novembre 2007 da psicologiaforense
 

Gravina, arrestato il padre
dei fratellini scomparsi


La polizia di Bari ha arrestato il padre di Francesco e Salvatore di 13 e 11 anni, i due fratellini scomparsi il 5 giugno del 2006 a Gravina di Puglia. All’uomo, che è stato indagato dall’agosto 2006 per sequestro di persona, sono stati contestati, col provvedimento di custodia cautelare eseguito la notte scorsa, i reati di sequestro di persona, duplice omicidio volontario, aggravato dal vincolo di parentela, e occultamento di cadavere.

L’arresto è stato compiuto dagli agenti della squadra mobile diretti da Luigi Liguori, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Bari Giuseppe De Benedictis su richiesta del procuratore e del pm inquirente, Antonino Lupo

Uccisi perchè disubbidirono alle regole
Francesco e Salvatore Pappalardi il 5 giugno 2006, quando sono stati uccisi secondo l’accusa dal loro papà Filippo, erano sotto punizione e non potevano assolutamente uscire da casa.
La punizione - emerge dagli atti giudiziari - era scattata il 28 maggio precedente, quando Ciccio e Tore erano rincasati troppo tardi: a mezzanotte anzichè alle 21, così come aveva disposto il loro papà. A Gravina in Puglia, la loro città, quel giorno c’era la festa del Crocifisso e Francesco e Salvatore avevano deciso di divertirsi andando sulle giostre. Per loro che erano abituati da sempre ad affrontare mille sofferenze, era un sogno. Ma tra un giro in giostra e un altro, avevano dimenticato di guardare l’orologio e avevano davvero fatto tardi.

Al ritorno a casa i due fratellini trovarono il loro papà e la loro matrigna più arrabbiati del solito. Secondo la polizia, furono picchiati e fu inflitta loro una punizione: non sarebbero potuti uscire da casa fino a nuove disposizioni. La punizione valeva sia per Ciccio e Tore, sia per i figli della loro matrigna, che avevano anche loro violato le regole.

Quindi - ragionano gli investigatori - il giorno della loro scomparsa e del loro omicidio, il 5 giugno 2006, Francesco e Salvatore erano ancora sotto punizione ma ugualmente uscirono da casa, autorizzati sì dalla loro matrigna ma non dall’inflessibile Pappalardi. Quando l’uomo tornò a casa, intorno alle 18.30, non vide i suoi bambini e chiese spiegazioni alla convivente. Si arrabbiò molto - ricostruiscono gli investigatori - per l’ordine trasgredito e cominciò di lì a poco a cercare i figli per le strade di Gravina in Puglia.

Alle 21.30 Filippo Pappalardi - secondo la ricostruzione fatta da un baby-testimone - rintracciò i suoi due figli in piazza delle Quattro Fontane, nel centro storico di Gravina, dove i due stavano giocando con le pistole ad acqua assieme ad un paio di amici. Filippo rimproverò il ragazzino (che due mesi dopo raccontò i fatti alla polizia diventando il teste-chiave del procedimento) perchè aveva bagnato con l’acqua i figli, e fece salire sulla sua Lancia Dedra blu Francesco e Salvatore.

Sull’autovettura si trovava anche la figlia più grande della Ricupero, che aveva anche lei violato le regole, ma era stata comunque autorizzata dalla mamma.

Da quel momento Ciccio e Tore scompaiono nel vuoto e di loro non si saprà più nulla. I loro cadaveri - secondo le indagini - sarebbero stati abilmente occultati in uno dei luoghi impervi della Murgia barese, luoghi che Filippo Pappalardi conoscerebbe bene, avendo fatto per un lungo periodo di tempo il pastore.

 

 
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