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« COLAZIONE E SESSO ORALE,...IL BAMBINO NEL POZZO »

“SIAMO STATI TUTTI DEI GRIDI PERDUTI NELLA NOTTE” , RIFLESSIONE DELLA DOMENICA, IN MENO DI VENTI RIGHE

Post n°8654 pubblicato il 03 Luglio 2016 da psicologiaforense

GRIDI DI VITA


La tensione dell’essere umano oltre se stesso verso un infinito altro di cui egli avverte la nostalgia ha un riscontro esistenziale nella percezione  che, in modi diversi, ciascuno di noi ha della propria fragilità e della propria miseria. Non si tratta solo dell’ansia di conoscere per vie diverse  dalla pura razionalità scientifica ciò che il mistero della realtà e della vita nasconde  ma di dare una risposta pratica al bisogno struggente di felicità che cova nel cuore di ognuno come un’invocazione. In psicoanalisi si afferma che “siamo stati tutti dei gridi perduti nella notte” e che “il luogo primario  della umanizzazione della vita è quello del grido perché esso esprime  l’esigenza della vita di entrare nell’ordine del senso, esprime la vita come appello  rivolto all’altro”. Il grido cerca nella solitudine della notte una risposta nell’altro. E’ questo grido che esprime  l’esigenza di salvezza. Non ci si salva da soli.  E' nota la storiella del barone di Munchausen che pretendeva di essersi liberato una volta dalle sabbie mobili tirandosi per i capelli. Questo è impossibile. Una persona per salvarsi  ha bisogno che un altro  lo aiuti per questo tutta la sua vita è un grido silenzioso verso questo altro sconosciuto.

 
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Commenti al Post:
psicologiaforense
psicologiaforense il 03/07/16 alle 16:47 via WEB
« Finalmente Zeus ebbe un'idea e disse: "Credo di aver trovato il modo perché gli uomini possano continuare ad esistere rinunciando però, una volta diventati più deboli, alle loro insolenze. Adesso li taglierò in due uno per uno, e così si indeboliranno e nel contempo, raddoppiando il loro numero, diventeranno più utili a noi. » (Platone, Simposio, 190c-d, trad. it. Franco Ferrari)
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 03/07/16 alle 16:51 via WEB
.... così gli uomini furono divisi e s'indebolirono. E da quel momento sono alla ricerca della loro antica unità e della perduta forza che possono ritrovare soltanto unendosi sessualmente. Però questa ricerca li portava alla morte. Zeus allora, per evitare che gli uomini si estinguessero mandò nel mondo EROS affinché, attraverso il ricongiungimento fisico, essi possano ricostruire “fittiziamente” l'unità perduta, così da provare piacere (e riprodursi) e potersi poi dedicare alle altre incombenze cui devono attendere. « Dunque al desiderio e alla ricerca dell'intero si dà nome amore » (Platone, Simposio, 192e-193a, trad. it. Franco Ferrari) Siccome i sessi erano tre, due sono oggi le tipologie d'amore: il rapporto omosessuale (se i due partner facevano parte in principio di un essere umano completamente maschile o completamente femminile) e il rapporto eterosessuale (se i due facevano parte di un essere androgino). La caratteristica interessante del discorso di Aristofane risiede nel fatto che la relazione erotica fra due esseri umani non è messa in atto per giungere a un fine quale potrebbe essere la procreazione, ma ha valore per se stessa, prescindendo così dalle conseguenze.
(Rispondi)
 
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 03/07/16 alle 17:18 via WEB
l mito come fondamento dell'inconscio...
(Rispondi)
 
 
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 03/07/16 alle 17:32 via WEB
OPS! IL MITO....
(Rispondi)
 
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