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LA RIFLESSIONE DEL MATTINO: L'INVIDIA, IL PECCATO SENZA PIACERE, BLOGGER, BLOG, CHAT, COSTUME E SOCIETA',
Post n°3897 pubblicato il 23 Marzo 2010 da psicologiaforense
LA RIFLESSIONE DEL MATTINO L'INVIDIA: IL PECCATO SENZA PIACERE L’invidia, nostra compagna d'ogni giorno, è antica come il mondo. Nella Bibbia è scritto che fu a causa dell' invidia del diavolo che la morte si palesò. Molti personaggi biblici cadono vittime dell' invidia: Caino, autore del primo omicidio, Esaù, Saul; per invidia fu venduto Giuseppe e per invidia gli ebrei cedettero Gesù a Pilato. Inclusa nei setti peccati capitali, cos'è esattamente l' invidia? Il dolore, il dispiacere o la mortificazione per la superiorità o per la felicità altrui. L' invidia è prima di tutto un atto visivo: in-videre, guardare di mal occhio. Dante colloca gli invidiosi nel Purgatorio; li descrive come uomini che avanzano in gruppo sorreggendosi l'un l'altro, per via delle palpebre chiuse e cucite col fil di ferro. Tra tutti i peccati capitali è l'unico che causa soprattutto sofferenza: non procura piacere e gioia, come la lussuria o la gola, ma dolore e infelicità. L'invidioso sperimenta il peccato senza il piacere. Il suo è un tarlo interiore che lo rode, una ruggine interna, una putrefazione del pensiero. La causa sta nel rovesciamento che produce: provare dolore per il bene degli altri.
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