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EDITORIALE, PARTE SECONDA:FORCA, IMPICCAGIONE, RINVIARE L'ESECUZIONE, TRUCCHI, STRATAGEMMI,PENA DI MORTE,

Post n°4495 pubblicato il 26 Luglio 2010 da psicologiaforense

EDITORIALE, PARTE SECONDA:

STRATAGEMMI......  A UN PASSO DALLA MORTE.
Beffare il boia. Alcuni  trucchi ingegnosi per rinviare l'esecuzione

PARLAVO NEL PRECEDENTE POST (VEDI QUI SOTTO) di espedie§€nti in extremis che i condannati escogitano per rimandare l'esecuzione, nell'America ossessionata dalla forca.......
In California, in Arizona, in Texas, tre condannati hanno tentato il suicidio quest'anno, per allungarsi la vita. La legge, nella sua incantevole assurdità, impone che il giustiziando sia in buona salute, al momento della morte e i tre sono stati trasportati all'ospedale, curati e risanati a spese dei contribuenti, prima di essere ammazzati. Non hanno raschiato che pochi mesi all'inevitabile, ma, come disse uno di loro prima di essere giustiziato, . In Texas, lo Stato dove la macchina funziona più speditamente, un giustiziando di colore escogitò lo scorso anno il trucco delle merendine, ingozzandosi come un'oca da ingrasso per aumentare il suo peso e portarlo a quasi 200 chili. Doveva essere ucciso per impiccagione e il boia non riuscì a trovare una corda abbastanza robusta per reggere quel corpo immenso senza che il peso staccasse istantaneamente la testa dalle spalle. Il che è proibito dalla Costituzione che vieta la tortura e le punizioni corporali , come sarebbe una decapitazione. Un anno dopo, il condannato all'ingrasso è ancora vivo e nessuno può obbligarlo, neppure in America, a una cura dimagrante. Lo pesano ogni giorno, ed è arrivato a 220 chili. Resta da vedere se lo ucciderà prima il boia o l'infarto. Non serve più essere, o fingersi, idioti, per sfuggire alla macchina della morte. Sempre nel Texas, un condannato ufficialmente proclamato incapace di intendere e di volere fu messo a morte, nonostante tutti sapessero che era privo di senno. Al momento di consumare il pasto finale, rifiutò il dessert, una fetta di torta al limone. Non ti piace? gli chiese premuroso il direttore. Mi piace moltissimo, rispose serafico il morituro, per questo me la tengo per . Dopo che cosa? s'informò il carceriere. Dopo l'esecuzione. Ma la storia del condannato che si riservava la torta per l'aldilà, dovette ispirare un altro giustiziando, in Alabama, suggerendogli una piccola, patetica via alimentare di fuga. Per la sua ultima cena, ordinò un menu pantagruelico, minestra di pollo e riso, due hamburger, petto di tacchino guarnito, patate dolci, pisellini, formaggi assortiti, vino e una coppetta di fragoline di bosco, quelle piccole, saporite, come disse ai carcerieri. Gli fu servita una porzione di fragoloni commerciali, da supermercato. No, fragoline, insistette lui. Ma le fragoline non si trovano, obiettò il guardiano. Quelle ho chieste e quelle voglio. Il direttore del carcere, che non aveva rimorsi nel mandare un uomo alle sedia elettrica ma non si sarebbe mai perdonato di negargli l'ultima richiesta, lanciò appelli alla radio e alla TV, per trovare le fragoline di bosco. Tre giorni dopo, si presentò una donna al penitenziario, con un cestino di fragoline selvatiche. La notte stessa, , la vecchia sedia a scintille, fece il suo lavoro. Lo stratagemma delle fragoline gli aveva comperato 72 ore di vita. Le donne tentano di farsi mettere incinta - non manca mai nei penitenziari un carceriere disponibile - ma è un privilegio riservato alle condannate giovani. Una giustizianda anziana e non più in età feconda, tentò nello Stato di Washington la collaudata tecnica di Penelope, cucendo una intricata coperta quilt di giorno, che scuciva di notte, ricamata con tutti i nomi dei giustiziati in quell'anno, in ordine alfabetico. Il suo avvocato prese contatto con circoli di donne appassionate di quilting,, di questa tecnica di cucito, creò una piccola lobby femminile per chiedere al governatore rinvii e darle il tempo di finire il suo lavoro, ma anche il direttore del carcere doveva avere letto l'Odissea e si insospettì. Dopo quattro anni di cuci e scuci, disse basta e Penelope fu messa a morte. Fu respinta la sua ultima richiesta, quella di completare almeno la lista alfabetica dei giustiziati negli Stati Uniti, arrivando fino al proprio nome. Forse il boia avrebbe atteso, se lei non si fosse chiamata Martha. E di cognome, Zwycker.

 
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