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TU DI CHE AUTOSTIMA SEI?

Post n°8036 pubblicato il 06 Ottobre 2014 da psicologiaforense

La stima che un individuo ha verso se stesso determina il suo atteggiamento nei con­fronti della vita, verso sé e verso gli altri. Di conseguenza, lo condiziona notevolmen­te a livello personale, professionale e sociale.  L'autostima, in pratica, prevede il nostro destino....  I successi e gli insuccessi, la soddisfazione, il benessere psicologico e le relazioni sociali portano la sua impron­ta...

 

QUATTRO  GRANDI CATEGORIE DI AUTOSTIMA

 

Il fattore più "importante" dell'autostima  é conoscere il nostro grado  di resistenza agli eventi della vita. Dobbiamo tener conto che l'autostima è in continuo divenire. Per questo motivo le circostanze e il nostro carattere sono decisivi per la grandezza, l'efficacia e la validità della nostra autostima. Analizzando il livello e la stabilità dell'autostima, si possono distinguere queste quattro categorie:

 

ALTA E STABILE.
Le circostanze esterne, così come i normali eventi della vita, hanno poca o nessuna influenza sull'au­tostima della persona, la quale non dedica molto tempo o molta energia alla promozione della propria immagine, poiché non lo ritiene necessario.

ALTA E INSTABILE.
Anche se elevata, l'au­tostima di queste persone può soffrire di alti e
bassi, soprattutto quando qualcuno compete con loro o incappano in situazioni difficili. Reagiscono male alle critiche e non sopportano il fallimento e parlano sempre dei loro successi o di quanto sono meravigliose.

BASSA E STABILE.
Autostima influen­zata poco dagli eventi esterni, nemmeno se favorevoli.
Queste persone sembrano compiere pochi sforzi per la promozione della propria immagine e della propria autostima.

BASSA  E INSTABILE.
Un'autostima sensibile e reattiva ai fattori esterni, siano
essi positivi o negativi. Queste persone passano da fasi in cui è più elevata del solito, a fasi in cui è bassa di fronte alle difficoltà. La persona si sforza continuamente di dare una migliore immagine di sé.

 
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Commenti al Post:
Yaris167
Yaris167 il 06/10/14 alle 12:58 via WEB
Secondo Carl Rogers, sembrerebbe di sì. L'Empowerment non è finalizzato a " dare potere" quanto a riconoscere il proprio potere personale, rafforzandone il senso di identità. In tal senso "l'autostima" cresce rafforzando la capacità decisionale, attraverso un processo di 1) autoesplorazione") di 2) definizione del pro­blema 3) riconoscimento o dei sentimenti e conseguente esplorazione dei bisogni sottostanti 4) formulazione di ipotesi di soluzioni praticabili..
(Rispondi)
 
 
Yaris167
Yaris167 il 06/10/14 alle 13:00 via WEB
Conseguentemente, è nel riconoscersi nelle varie fasi del processo che permette di assestarsi ad un “livello piuttosto che un altro.. e promuovere quella " CATARSI E ABREAZIONE" alla base del processo di CONSAPEVOLIZZAZIONE..
(Rispondi)
 
 
 
Yaris167
Yaris167 il 06/10/14 alle 13:01 via WEB
Buona settimana CARISSIMA GIULIANA!!! a TE e ai TUOI FEDELI LETTORI e AMICI! :-)))
(Rispondi)
 
 
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 06/10/14 alle 13:10 via WEB
Cerco di fornirti una risposta globale (ma dopo scrivo un post su questo tema). L'identità è la somma di emozioni, sentimenti, desideri, capacità e fantasie che gli esseri umani identificano come qualcosa di proprio. Il risultato di questo insieme di aspetti simbolici è ciò che ci rende individui unici, separatamente e distintamente dagli altri. Se, ad esempio, un bambino costruisce la sua identità in funzione di ciò che sente, desidera o di cui ha bisogno, avrà sicuramente un'autostima corretta. Ma se il bambino costruisce una falsa immagine di se stesso, per compiacere i propri genitori, svilupperà una precaria e cattiva autostima.
(Rispondi) (Vedi gli altri 1 commenti )
 
 
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 06/10/14 alle 13:10 via WEB
Ci leggiamo più tardi...
(Rispondi)
 
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