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INTELLIGENZA, SCIENZE DELLA VITA, NEUOLOGIA, PSICOLOGIA, CERVELLO/INTELLIGENZA, MEDICINA LEGALE,
Post n°2994 pubblicato il 06 Ottobre 2009 da psicologiaforense
Secondo uno studio canadese il cervello di Einstein mostrerebbe il lobo parietale sinistro più ampio del normale e mancante di un solco. Ciò lo fa apparire stranamente simile al destro. Possiamo spiegare la straordinaria intelligenza di Einstein su queste basi? Il cervello di Einstein prelevato sette ore dopo la morte per sua espressa volontà e con il permesso dei familiari non presentava dei segni patologici particolari ad un esame esterno; neppure era più pesante o più voluminoso della norma. Ma ad un esame più particolare delle varie regioni non sfuggiva ai ricercatori canadesi una caratteristica assai rara dei lobi parietali e particolarmente di quella parte inferiore che si estende a livello dell'orecchio per due terzi posteriormente a questo. Paragonato ad altri 182 emisferi appartenenti a 91 individui normali di ambo i sessi e della stessa età il lobo parietale, specie quello sinistro, del cervello di Einstein appariva più ampio di circa il 15%. In effetti era di dimensioni e forma eccezionalmente simile a quello di destra. Il lobo parietale inferiore è ben sviluppato nell'uomo e si associa a funzioni quali il riconoscimento visivo e spaziale, al pensiero matematico e di sintesi e a come ci immaginiamo i movimenti del corpo. Lo sviluppo intellettuale eccezionale e il processo mentale caratteristico del pensiero di Einstein ("le parole non mi dicono molto, ma è la loro associazione e l'immagine visiva di esse che conta") potrebbero giustificare uno sviluppo maggiore di questa regione coinvolta appunto nell'ideazione matematica e nella formulazione del pensiero. A livello microscopico non si rivelavano differenze particolari tolto un possibile aumento di alcune cellule di sostegno (glia) sempre nella corteccia parietale di sinistra. Chiaramente lo studio canadese non risolve il problema della relazione cervello/intelligenza e del substrato anatomico di essa ma pone piuttosto un'ipotesi utile per studi futuri con tecniche più fini come la Pet e la risonanza magnetica funzionale associata a test neuropsicologici. Per questo gli autori dello studio si rivolgono a tutti gli individui di intelligenza normale e superiore affinchè facciano dono post-mortem del proprio cervello alla scienza nell'interesse delle ricerche sulla funzione e sulle malattie del sistema nervoso centrale così come esplicitamente dispose Einstein quattro anni prima della morte.
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Inviato da: Nuvola_vola
il 09/01/2019 alle 19:15
Inviato da: moltiplicazeri
il 16/12/2018 alle 17:51
Inviato da: monellaccio19
il 01/11/2018 alle 07:57
Inviato da: Brillante.Nero
il 06/09/2018 alle 23:51
Inviato da: casadei.lisetta
il 24/04/2018 alle 10:49