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Post n°5650 pubblicato il 26 Luglio 2011 da psicologiaforense
QUESTO POST E' DEDICATO ALLA MIA AMICA E POETESSA MARACICCIA (VEDI http://blog.libero.it/bibo55/view.php?reset=1&id=bibo55) COSÌ TI LIBERI DAL MORTIFERO “SENSO DI COLPA” IL SENSO DI COLPA È UN FENOMENO ASSURDO : NON SONO MAI I COLPEVOLI A SOFFRIRNE. SPESSO SONO LE VITTIME A FARSENE CARICO, SOLO PERCHÉ OCCORRE CHE QUALCUNO SE NE FACCIA CARICO. ![](http://1.bp.blogspot.com/-SZ7BKscxD-4/Td6qw3Tg2zI/AAAAAAAAAG4/JLdOXZhBKXM/s1600/Guilt_by_Sinc_.jpeg) Prendi una scatola da scarpe e scrivici sopra “SCATOLA DELLA COLPA” . Ogni giorno riporta su di un pezzo di carta i giudizi dettati dal tuo senso di colpa e ficcali lì dentro. A fine settimana, chiudi la scatola, scrivici sopra “RESPINTO AL MITTENTE” e buttala nella spazzatura. Puoi anche stabilire che per cinque minuti al giorno, e sempre meno da un giorno all'altro, puoi dare sfogo ai tuoi pensieri più apocalittici. se però si ripresentano durante la giornata, digli che hanno il loro spazio riservato, e che li rivedrai domani.
Commenti al Post:
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girgenti_1929 il 26/07/11 alle 21:33 via WEB
Le donne sono le peggiori nemiche di se stesse. E i sensi di colpa sono il principale strumento della tortura che si autoinfliggono.
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psicologiaforense il 26/07/11 alle 21:48 via WEB
Non so se siamo noi donne ad avere questgo triste primato, conosco tantissimi maschi che si macerano nei sensi di colpa
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pieroal_1972 il 27/07/11 alle 09:54 via WEB
scusate l'intrusione, confermo che il senso di colpa non fa discriminazione sessuale :)
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clara.limpidissima il 26/07/11 alle 21:35 via WEB
FORMIDABILI E GENIALI QUESTE ISTRUZIONI PER RESPINGERE AL MITTENTE IL SENSO DI COLPA
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CARMELINA il 26/07/11 alle 21:40 via WEB
torniamo per favore al vecchio freud e alla teoria secondo cui il senso di colpa è la percezione che nell'io corrisponde alla critica del super-io, e dio sa quanto sia difficile liberarsene. o a jung, che nell'accettazione della colpa vede la premessa di ogni differenziazione individuale. «ci si puo' lasciar sfuggire non soltanto la propria felicita', ma anche la propria colpa decisiva, senza la quale un uomo non raggiungera' mai la sua totalita'».
(Rispondi)
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psicologiaforense il 26/07/11 alle 21:45 via WEB
eheheheheh cara Carmelina il problema può essere rovesciato così: Buon senso, iperconcretismo, perbenismo, stile da addetto alle vendite, fiducia ingenua e totale nelle cosiddette procedure razionali e nella libertà dell'azione, ottimismo a oltranza, divisione netta tra bene e male e sottovalutazione del male, culto dell'aneddoto e del lieto fine. QUINDI CAPISCO PERFETTAMENTE IL SENSO DEL TUO COMMENTO. GRAZIE!
(Rispondi)
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psicologiaforense il 26/07/11 alle 22:56 via WEB
CARISSIMA MARA, la colpa è spesso attribuita ai sentimenti più che alle azioni e questo provoca la malattia emotiva. Molte persone rimuovono i loro sentimenti di ostilità e la loro sessualità perché esprimono un giudizio negativo a loro riguardo, come conseguenza si solleva un profondo senso di colpa in loro, che scompare solo quando questi sentimenti hanno modo di liberarsi dalla prigione interiore.
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maraciccia il 26/07/11 alle 21:55 via WEB
Beh...chiaro è chiaro..ma il mittente?..ahahah...si..
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psicologiaforense il 26/07/11 alle 22:02 via WEB
..... la depressione è una tragedia dell'insufficienza, che si contrappone alla nevrosi ottocentesca, che è invece un dramma della COLPA. L'uomo depresso è l'uomo senza guida della società contemporanea, intimamente spossato dal compito di diventare semplicemente se stesso e tentato di sostenersi con l'additivo dei farmaci o dei comportamenti compulsivi. Se nelle società del passato la felicità consisteva nel sapersi uniformare ai propri doveri, oggi la nuova retorica sociale pone l'accento sul fatto che la felicità consiste nel sapersi uniformare ai propri desideri, indicazione che fa dell'autostima l'obiettivo principale.
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maraciccia il 26/07/11 alle 23:13 via WEB
e se non lo riconosci?..il senso di colpa dico..magari parlando vien fuori...o quando scrivo o racconto?
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psicologiaforense il 26/07/11 alle 23:40 via WEB
CARISSIMA, vuoi una spiegazione in termini clinici? L'autosvalutazione e la COLPA sono i motivi dominanti della depressione, i contenuti più frequenti delle lamentazioni depressive. In genere, il depresso dice di non valere niente, di essere sempre stato un incapace, e che dalla sua incapacità deriva il rovinoso stato attuale. “Ho sempre sbagliato tutto” dice il depresso, e si affacciano in lui ricordi lontani o recenti che lo tormentano come vivaci accuse, come oscuri rimorsi. Tanti avvenimenti sgradevoli, o piccole miserie o errori di cui il passato di tutti noi è più o meno costellato, e che, nel tono normale dell'umore, rimangono fuori dalla coscienza e riusciamo a buttarci dietro le spalle quando malignamente si affacciano o che disinvoltamente giustifichiamo, ristagnano nella coscienza del depresso, crescono, ingigantiscono e lo tormentano; nè vale il tentativo di mostrargli la piccolezza del fatto, la sproporzione del rimorso.
