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RIFLESSIONE DELLA NOTTE, PENSIERI, SUGGESTIONI E COMMENTI PER UN ALTRO GIORNO, LA FINE DEL MONDO

Post n°3117 pubblicato il 25 Ottobre 2009 da psicologiaforense

RIFLESSIONE DELLA NOTTE

C'E' RIMEDIO ANCHE ALL'APOCALISSE.
……IPOTESI SULLA FINE DEL MONDO

Mario G. Fracastoro, professore di astronomia all'Università di Torino e accademico dei Lincei, teneva una conferenza divulgativa sull'evoluzione delle stelle. A un certo punto il discorso lo portò a dire che il Sole continuerà a brillare più o meno come adesso per altri 5 miliardi di anni. Una signora lo interruppe allarmata: “Quanto ha detto?”. “Cinque miliardi di anni”. “Meno male, - si rassicurò la signora - avevo capito soltanto 5 milioni>. Questo episodio, documentato,  mi torna alla mente leggendo l'ultima ricerca di Clark Chapman e David Morrison, due dei maggiori studiosi di collisioni tra la Terra e comete o asteroidi. Secondo i due scienziati c'è una probabilità su diecimila che un corpo celeste con un diametro intorno a due chilometri si scontri con il nostro pianeta nel prossimo secolo. Il rischio può essere stimato grande o piccolo secondo i punti di vista. Per aiutarci nella valutazione i due ricercatori hanno messo insieme una tabella delle “probabilità di morte” negli Stati Uniti. Bene: un americano ha una probabilità su 100 di morire per un incidente stradale, una su 300 per assassinio, una su 800 per un incendio, una su 2500 per un incidente da arma da fuoco, una su 5000 per una scossa elettrica, una su 20 mila per un incidente aereo, una su 30 mila per un'alluvione,  una su 60 mila per il morso di un serpente velenoso o la puntura di un insetto, una su un milione per l'esplosione di un fuoco d'artificio, e così di seguito……

La probabilità di collisioni cosmiche si  colloca tra il limite inferiore di una su tremila, su quello intermedio di una su ventimila e su quello  superiore di una su 250 mila. In sostanza, anche in quest'ultimo caso, gli asteroidi risulterebbero più pericolosi dei fuochi d'artificio: un dato che forse è realistico negli Stati Uniti ma certamente non a Napoli. Scherzi a parte, nel tempo in cui viviamo cambia rapidamente anche la prospettiva della fine del mondo. Le  possibili cause dell’apocalisse, si possono raggruppate in cinque grandi categorie: guerre atomiche, grandi epidemie, crisi ambientali scatenate dall'uomo, collisioni con asteroidi o comete, esaurimento del Sole. Proprio la fine, questa, temuta dalla signora evocata nell'aneddoto delle prime righe. Ma  gli scienziati  non sono  pessimisti. Anzi. Per ogni apocalisse ci fanno intravedere una soluzione. Persino per l'ultima, collegata alla morte della nostra stella: basterebbe - si fa per dire - organizzare l'emigrazione verso una stella più giovane e in buona salute. Insomma, la fine del mondo non è più come una volta, sconvolgente, inesorabile, senza scampo. Tranne in un caso, aggiungiamo noi: che il protone, costituente del nucleo degli atomi, non sia stabile ma destinato a decadere in particelle evanescenti. Una teoria largamente accettata dai fisici prevede appunto l'instabilità del protone su tempi di centomila miliardi di miliardi di miliardi di anni. Sì, signora, ha capito bene. Non c'è da preoccuparsi. Tanto più che tutti gli esperimenti finora tentati per sorprendere un protone nell'atto di spirare hanno avuto esito negativo. Insomma, signora, una speranza in più.

 

 
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