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L'EDITORIALE: la triade della perdizione, BACCO, TABACCO e VENERE, Giulio Cesare, Enrico VIII, Shakespeare,Stato-Tutore,

Post n°3670 pubblicato il 03 Febbraio 2010 da psicologiaforense

 L'EDITORIALE

L'ANATEMA DI AUTORITA' PUBBLICHE E SCIENZIATI:
GUAI AI GRASSI, AI FUMATORI, AGLI ESTIMATORI DI BACCO.

 

 

«Fate che mi stiano intorno uomini grassi, dalla faccia paffuta, che dormano la notte. Gaio Cassio scarno e affamato è d'aspetto, egli pensa troppo: simili uomini sono pericolosi». Così il Giulio cesare di Shakespeare, figlio di un'epoca - cinque-seicento - in cui la pinguedine era considerata segno di forza, prestigio, autorevolezza, potere. Non era forse grasso Enrico VIII, re d'Inghilterra, l'uomo piu potente del suo tempo? Altra epoca, altra percezione sociale del corpo, altro concetto di salute. Altri «stili di vita», per usare l'espressione più frequentemente usata ai nostri giorni dell'organizzazione mondiale della sanità e, qui da noi, dal ministero della salute, avviato a diventare una sorta di sovrintendenza medico-sanitaria del vivere collettivo. Che sembra rimandare al momento d'oro dell'igienismo ottocentesco con le sue velleità riplasmatrici del corpo fisico e sociale e il suo modello di stato-tutore, con delega d'ingerenza in ogni momento della vita, dalla culla alla tomba. Guai ai grassi, avverte il ministro. Gli fanno eco società scientifiche e fondazioni. Tra queste  la Wellness Foundation dal cui congresso è uscito l'ennesimo anatema: i quattro milioni d'italiani obesi e i sedici che si avviano a diventarlo - per colpa della loro sedentarietà e dei loro sconsiderati «stili di vita», additati alla pubblica riprovazione - «pesano» troppo, anche in termini di spesa sociale. Sessantacinque miliardi di euro, che se ne vanno, in buona parte, per pagare i costi delle innumerevoli patologie legate al grasso in eccesso. E se non bastassero le minacciose previsioni di un futuro carico di malanni e cattiva salute, ecco scorrere le cifre dei morti in un anno per malattie cardiovascolari: 250 mila, la metà circa del totale dei decessi. Nè manca il lugubre memento homo dei novantamila morti per il fumo. Insomma si addita la triade della perdizione BACCO, TABACCO E VENERE (della salute, se non dell'anima). Non che, naturalmente, ci siano dubbi sul fatto che fumare e essere sovrapeso, bere alcolici faccia male, anzi malissimo. Ma può essere uno stato terapeutico a farci spegnere la sigaretta, a indurci a dimezzare le porzioni, a spingerci a lasciare la nostra scrivania per il tennis o la sana pedalata? E si dovrà affidargli la funzione di legiferare sullo stile di vita pubblico dei cittadini, ritenuti non solo troppo immaturi per calcolare i rischi per la propria salute, ma persino per negoziare con i pubblici poteri spazi di tolleranza reciproca?

 
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