Tag CloudCerca in questo BlogCitazioni nei Blog Amici: 791 TagCerca in questo BlogUltimi commentiContatta l'autore
TagTag CloudMenuChi può scrivere sul blog
Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione. Citazioni nei Blog Amici: 791 Cerca in questo Blog |
CULTURA, CONDOMINIO TRA MALVAGITÀ E PAZZIA, GUERRA, CONFLITTI IMMUTABILI , STORIA, INTEGRAZIONE (vedi PRECEDENTE POST).
Post n°4065 pubblicato il 19 Aprile 2010 da psicologiaforense
copyright by Psicologiaforense, riproduzione riservata Attraverso le "Troiane" Euripide scaglia un monito ai leader di Atene: la guerra fa male anche al vincitore. Le Troiane di Euripide andò in scena ad Atene nella primavera del 415 a. C. È stato sempre considerato - e lo è - un dramma pacifista teso a mettere in evidenza quanto sia nefasta la guerra. Qualsiasi guerra, in ogni circostanza. Al punto che Euripide, per essere esplicito e quasi a mo’ di provocazione nei confronti della platea ateniese, decise di assumere il punto di vista dei nemici dei greci: i vinti, i troiani. Di più, delle loro donne. Ecuba, la moglie del re di Troia, Priamo, che vide perire i suoi figli e le sue genti nel conflitto, è la protagonista della tragedia, unica presenza fissa sulla scena dall'inizio alla fine del dramma, mentre sullo sfondo si intravedono le rovine fumanti della città. Con lei Andromaca, moglie di Ettore il primogenito di Priamo e Ecuba, quell'Ettore che uccise Patroclo, fu ucciso da Achille e trascinato in segno di sfregio sotto le mura di Troia. O meglio è presente la sofferenza di Andromaca, madre di Astianatte che i greci vollero morto per vendicare gli uomini sterminati da suo padre. E per vederne estinta la stirpe. Uguale stravolgimento si ha nella polemica euripidea contro Agamennone, il capo supremo dei greci nella guerra contro Troia, presentato anche lui come un uomo disposto a tutto pur di piacere ai suoi......... A ben leggere le Troiane, non si può fare a meno di osservare quanto fosse straordinario quel modo di un intellettuale greco di guardare alla propria storia e al proprio presente. Che cosa formidabile fosse il fatto che avesse liceità un capovolgimento così radicale di un mito fondante per la politica e la cultura dell'Atene dell'epoca qual era quello della guerra di Troia. E che grande segno di civiltà fosse la circostanza che, nonostante si fosse in un periodo di guerre, di invocazioni al patriottismo, di retorica e di demagogia, il pubblico potesse accorrere numeroso ad assistere ad una rappresentazione che si proponeva di distruggere la vulgata storica dell'epoca.
|
Inviato da: Nuvola_vola
il 09/01/2019 alle 19:15
Inviato da: moltiplicazeri
il 16/12/2018 alle 17:51
Inviato da: monellaccio19
il 01/11/2018 alle 07:57
Inviato da: Brillante.Nero
il 06/09/2018 alle 23:51
Inviato da: casadei.lisetta
il 24/04/2018 alle 10:49