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TESTI E .... PRETESTI

Post n°900 pubblicato il 21 Giugno 2008 da psicologiaforense
 

FINO A QUANDO
APPLICAR
TACENDO ???

Se domani una legge dicesse che prima dell’udienza l’imputato va tenuto in ginocchio sul sale, non la applicheremmo.
Chiederemmo alla Corte Costituzionale di dichiararne l’illegittimità, ma intanto non obbediremmo. Si sta avvicinando il momento, che mai avremmo immaginato, di questa drammatica frattura delle coscienze, dei cittadini e degli stessi giudici.
Fino a che punto si deve prestare obbedienza alla legge? Antico quesito, peraltro sorprendentemente attuale. La norma che sospende i processi per i reati puniti fino a dieci anni è stata introdotta surrettiziamente nel testo del decreto sulla sicurezza, dopo l’autorizzazione del Presidente della Repubblica. Essa viola il principio della separazione dei poteri, quello della ragionevole durata del processo e quello dell’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge. È escluso che sia rivolta a disciplinare con indicazioni di massima la «precedenza» tra processi al fine di migliorare il rendimento della giustizia, perché sospende la maggior parte dei procedimenti pendenti e quasi tutti quelli per gli episodi di criminalità quotidiana che allarmano i cittadini. Non solo, ma la lettera del premier al presidente del Senato nella quale egli insolentisce e dileggia i magistrati di fronte ai quali è imputato, contestuale alla presentazione del decreto in Senato, conferma inequivocabilmente il nesso tra la sospensione generalizzata e la posizione personale del Berlusconi. Nel complesso ci si trova di fronte a una lesione ripetuta e grave delle regole fondamentali della Repubblica. Una sorta di padrone tiene il posto del primo ministro, piega il Parlamento al proprio volere e si libera della giustizia nello stesso momento in cui si propone di imbavagliare la stampa impedendole di riportare notizie sulle inchieste pur dopo la cessazione del segreto sulle intercettazioni. Per educazione, consuetudine civile, diritto e dovere personale e, nel mio caso, per lealtà al giuramento di fedeltà alla Costituzione, non possiamo obbedire a leggi fatte per elevare al rango di padrone dei concittadini un solo cittadino e la sua corte di servitori.

 

 

 
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