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EDITORIALE DELLA NOTTE, PENSIERI, IDEE, RIFLESSIONI, OPINIONI, SUGGESTIONI....PER UN NUOVO GIORNO

Post n°4723 pubblicato il 29 Settembre 2010 da psicologiaforense

EDITORIALE DELLA NOTTE

ANGELI ED EROI... DA MORTI!

 

NASER Othman, il tunisino che a luglio salvò tre ragazzi dall'annegamento nel mare di Vasto, non aveva le carte in regola per vivere qui (per morire da eroe, magari sì). Prima di lui Iris Noelia Palacios Cruz, la babysitter honduregna che si è sfracellata contro gli scogli all'Argentario per soccorrere la «sua» bambina: avrà il permesso di soggiorno, però postumo. E prima ancora, e ancora più sul torbido crinale fra legalità e illegalità, la prostituta nigeriana che ha denunciato una truffa a Terni: ha fatto il suo dovere civico ma senza diritto di cittadinanza, mandata via anche lei. O delinquenti o eroi, a leggere i giornali sembra che agli extracomunitari siano riservati soltanto destini estremi: di qua noi, una comunità pronta, secondo i casi, a digrignare i denti o a spargere tardive lacrime, di là loro, condannati a essere «extra» - o troppo buoni o troppo cattivi. Italiani brava gente, se c'è da commuoversi per un gesto di coraggio, e fin troppo pronta a crogiolarsi nella propria retorica bellicosa o sdolcinata. Italiani pessima gente, però, quando c'è da aiutare concretamente chi aiuta noi (i nostri vecchi, i nostri bambini) a districarsi fra gli umilianti intoppi burocratici. O a evitare la beffa dell'espulsione dopo avere compiuto l'atto più intimo che c'è, salvare una vita. Fra i buoni propositi per la stagione che va a incominciare, ne basterebbe uno soltanto: un po’ di normalità. Non è normale vivere sempre tutto sull'onda emotiva o addirittura isterica, pronti a fucilare gli intrusi oppure a scoprirne l'umanità a esequie avvenute. Non è normale spandere buoni sentimenti ma non spendersi per cambiare regole troppo rigide, o lente, o ingiuste. Sarebbe sufficiente applicarne una sola, di regola, quella antica che le racchiude tutte: non fare al prossimo tuo... A patto però di accorgersi che l'extracomunitario ci è talmente prossimo che all'occorrenza salva le nostre vite, a volte con slanci estremi, più spesso nella fatica quotidiana dell’accudimento.

 
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