Creato da: psicologiaforense il 14/01/2006
finchè vita non vi separi
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 791
 

Archivio messaggi

 
 << Settembre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
            1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28 29
30            
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

Contatta l'autore

Nickname: psicologiaforense
Se copi, violi le regole della Community Sesso: F
Età: 62
Prov: PD
 

umorismo e satira

 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 

Archivio messaggi

 
 << Settembre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
            1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28 29
30            
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 791
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

 

 
« ULTIMO SALUTO A RAIMONDO...L'EDITORIALE DELLA NOTT... »

LADRO DI INFANZIA, "AMORE" CHE UCCIDE, BAMBINO TRADITO, MINORE MAL-TRATTATO, NONNI E MAMMA IPERPROTETTIVI

Post n°4042 pubblicato il 15 Aprile 2010 da psicologiaforense

IL CASO DEL GIORNO

Ferrara, mamma e nonni condannati: Troppo "amore" per il bambino

Il nonno, la nonna e la madre gli hanno  un "amore" totalizzante, simbiotico, eccessivo, paralizzante: per questo li hanno condannati. Lui oggi ha 13 anni, e vive a Ferrara. E’ un bambino molto intelligente: gli insegnanti dicono che è il primo della classe. Ma fino a 7 anni non camminava quasi e non riusciva nemmeno a salire le scale. Solo adesso ha cominciato a camminare. Però, non corre troppo bene.

Non ha mai fatto uno sport, niente, mai una gita, mai una corsa nei prati con gli amici. Non ha mai frequentato nessuno che non fosse la sua famiglia, suo nonno, la nonna e la mamma. Quando non va a scuola, sta chiuso nella sua stanza tutto il giorno, riempito di coccole e di amorevoli carezze, che suscitano lampi di mesta allegria nei suoi occhi di bimbo, neri come due bacche. Fuori, è come se tutto ribollisse dell’essenza pericolosa della vita, del magma recondito di una tragedia. Ha 13 anni, ma non riesce a fare la pipì da solo. Deve avere sempre accanto o sua mamma o suo nonno. E mangiare, può farlo soltanto a casa. Quando l’hanno costretto alla mensa della scuola, s’è chiuso in uno sgabuzzino senza nessuno, come ha raccontato Heinrich Stove, l’avvocato di suo papà. Il fatto è che non ce la fa a mangiare assieme agli altri compagni. Ha paura di loro, come ha paura della vita, perché, semplicemente, nessuno potrà mai amarlo come la sua famiglia.

Il troppo amore è una forma della vita. Molte volte l’abbiamo conosciuto nella cronaca. Genitori adottivi che hanno infranto le leggi, fidanzati impazziti che hanno perso il senso della realtà. C’era stata una mamma che non aveva mandato il figlio a scuola solo perché aveva paura che si ammalasse. L’avevano condannata. Ma questa volta il tribunale di Ferrara gli ha dato una connotazione penale ben precisa: è un maltrattamento di minore. Da oggi, anche per la Giustizia, il troppo amore è un reato, perché è un possesso che esclude il distacco, un affetto che ammorba la vita. Il nonno è stato condannato a tre anni e sei mesi, la mamma a tre anni, la nonna a due: il giudice Silvia Marini ha deciso pene molto più severe rispetto a quelle richieste dalla Procura. In realtà, come poi andrà davvero a finire questa storia, nessuno lo capisce ancora bene.

Il fatto è che il bambino ha paura di tutti, ma odia una sola persona: suo padre. Da dieci anni va avanti questa vicenda, e lui è convinto che è tutta colpa del babbo. La mamma gli ha detto una volta che lo voleva mandare in un istituto di handicappati. Lei non ha un lavoro e nemmeno una rendita, e vive assieme al nonno, che ha una cascina con l’aia alle porte di Ferrara: ci sono dei cani che ringhiano molto furenti dietro al cancello per proteggerli da chiunque voglia avvicinarsi. Lui, il papà, invece, è un signore distinto, che fa il manager a Milano. Il loro matrimonio è andato in crisi subito dopo la nascita del piccolo. E’ stato quasi subito annullato dalla Sacra Rota. Da allora, in dieci anni, l’uomo «è riuscito a vedere suo figlio soltanto tre volte, e di nascosto», come racconta Heinrich Stove. Per forza, dice che lo odia: gli hanno fatto una testa così. «Noi non volevamo creargli dei problemi sulla sua pelle. Noi volevamo liberarlo per il suo bene. Speriamo che quella famiglia si renda conto che non gli sta facendo del bene, e che questa sentenza permetta al Tribunale dei minori di intervenire».
 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963