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FACEBOOK, BLOG, BLOGGERS, LAMENTAZIONI, DOGLIANZE, RISERVATEZZA, PRIVACY, FALSI PROBLEMI
Post n°4824 pubblicato il 19 Ottobre 2010 da psicologiaforense
FACEBOOK UN'ARMA A DOPPIO TAGLIO A me l'introduzione di FACEBOOK nei blog non disturba affatto. Ad altri che desideravano maggiore riservatezza o conseguivano "obiettivi particolari" la novità è giunta del tutto sgradita. Si dice : "la meraviglia dura tre giorni"... quindi, se questo è vero, lamentazioni e doglianze dovrebbero attenuarsi per la fine della settimana.
FACEBOOK è stato creato nel 2004 da Mark Zuckerberg, studente dell'Università di Harvard. Il nome del sito si riferisce agli annuari (in inglese «FACEBOOK») che i college statunitensi pubblicano all'inizio dell'anno accademico e distribuiscono ai nuovi studenti e al personale come mezzo per conoscere le persone del campus. Il sito si fonda su semplici regole: gli utenti creano profili che contengono foto e liste di interessi personali, hanno la possibilità di scambiare messaggi privati o pubblici e fanno parte di gruppi di amici, fermo restando che la visione dei dati dettagliati del profilo è ristretta a utenti della stessa rete o di amici confermati. Una formula vincente che, con il passare del tempo, ha fatto di FACEBOOK una rete sociale che abbraccia trasversalmente tutti gli utenti di Internet. Dal luglio 2007 FACEBOOK figura nella Top 10 dei siti piu' visitati al mondo ed è il sito numero uno per foto negli Stati Uniti, con oltre 60 milioni di immagini caricate ogni settimana. Insomma, una nuova area di gioco, ma anche una nuova era dell'«io» che deve rapportarsi con se stesso e con gli altri. Un nuovo modo di scegliere e di essere «amici» su un palcoscenico planetario in cui giocare, lavorare, condividere, confidare, annoiarsi. Ma un palcoscenico che riflette anche la grande solitudine o utilizzato per morire. E' di poco fa il caso di un quindicenne che aveva preannunciato ai suoi 107 amici di FACEBOOK il proposito di togliersi la vita, come ha fatto. Più fortunato i casi accaduti lo scorso luglio in Grecia, dove la polizia postale è riuscita ad evitare 17 suicidi annunciati. Ed è di questi giorni la chiusura, in Italia, di un gruppo di discussione che minacciava il premier Silvio Berlusconi o di un altro che ineggiava ad assassini. Casi estremi, cui tuttavia fanno da contraltare usi intelligenti del social network come ad esempio quelli di giornalismo partecipativo.
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