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IL COMMENTO, (QUELLO CHE NON POTETE TROVARE SUI GIORNALI O IN INTERNET),
Post n°3513 pubblicato il 12 Gennaio 2010 da psicologiaforense
IL COMMENTO Stretto con forza al collo ("strangolino") perde i sensi Uno scherzo da caserma. Appena più rischioso dello schiaffo del soldato. Però il gioco è finito male: un ragazzo ha perso i sensi, è caduto sull' asfalto, ha battuto la testa, si è fratturato e adesso si trova in ospedale, con prognosi riservata. E' già stato operato, si spera guarisca senza conseguenze. Ma il suo amico, quello che giocava con lui a “strangolarsi”, dovrà affrontare i guai di una denuncia per lesioni gravi che scatta d' ufficio davanti alla procura. Tutto è cominciato quando A., militare di leva, è tornato per una licenza al suo paese e ha insegnato lo “STRANGOLINO”. Uno fa qualcosa come 15 inspirazioni profonde, fino a che è ben ossigenato, poi qualcun altro gli stringe la carotide e questi dovrebbe avere un annebbiamento. Una volta il lavoretto lo si faceva al plesso solare, ma evidentemente col passare degli anni il grado di pericolosità è aumentato. Ci sono poi le varianti. Ci si può strozzare da soli, lo si può fare utilizzando strumenti, l' importante è che le regole siano stabilite in partenza. Ognuno può dare un apporto con nuove trovate e nuove scoperte, magari mutuate dal cinema: pare che film come "L' impero dei sensi" e "Tokyo decadence" abbiano spopolato in questo senso, proprio con gli strangolamenti e i loro effetti erotici. E chi vince a questo gioco portato dalla caserma? Chi riesce a far svenire gli altri: cioè quello che STRANGOLA, non quello che si sottopone al rischio per dimostrare il proprio coraggio. Vince caso mai il coraggio di chi impersona la parte del carnefice. Gli amici ascoltano, si fa la prova, si replica, si replica ancora. Tutto sembra filare liscio. Poi A. se ne va, per il rientro in caserma. Rimangono in quattro o cinque, e continuano il gioco, sempre sulla piazza del paesotto. C' è il figlio del medico, il figlio del professore, il figlio dell' industriale. Arriva il turno di C., 17 anni. Respira, profondamente, l’amico gli stringe le mani al collo, si contano i secondi, sviene. Cade a terra a candela e batte la testa. Gli amici lo hanno subito portato all' ospedale. Nulla da rilevare. Dimissioni immediate. Ma durante la notte il giovane si è sentito male e finisce in rianimazione. Tutti gli interrogativi sui giovani d'oggi restano, ancora una volta, senza una risposta credibile...
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Inviato da: Nuvola_vola
il 09/01/2019 alle 19:15
Inviato da: moltiplicazeri
il 16/12/2018 alle 17:51
Inviato da: monellaccio19
il 01/11/2018 alle 07:57
Inviato da: Brillante.Nero
il 06/09/2018 alle 23:51
Inviato da: casadei.lisetta
il 24/04/2018 alle 10:49