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« AMORI SENZA FRONTIEREMINORI E DIRITTI NEGATI »

Immigrazione...il rovescio della medaglia

Post n°871 pubblicato il 10 Giugno 2008 da psicologiaforense
 

ITALIANI BRAVA GENTE !

ORRIBILE DELITTO PERPETRATO DA DUE SPOSINI ITALIANI  AI DANNI DI UN GIOVANE PADRE DI FAMIGLIA RUMENO ( bruciato vivo).

Siamo QUI A CASA MIA, più precisamente a Verona, profondo Nord, terra leghista per eccellenza, città il cui sindaco “padano” Tosi ha vietato persino di mangiare un panino seduti su un qualsiasi muretto di questa città d’arte al fine di non scalfirne il decoro. Questa è la stessa città dove, non più tardi di un mese fa, un gruppo di teste rasate, o forse è meglio dire di teste vuote, per NOIA hanno mandato all’altro mondo un pacifico ragazzo reo solamente di portare un codino ai capelli e di non aver offerto loro una sigaretta. I vicini di casa degli assassini, intervistati dai giornalisti, dopo il loro arresto, li definirono  “ ragazzi per bene”.
Ieri un’altra coppia perbene, una coppia di padroncini di una ditta di autotrasporti, titolari di una delle tante partite Iva che qui nascono più numerose dei bambini e che sono così care ai ministri Zaia e Tremonti, si è macchiata di un delitto altrettanto orribile. I due hanno infatti ucciso, carbonizzandolo insieme alla sua automobile, in un paesino dell’hinterland un giovane camionista romeno di ventotto anni, Adrian Joan Kosmin che nella terra natia lascia la moglie ed i figli. L’hanno ucciso per intascare il premio dell’assicurazione sulla vita che l’immigrato aveva stipulato a favore di uno degli assassini, tale Cristina Nervo di trentun anni. Questa donna, insieme al marito, Tancredi Valerio Volpe di 34 anni, aveva congetturato un piano criminale già sperimentato nei mesi scorsi nell’imperiese, in Liguria, da una coppia russa in aria di servizi segreti. I due veronesi avevano obbligato il povero Kosmin, che lavorava alle loro dipendenze rigorosamente in nero, a stipulare con una primaria compagnia di assicurazioni del ramo vita una polizza in cui alla voce beneficiario in caso di morte avrebbe dovuto comparire il nome della Nervo. Un milione di Euro quanto la donna avrebbe incassato in caso di morte prematura del romeno. In cambio Kosmin avrebbe visto regolarizzata la propria posizione lavorativa. Un sottile ricatto bello e buono, dunque, simile a quello cui tantissimi imprenditori “ padani” obbligano i poveri immigrati che qui giungono dai paesi dell’Est o del Terzo mondo con il loro carico di disperazione e la pancia vuota. Stipulata l’assicurazione ecco che, con lucida freddezza, la coppia ha pianificato l’omicidio del romeno che doveva essere mascherato. Con calma l’hanno invitato in casa, gli hanno fatto bere qualcosa in cui precedentemente era stato sciolto del sonnifero, l’hanno caricato mezzo addormentato sulla sua auto, una Rover, e poi, raggiunte le campagne isolate ad Ovest della città, hanno dato fuoco all’abitacolo non prima di averlo posizionato con cura sul sedile del guidatore. Doveva apparire un suicidio od al limite una disgrazia, ma la bravura dei Carabinieri veronesi li ha smascherati. Ora il giudice ha convalidato il fermo,sbattendo in carcere lui e mandando agli arresti domiciliari lei che deve curare il figlioletto appena nato. Se i ruoli fossero stati invertiti e gli assassini fossero stati degli stranieri siamo sicuri che sarebbe stato questo l’epilogo? Nel caso di Imperia per esempio la donna russa, poi assolta dal reato più grave di omicidio, pur essendo madre di un neonato è stata tenuta, senza tanti complimenti, in galera. A Verona invece no. Ma non si parlava tanto di tolleranza zero?

 
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