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LE SCUSE DEI CLIENTI DI PROSTITUTE,PROSTITUZIONE, MULTE, LUCCIOLE, UNA SERA CON LA POLIZIA MUNICIPALE

Post n°4710 pubblicato il 24 Settembre 2010 da psicologiaforense

«Mi sono fermato per motivi umanitari»

Le scuse dei clienti delle prostitute

A Sedriano, dopo l'ordinanza contro le lucciole, vengono comminate sei multe al mese. C'è chi paga e chi protesta...

La spiegazione del primo cliente, un quarantottenne marocchino, non fa una grinza: «Mi sono fermato perché mi sembrava che la ragazza avesse bisogno d'aiuto. E poi signor agente, io sono musulmano, ed è impossibile che un musulmano vada con le prostitute». Poi c'è un camionista, pizzicato con una prostituta romena, che nel suo ricorso contro la multa da 500 euro consegnatagli dai vigili obietta: «Dove risiedo non esiste tale regola e mi chiedo il perché visto che vivo nella stessa regione». Inoltre, lui la multa l'avrebbe data anche agli agenti che «per fare l'accertamento mi sono venuti incontro con la loro auto sul mio senso di marcia. Fermandoci in quella posizione non si è prodotta una situazione più a rischio di quella di cui mi si chiede conto?». E la colpa è anche del sindaco, che non fa pulire la piazzolla dove staziona la prostituta: «Penso che, passando tutti i giorni da quel luogo e vedendo la persona e i suoi rifiuti giacere indisturbati indicandone l'attività anche quando ella è assente (facendole pubblicità) l'amministrazione tolleri tale situazione». Sedriano, paese di quasi 11 mila abitanti nel Milanese, è uno dei 56 comuni italiani che hanno emesso ordinanze contro la prostituzione. Tra questi anche il comune di Roma e altre grandi città. A fare la differenza, però, è la costanza dei controlli. Così, a Sedriano, sono stati multati sessanta clienti e sessanta ragazze, una media di sei multe al mese.

La maggior parte dei clienti paga subito, pregando i vigili di non spedire verbali a casa, ma ora cominciano a piovere i ricorsi, con le scuse più strane. Un cinquantasettenne, ad esempio, scrive che «pur condividendo il contenuto, i buoni propositi e le serie motivazioni» dell'ordinanza, lui «stava limitandosi a interloquire con un'amica». E la prova sarebbe il fatto che «io e la mia amica (una lucciola nigeriana, ndr), alla vista degli agenti, siamo scesi immediatamente, in ordine e senza nessun oggetto che avesse potuto far pensare a un rapporto sessuale, consumato o da consumare». Poi c'è un operaio che dice di averlo fatto per motivi umanitari: «Ho fatto salire la ragazza nella mia auto perché sto facendo un'indagine sui loro problemi e poi avrei riferito tutto alle forze dell'ordine». Un altro cliente chiede: «Mettetevi nei miei panni, non è facile perdere così 500 euro, altri Comuni ne chiederebbero 36 per lo stesso fatto. Sinceramente quel giorno mai mi sarei aspettato di perdere un terzo del mio stipendio per una cosa simile». Un giovane di 18 anni con tanto di navigatore in auto sostiene di essersi fermato «a chiedere un'indicazione stradale». Un altro dice di «aver avuto un malore e di essere stato aiutato dalla ragazza». C'è poi chi si appella alla Costituzione: «L'ordinanza dovrebbe ricalcare i divieti e leggi nazionali e non causare disparità di trattamenti nei cittadini che compiono medesimi fatti in luoghi diversi».

 

 
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