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Post n°5475 pubblicato il 17 Maggio 2011 da psicologiaforense
QUANDO IL FIGLIO E’ SOVRANO COCCHI DI MAMMA, COCCHE DI PAPA' ![](http://mamma.pourfemme.it/wp-galleryo/genitori-severi-figli-leader/genitori.jpg)
QUANDO I GENITORI FANNO TROPPO PER I LORO FIGLI.... I FIGLI NON FARANNO ABBASTANZA PER SE STESSI. I figli sono “nostri” ma già distaccati: essi appartengono all'umanità. In quanto sono nostri, ci tocca il dovere estremo di educarli, di fornir loro la capacità di reggersi da sé; in quanto poi non sono nostri, dobbiamo al tempo stesso liberarli, restituirli interamente a loro stessi, farli diventare uomini indipendenti.
Commenti al Post:
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card.napellus il 17/05/11 alle 15:42 via WEB
Mi sono slogato le caviglie a forza di prendere a claci quei due lestofanti dei miei ragazzi. Cocchi di mamma un accidenti...
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psicologiaforense il 17/05/11 alle 15:57 via WEB
eheheheh L'utilizzo di alcuni appellativi relativi al rapporto con la mamma o il papà suonano come termini di affettuosa presa in giro, ma fotografano anche un fenomeno sociologico, una realtà ben nota e presente in buona parte delle famiglie. Quello che spesso non si sa è che cocchi di mamma e cocche di papà sono categorie psicologiche e comportamentali molto precise, conseguenza di un'educazione sbilanciata, troppo permissiva, dove i genitori hanno perso il loro ruolo e le loro funzioni. GRAZIE CARD. NAPPELLUS PER VISITA E COMMENTO
(Rispondi)
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gioia58_r il 17/05/11 alle 16:47 via WEB
avendo avuto esperienza negativa con un ex che era un mammone, ho cercato di ..staccarmi da mio figlio, che in compenso, è diventato un...un..paparuolo:(( attaccato al padre )
(Rispondi)
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psicologiaforense il 17/05/11 alle 17:04 via WEB
eheheheheheh.. CARISSIMA TERESA, la madre rappresenta per il figlio "l'essere"; il padre il "divenire".
(Rispondi)
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psicologiaforense il 17/05/11 alle 17:07 via WEB
....(SEGUE GIOIA58_r)...... i genitori insieme dovrebbero garantire al figlio "le radici" (perchè senza radici si muore) e poi "le ali" (per volare via libero ed indipendente)
(Rispondi)
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maraciccia il 17/05/11 alle 17:16 via WEB
Come mi vuoi "pelare"..in veste di mamma...o di ex figlia?
(Rispondi)
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psicologiaforense il 17/05/11 alle 18:29 via WEB
....(SEGUE MARA) Essere mamma non è un dovere, non è nemmeno un mestiere.
E' solo un diritto tra tanti altri diritti.... ma comporta enormi responsabilità
( e Tu le soddisfi tutte).
(Rispondi)
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maraciccia il 17/05/11 alle 19:08 via WEB
Allora ti rispondo come figlia..ho avuto una mamma meravigliosa..che però quando sono nata..deve avere avuto problemi con mia sorella che quando sono nata io aveva 10 anni..per me poche carezze da mia madre..ma il motivo l'ho capito da grande...e mio padre...amatissimo...irascibile..e possessivo, geloso..non mi ha fatto volare..e me ne sono accorta quando è morto..non sapevo ancora camminare da sola
(Rispondi)
(Vedi gli altri 4 commenti )
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psicologiaforense il 17/05/11 alle 19:18 via WEB
...però appena hai imparato a volare non ti ha trattenuta più nessuno. E anche oggi, quando le beghe di bottega non ti lasciano spazio, continui a volare con la poesia... e voli anche altissimo!
(Rispondi)
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maraciccia il 17/05/11 alle 19:46 via WEB
ahahah..ad un passo dalla terra...così stavo scrivendo..e così mi sento..tu sei gentile Giuliana..ti ringrazio
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psicologiaforense il 17/05/11 alle 20:14 via WEB
io mi pronuncio solo "pro veritate". E quindi, come direbbe Marina, con pareri scritti non nel tuo interesse, ma nell'interesse equidistante della verità.
(Rispondi)
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maraciccia il 17/05/11 alle 23:46 via WEB
deformazione professionale allora..e va beh..dovrò crederti..
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ferrarazzo il 17/05/11 alle 19:34 via WEB
L'Autonomia è fondamentale quanto l'ossigeno...
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psicologiaforense il 17/05/11 alle 20:08 via WEB
Sì autonomia, indipendenza, libertà, maturità.... PURTROPPO INVECE sta sorgendo una generazione a cui nessuno ha mai detto di no, una generazione che non sa dire a se stessa di no, senza Super Io, incapace di autocontrollo. Una generazione fragile, che non sa resistere alle frustrazioni, che non sa perseguire obbiettivi elevati con tenacia, che cede con facilità alla droga, alla pornografia, alla violenza. Perché il padre non fa più il padre, ma gioca a fare il fratello maggiore. E molte mamme lamentano: il padre fugge le sue responsabilità , lascia la parte spiacevole della disciplina e preferisce occuparsi delle vacanze e dei giochi. Se però diamo la parola ai padri, troviamo un altro tipo di risposta. É mia moglie, essi affermano, che mi espelle dal processo educativo. Non sopporta interferenze e per plasmare l' anima di suo figlio usa ogni mezzo, la lusinga, la seduzione e la complicità .
