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RIFLESSIONE: C U L T U R A , LA TRIBU' DEL PORNO: PENSIERI, IDEE, OPINIONI, COMMENTI, SUGGESTIONI ...... PER UN NUOVO GIORNO

Post n°4094 pubblicato il 24 Aprile 2010 da psicologiaforense

LA RIFLESSIONE CULTURALE E ANTROPOLOGICA

copyright  by PSICOLOGIAFORENSE, riproduzione riservata

 

NON SOLO PORNOGRAFIA..... DONNA OGGETTO, STEREOTIPIE, AMBIVALENZE, SFUMATURE DI SENSO........



Nella pornografia (in molte culture strettamente imparentate col sacro) la paura si mescola con le calunnie, i pregiudizi con le false affermazioni. Perchè il porno svela un terreno minato: gioca con i nostri organi sessuali, i quali non solo sono in grado di procurarci godimento, ma hanno a che fare anche col mistero della vita e con quello della morte. E per trovare un approccio “scientificamente” originale, bisogna rivolgersi agli  strumenti dell'antropologia culturale che  aleggia tra i veli dei tuareg e gli atteggiamenti primitivi nei confronti dell'onanismo, dai navajo a un marxista puro insospettabile apologeta della pornografia (Alan Soble), fino a spingersi nel cuore del Brasile per assistere a una gioiosa festa di indiani sherente. Nell'Ottocento, la “Società inglese per la soppressione del vizio” nascondeva con federe persino le gambe di un pianoforte perchè giudicate “troppo suggestive”. Intellettuali e statisti hanno analizzato il fenomeno, mettendo via via in evidenza categorie particolari. Ma spesso si è dimenticato un elemento essenziale. Lo disse chiaramente Al Golstein, produttore a luci rosse, invitato a un paludato dibattito dalla prestigiosa scuola newyorkese di ricerche sociali. I pensatori si alzarono a turno, arrampicandosi su tesi dottissime. Da Erica Jong a Susan Brownmiller. Alcuni esperti hanno dimostrato che il porno aumenta stupri e violenze. Il mostro di Milwaukee aveva la casa piena di materiale osceno. Ma un altro serial killer si è messo in testa di scannare ragazze solo dopo aver visto I dieci comandamenti: si era convinto che le donne che ballavano intorno al vitello d'oro erano responsabili della disubbidienza del popolo alle leggi di Charlton Heston. Stessa ambiguità Arcand rinviene nell'analisi di chi fa pornografia. Le femministe da anni combattono questa industria sostenendo che è l'esempio peggiore di mercificazione della DONNA. Le ballerine nei locali di strip tease, che esibiscono i loro organi sessuali di fronte ai clienti, sarebbero ridotte a puri oggetti del desiderio maschile. È possibile anche l'interpretazione opposta. Il voyeur, seduto al suo tavolino, sarebbe come un trovatore medievale che deve contemplare e non sfiorare il corpo nudo della castellana, fino a umiliarsi in questo esercizio di autocontrollo. Due conclusioni antitetiche, e altrettanto fasulle. Perchè nessuna DONNA è mai puro OGGETTO, e nessun uomo totalmente cavalier cortese. Nell'interpretazione del porno c'è in gioco una millenaria e naturale separazione sessuale, un misto di curiosità e frustrazione. Da sempre l'uomo vuole cercare di guardare nel mistero della vita, nell'organo femminile da dove è uscito, per scoprire regolarmente che là dentro non c'è proprio niente in grado di dargli risposte soddisfacenti. Per trovare qualcosa di nuovo nell'ambiguo mondo del porno, si può occhieggiare agli usi degli sherente. In una grande cerimonia, ricca di simbologie, gli sherente si travestono da giaguari e formichieri. Il primo è un animale socievole, che ama gli eccessi, i piaceri della vita, il sesso e il cibo, ma è destinato a morire in fretta. Il secondo è pacifico, lento, solitario, quasi non si nutre nè si accoppia, e sembra vivere in eterno. Il giaguaro è imbattibile, ma muore in fretta; il formichiere è pacioso, ma non muore mai. Chi preferire? Gli sherente si mascherano da giaguari. È più divertente. Ma anche più realistico. In fondo, se ci pensiamo bene, non c'è scelta. Siamo sulla Terra, non in Paradiso. La nostra vita è divertente, ma limitata. La pornografia, in questo modello simbolico indicato da Arcand, opta invece per il modello del formichiere. Non si comporta come il giaguaro che lotta, conquista le femmine, si riproduce credendo nella forza della seduzione (legata inscindibilmente al pudore e alle censure sociali). No, sceglie di stare isolato, di guardare un sesso virtuale conquistabile senza sforzi, semplicemente visionando una cassetta, sfuggendo all'impulso naturale di cercare la DONNA per riprodursi e trovare l'eternità nella propria progenie. Al di là delle menzogne, degli schematismi intellettuali, nel trionfo della pornografia moderna si annida, secondo Arcand, il conflitto tra eros e thanatos. In futuro, quando gli uomini capiranno che il sesso non si riduce ai suoi organi e quando le donne si riconcilieranno con questi organi, si apriranno nuovi orizzonti. Arcand intravede la possibilità che la pornografia diventi un semplice accessorio della vita quotidiana, più attraente, meno volgare e violenta, più vicina ai desideri individuali. Qualcosa come gli scacchi, da giocare con grande gusto a patto che nessuno si metta in testa di essere sul serio un alfiere o una regina.

 
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