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« IL BAMBINO NEL POZZOSE DICE «SENZA DI TE NON... »

FILOSOFARE, PER CHI «SA DI NON SAPERE», IL CERCHIO DELL’AMICIZIA, LA CHIAVE DELLA VITA,

Post n°8656 pubblicato il 04 Luglio 2016 da psicologiaforense

non c’è sofferenza più alta di quella di esporsi all’altro, ai suoi tradimenti. Non c’è relazione vera se in qualche modo non mi consegno all’altro. Ma il consegnarmi vuol dire affidarmi alla sua libertà essere vulnerabile.  Da soli non si può essere felici ma aprirsi a una pienezza di vita vuol dire correre il rischio di soffrire e molto, di essere feriti e in profondità…


LA NECESSITÀ DELL'AMICIZIA

Senza l’amicizia non può esserci vita buona. Non si può essere felici. Questo è in sintesi il messaggio di Socrate. Senza amici, senza relazioni la vita non può fiorire in pienezza. Perché l’essere umano è fatto per l’altro. Neanche Adamo nel giardino dell’Eden poteva restare solo. Aveva un giardino splendido tutte le specie viventi, poteva addirittura parlare con Dio ma non aveva nessuno da guardare negli occhi. Dio gli pone accanto Eva, occhi negli occhi  così la creazione è completa, l’uomo non è più solo ma accanto a questa profonda verità si rivela un paradosso: non c’è vita buona e felice senza legami di reciprocità ma al tempo stesso non c’è sofferenza più alta di quella di esporsi all’altro, ai suoi tradimenti. Non c’è relazione vera se in qualche modo non mi consegno all’altro. Ma il consegnarmi vuol dire affidarmi alla sua libertà essere vulnerabile.  Da soli non si può essere felici ma aprirsi a una pienezza di vita vuol dire correre il rischio di soffrire e molto, di essere feriti e in profondità. E allora che fare? Ritirarsi in sé senza avere mai un incontro con l’altro  o provarci sapendo che ci si può far male ma che si cresce in umanità?

 
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Commenti al Post:
Yaris167
Yaris167 il 05/07/16 alle 09:33 via WEB
Il mio pensiero in merito, è più semantico che introspettivo ed è sul termine "Tradimento"..
(Rispondi)
 
 
Yaris167
Yaris167 il 05/07/16 alle 09:42 via WEB
Tradimento proviene da "tradere" che equivale a "consegnare" quindi l'incontro con l'altro è già "un consegnare e un tradire".. il resto penso sia conseguenza dell'entrare in relazione, del costruire rapporti, di come vorremmo fossero questi rapporti e del "rispettivo" lasciarsi andare..
(Rispondi)
 
 
 
Yaris167
Yaris167 il 05/07/16 alle 09:48 via WEB
..poi ci sono le alchimie. ma queste sono altra cosa :-)
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 05/07/16 alle 11:31 via WEB
Grazie, sei sempre molto gentile:-)
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 05/07/16 alle 11:31 via WEB
E' perfettamente vero quello che dici!
(Rispondi)
 
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 05/07/16 alle 11:53 via WEB
Vedi, ho voluto darmi la regola che un post non debba mai superare le 22 righe. In questo caso ho scritto 14 righe. Non c'è chi non veda come un argomento di questa portata, invece, occupi lo spazio di molti ponderosi volumi....
(Rispondi)
 
 
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 05/07/16 alle 11:54 via WEB
Nello specifico, come ho scritto altrove: nonostante il tentativo di considerarlo «altro da sé», il tradimento rappresenta nella vita dell'individuo un'esperienza ineludibile, personificando ciascuno in diversi periodi della propria esistenza il ruolo di tradito o traditore. Si tradisce infatti l'amato, così come la patria, l'amico; si arriva persino a tradire se stessi....
(Rispondi)
 
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 05/07/16 alle 11:59 via WEB
ESSERE AMICI O... AVERE AMICI?
(Rispondi)
 
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