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TESTI E PRETESTI, OPINIONI, CONSIDERAZIONI, PENSIERI, IDEE, RIFLESSIONI, PSICOLOGIA, ARTE, FILOSOFIA, CULTURA

Post n°4214 pubblicato il 20 Maggio 2010 da psicologiaforense

TESTI E PRETESTI

© copyright by psicologiaforense, riproduzione riservata

L'INCONSCIO NELL'ARTE PRIMA DI FREUD: GUSTAVE MOREAU


 

 

Dipinse l'inconscio prima di Freud. E andò a snidarlo proprio nella mitologia greca cui avrebbe attinto il medico viennese. Più la pittura francese tardo '800 scopriva le piccole delizie suburbane, le promenades lungo la Senna dopo il lavoro, la  galanteria con i maliziosi rituali open air... e meno Gustave Moreau era figlio del suo tempo. Cercava l'abisso. Libido pagana o evangelica atarassia. Oscillò fra i due seguendo il tragico, doloroso pendolo di un'esistenza irrimediabilmente scissa. In casa, la mamma cui fu devotissimo. E nel pennello Messaline discinte, vogliose, lubriche, che raffigurò in ogni concepibile postura. Dee, ninfe, imperatrici, personificazioni telluriche dell'eterno femmineo. Edipo, non aveva bisogno di immortalarlo nei quadri (e tuttavia, lo fece): abitava in lui. Fu bimbo gracile e solitario, che la quieta esistenza borghese in una mondanissima Parigi non appagò mai. Da grande, raggiunse il metro e 61. Ma continuò a sentirsi piccolo. Per antidoto, scelse la pittura. Simbolica, ridondante, angosciosa. Un Vittoriale in cornice. Moriva quasi 117 anni fa, Gustave Moreau. Dopo 2 decenni trascorsi a comunicare per scritto con l'inseparabile e ormai sorda "maman". Altre donne, non gliele si conosceva. Salvo un'amica, Alexandrine, liaison enigmatica su cui il biografo inciampa finendo per arrendersi. Le femmine di Moreau, bisogna cercarle sulla tavolozza. Rare Madonne, qualche santa. E una maggioranza di voluttuose tentatrici. Per gli uomini, il discorso è più complesso. Ci sono gli Zeus trionfanti, crudeli e fastosi. O gli eroi, dove già la sofferenza trapela. Infine, gli onnipresenti efebi per cui si direbbe Moreau avesse un debole. Per compagna ebbe la solitudine. E una frenesia creatrice senza pari. Morendo sessantaduenne, lasciò fra le mura domestiche 1200 pitture, 5000 disegni, 8000 acquarelli, schizzi, note, memorie. L'alloggio - 14 rue de la Rochefoucauld - era già nel 1898 un museo virtuale.

 

 
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