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RIFLESSIONE DEL POMERIGGIO: ANIMALI, CACCIA, RIPOPOLAMENTO, CACCIA E ANTICACCIA, ABOLIRE LA CACCIA, STAGIONE VENATORIA

Post n°4086 pubblicato il 23 Aprile 2010 da psicologiaforense

LA MIA RIFLESSIONE DEL POMERIGGIO
(A MARGINE DEGLI ODIERNI LAVORI PARLAMENTARI SULLA CACCIA)


CACCIA E ANTICACCIA NON SONO DUE OPINIONI DI UGUALE VALORE: LA CACCIA È NELLA STORIA, MA NON È NEL FUTURO.

 

 

 

Ogni anno, centinaia di migliaia di animali vivi vengono comprati dagli allevamenti intensivi in Italia e all'estero oppure catturati nelle cosiddette “zone di ripopolamento e cattura” per essere immessi sul territorio venabile a fornire carne “pronta  al macello” alle fucilate dei cacciatori. La maggior parte di questi animali non è in grado di procurarsi cibo nè di difendersi dai pericoli della vita selvatica in un ambiente che non è il proprio e soccombe ancor prima dell'apertura della stagione venatoria. Queste assurde operazioni di ripopolamento oltre a comportare grave stress e sofferenza per gli animali, determinano alterazioni degli equilibri ambientali preesistenti, diffusione di malattie e parassiti, alterazioni del patrimonio genetico delle specie autoctone, sperpero di danaro pubblico. Che senso ha buttare animali per poi ucciderli e buttarne altri? Gli animali non sono oggetti da consumare per il divertimento di qualcuno. Sostenere che attraverso la caccia sia possibile gestire meglio le risorse naturali è affermazione fantasiosa. La caccia costituisce sempre un depauperamento di quel poco di natura che ancora sopravvive. La supposta convenienza economica per la collettività della caccia è una favola. E' vero che il cacciatore tra licenza di caccia, tasse varie, accesso agli ambiti, arriva a versare nelle casse pubbliche  molte centinaia di euro, ma è altrettanto vero che i costi per la gestione amministrativa del popolo di cacciatori e il loro controllo, per gli animali annualmente uccisi o che appartengono allo Stato), per il rimborso dei danni agli agricoltori, per l'acquisto degli animali per i ripopolamenti, gravano per 4/5 sulla collettività e solo per 1/5 sono coperti dai versamenti dei seguaci di Diana. C'è un solo mezzo per rendere economicamente vantaggiosa la caccia per la società: abolirla!

 

 
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