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RIFLESSIONE CULTURALE , NOIA, APATIA, VUOTO, DEPRESSIONE, EUFORIA, FIDUCIA, ENTUSIASMO, RABBIA, VENDICATIVITA'
Post n°2675 pubblicato il 10 Agosto 2009 da psicologiaforense
LA RIFLESSIONE DELLA NOTTE TRA EMOZIONI, AFFETTI E SENTIMENTI. RIFLESSIONI Noia e apatia, vuoto e disillusione, entusiasmo, fiducia, perfezione. Rabbia e vendicatività. Oppure: ingratitudine che si può trasformare in broncio e sfociare in lamentosità. Amarezza, un' arroganza che tende a spingersi sino al sarcasmo e al disprezzo o anche una semplice ma non meno irritante mediocrità compiaciuta. Sentimenti fondamentali dell' individuo. Materiale grezzo per il lavoro dell' analista i sentimenti forniscono la materia prima della letteratura. Cosa sarebbe questa senza l' ira di Achille, la pietas di Enea, la paura di don Abbondio, la gelosia di Proust, la disillusione di Madame Bovary o l' ambizione di Lucien De Rubemprè? Hanno scritto Fehr e Russel in apertura di un articolo sulla psicologia delle emozioni. Perchè anche per gli psicologi le emozioni costituiscono un problema. Le risposte affettive sono innate o hanno piuttosto un' origine culturale? Si scopre che è il volto il luogo privilegiato per studiare l' espressione delle passioni, come dimostra il rapporto tra madre e bambino nei primi mesi di vita. E la concordanza che si trova in culture anche molto diverse porta a credere che l' espressione degli affetti faccia parte della nostra eredità biologica. Oggi però si va ancora più in là. Le ultime conquiste delle neuroscienze forniscono la base a tesi sconcertanti dietro i fondamentali sentimenti umani dietro la paura di don Abbondio, dietro la gelosia di Proust non starebbero moti dell' animo o della psiche, ma processi chimici ben definiti e individuabili. Le ultime notizie giungono dagli Stati Uniti, dove scienziati del Maryland interessati a scoprire i segreti biochimici dei comportamenti umani si sono messi alla ricerca dei meccanismi cerebrali che regolano, ad esempio, fedeltà e tradimento in amore. E li hanno trovati in due sostanze chimiche prodotte dalla ghiandola pituaria: gli ormoni oxitocina e vasopressina, presenti nell' organismo di tutti i mammiferi, e quindi anche nell' uomo. Ormoni che certo non scarseggiavano se l' ipotesi è giusta nel grazioso corpo di Madame Bovary. Persino le ultime conquiste in fatto di depressione spingono in questa direzione. È ormai accertato che il "MALE OSCURO" si cura meglio nello studio ovattato dello psichiatra che non sul lettino dello psicoanalista: meglio con le pillole dunque, che con le parole. Anche qui due neurotrasmettitori serotonina e noradrenalina svolgono un ruolo essenziale nel determinare il tono dell' umore. Quel tono dell' umore che, se malfunzionante, può sfociare in depressione o euforia. E anche il rapporto ormai accertato tra genio e creatività da una parte, e malinconia e depressione dall' altra, non contribuisce certo a semplificare le cose. Dove sta la soglia varcata la quale il pessimismo si trasforma in malattia? A questa domanda non è stata ancora data una risposta soddisfacente. Non si tratta dunque di una semplice bega tra specialisti della mente, ma di una battaglia culturale e ideologica prima che scientifica. In gioco è, ancora una volta, la possibilità per l' uomo, di sentirsi libero padrone e arbitro dei propri sentimenti o di essere invece il precario punto di confluenza di complicati processi chimici. CHIMICA DEGLI AFFETTI? PSICOANALITICHE.
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