(Rispondi)
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contemascetti61 il 17/05/11 alle 19:37 via WEB
da questo lato mi ritengo "fortunato" due figli d'oro...by conte
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psicologiaforense il 17/05/11 alle 20:20 via WEB
Complimenti caro Amico perchè se è indubbiamente vero che "Se vedi in tuo figlio una cosa che ti dispiace sappi che proviene da te", è anche vero che se osservi nei tuoi figli cose buone quelle provengono da voi genitori e dal vostro contesto. FELICISSIMA SERATA CONTE!
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ferrarioretta il 17/05/11 alle 20:58 via WEB
Ho due figlie ed un figlio ..meravigliosi..Hanno avuto molto poco,come cose materiali,ma ..MOLTISSIMO D'ALTRO: siamo cresciuti insieme,e non solo per modo di dire; quando è nata l'ultima,avevo 20 anni..fai te!
Il padre,c'era poco,con tre figli,c'era da viaggiare giorno e notte,per la pagnotta..ahahahah,ma ho fatto meglio che ho potuto,
Sono fiera di loro,di come sono cresciuti ..dentro..
E,li ho lasciati volare..e ..li lascio volare..
Mi limito ad esserci,quando occorre,e loro lo sanno che ci sono...
Bel post,che sento molto,mi ha commosso commentare..
UN FORTE ABBARCCIO GIULIANA
(Rispondi)
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psicologiaforense il 17/05/11 alle 23:02 via WEB
GRAZIE A TE ORETTA! Oggi purtroppo, come osservo tutti i giorni, accade che non siano più i genitori a guidare i figli, ma i figli a dover sostenere i genitori smarriti. E questi ultimi sembra si siano applicati nello studio delle strategie educative atte "A rovinare un figlio in dieci mosse",
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tombeurdefemme2010 il 17/05/11 alle 21:25 via WEB
Lasciarli liberi di volare dove? Nella prigione che gli abbiamo costruito? Uomini indipendenti? Ma ci credi davvero in quello che scrivi? o vivi su un altro pianeta? educarli...fornire loro la capacità di reggersi da se... e come la dovremmo fare questa fornitura? raccomandandoli? riempiendogli le tasche di soldi, insegnandogli la legge di Caino o come?
(Rispondi)
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psicologiaforense il 17/05/11 alle 23:04 via WEB
Vivo, ogni santo giorno che Dio ha mandato in terra -compresi i festivi- per la tutela dei minori in ambito civile e penale.
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oranginella il 17/05/11 alle 22:27 via WEB
è vero..i figli non sono nostri,difficile da accettare,ma è così..e allora noi genitori, ad un certo punto della loro Vita,bisogna metterci da parte e osservare come si muovono e intervenire, solo in casi di necessità..forse è l'unico modo per farli crescere..ciao e buona serata.
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psicologiaforense il 17/05/11 alle 23:11 via WEB
BUONA NOTTE ORANGINELLA, sì i figli non sono "nostri" ma della vita. E bisogna agevolare quel processo che tecnicamente si chiama di "SVINCOLO" dai genitori. 40 anni fa avveniva a 14 anni dopo la terza media quando andavano a lavorare come apprendisti, poi a 18 anni finite le superiori, oggi c'è lo svincolo appena hanno raggiunto l'indipendenza economica e questo può avvenire anche molto tardi.
(Rispondi)
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ZeroRischi il 18/05/11 alle 00:06 via WEB
Il compito, il dovere dei genitori, sarebbe di mettere in mano ai ragazzi, e insegnargli a usare, gli strumenti per progettare e costruirsi la propria vita. Invece spesso si tenta di fargliela trovare già confezionata e questo è un grave errore. Sbagliando s'impara e metabolizzando delusioni e frustrazioni si forma il carattere. Purtroppo è comune pensare che il semplice fatto di essere in grado di mettere al mondo figli, trasformi in educatori e a farne le spese sono proprio i ragazzi, che si sentono addossare colpe che non sono loro. Forse è meglio se vado a dormire... sogni felici. Francesco
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psicologiaforense il 18/05/11 alle 00:27 via WEB
BUONA NOTTE FRANCESCO. "Non è possibile amare troppo i propri figli". E' un'affermazione che ci appare evidente, ma che fino a pochi decenni fa molti genitori avrebbero trovato strana: il rapporto tra adulti e bambini, che è oggi quasi esclusivamente uno scambio di affetto, tenerezza, supporto e vicinanza, è stato per molto tempo basato solo sull'autorità, sul dovere e sulle regole. E se è pacifico che un'educazione armoniosa deve lasciare spazio ai sentimenti, è anche vero che questi sentimenti non possono essere sempre e solo positivi: un bambino ha bisogno di vivere anche momenti di ribellione e di odio per costruire la propria autonomia psicologica, e gli adulti devono essere in grado di riconoscere la forte ambivalenza dei propri stati emotivi più profondi. In questi ultimi tempi poi, si è verificata un'inversione di ruoli per cui non sono più i genitori a guidare i figli, ma sono i figli a dover sostenere i genitori smarriti, vittime di angoscia di separazione. E più i genitori sono angosciati, più i figli sono sommersi dal senso di colpa e oscillano tra sottomissione e ribellione, senza riuscire a trovare la via dell'indipendenza. Il figlio è sovrano, ma è un sovrano prigioniero del suo regno.
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anga il 18/05/11 alle 11:17 via WEB
Sono particolarmente interessata a questa discussione e non so giudicarmi, ovviamente come genitrice, se non per le manchevolezze o i sostegni più evidenti. Ma voglio chiederti se una volta riconosciuti su mia figlia i difetti miei più brutti, potrò mai liberarmi dall'inutile gioco di rimandi che si crea fra di noi e soprattutto impedisce che io possa aiutarla a sconfiggerli... ? :(
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