Sembra che il depresso vada alla ricerca di motivi per accusarsi, per sentirsi, comunque, un uomo colpevole.
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(Vedi gli altri 5 commenti )
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maraciccia il 27/07/11 alle 00:14 via WEB
già...non ho saputo guardare avanti..non ho previsto...non sono stata brava....grazie Giu
Vado a nanna...buonanotte...grazie di tutto
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psicologiaforense il 27/07/11 alle 00:15 via WEB
PRECISO QUI: In genere, il paziente presenta uno stato di rallentamento ideativo e motorio, risponde con un certo ritardo alle domande e si muove poco: i familiari dicono “starebbe tutto il giorno a letto o in poltrona”. E anche quando il depresso è manifestamente ansioso ed espri¬me vivamente le sue esperienze dolorose, il tema è unico e monotono: “il suo star male”, il suo dolore, la sua angoscia.
Uno dei primi disturbi che il depresso spon¬taneamente accusa è in genere la svogliatezza per ogni cosa e il senso di incapacità a fare anche le cose più abituali, più semplici. “Tut¬to mi pesa”, dicono i pazienti, “tutto mi sem¬bra difficile, come farò a fare la spesa, a far da mangiare: mi sembra di non sapere fare più niente; non so più svolgere le pratiche d'uffi¬cio; scrivere una lettera mi sembra una cosa enorme, ma tutto è enorme, ogni piccola diffi¬coltà mi sembra una montagna, un masso che mi schiaccia; mi lascio andare, non mi va nemmeno di lavarmi; il mio lavoro mi oppri¬me perchè non so più fare niente; mi sento incerto, non so prendere decisioni” e sorgono così gli interrogativi penosi e la paura del futuro, il dilagare dei sentimenti dolorosi sugli altri: “non posso più lavorare, lottare; come vivrò, come vivranno i miei familiari; se non riesco a far niente chi farà crescere mio figlio?”. sull’autosvalutazione e la colpa, cara Mara, ti ho già scritto da me e non starò qui a ripetere.
II disinteresse (inter-esse significa essere con gli altri e le cose, dis-interesse significa essere fuori, non partecipare) è un'espressione essen¬ziale della depressione che si rivela sia per le cose quotidiane che danno normalmente un certo gusto all'esistenza, sia per quelle più importanti in ambito lavorativo o sociale. II paziente depresso sente “l’inutilità” di tutto quanta accade attorno a sè e vive dolorosa¬mente la sua non partecipazione. E’ permaloso e suscettibile. Tende ad evitare gli incontri, gli impegni di qualsiasi natura e vive sempre più isolato e chiuso in se stesso. “Non mi interessa più niente”, di¬ce il depresso, “mi sento svuotato e distac¬cato”.
Questo distacco si definisce anche come “sentimento doloroso per la perdita dei senti¬menti” ed è come se il depresso ritirasse den¬tro di sè tutte le pulsioni, gli affetti, i senti¬menti prima rivolti verso l'esterno.
Noi normalmente viviamo, esistiamo con una serie di fili che ci collegano con il mondo esterno, fili nei quali scorre un'energia che è appunto la partecipazione, che è la risonanza spiacevole o piacevole alle cose, che è l'inte¬resse che noi poniamo nelle cose. Nel depresso l'energia non scorre più, i fili sono interrotti ed e il “distacco”.
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maraciccia il 27/07/11 alle 00:31 via WEB
(ogni piccola diffi¬coltà mi sembra una montagna, un masso che mi schiaccia; mi lascio andare, non mi va nemmeno di lavarmi; il mio lavoro mi oppri¬me perchè non so più fare niente; mi sento incerto, non so prendere decisioni”E’ permaloso e suscettibile.)
Ma sui sentimenti non mi torna..sento di voler bene.
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pieroal_1972 il 27/07/11 alle 10:01 via WEB
oltre ad "ho sempre sbagliato tutto" credo che la depressione possa arrivare anche da eventi esterni pesantissimi e non direttamente controllabili ed il pensiero può essere "tanto a che serve? a niente!". da quì il disinteresse verso tutto e tutti...
certo è che si tratta di pensieri devastanti
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maristella0109 il 26/07/11 alle 22:05 via WEB
sì i sensi di colpa fregano. e ce li hanno messi i genitori (inconsapevoli) e il sistema, scuola, lavoro, religione, stato (vedi crisi economica) è un discorso attinente a quello che scrivo sul potere. al potere conviene che noi ci sentiamo in colpa e fa di tutto in questo senso, vedi la fame nel mondo. un discorso lungo e complesso. buona serata :)
(Rispondi)
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psicologiaforense il 26/07/11 alle 22:12 via WEB
BRAVISSIMA! L' uso del senso di colpa, arma di dominio psicologico.
Ci sono molti modi per far fare agli altri ciò che vogliamo, per dominarli psicologicamente ma, fra persone che si vogliono bene, il meccanismo più usato è di creare in loro un continuo senso di colpa.....
(Rispondi)
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Silvia il 26/07/11 alle 22:21 via WEB
e poi c'è chi le colpe le ha e non c'è scatola che possa contenerle o bidone che possa alleviarne il peso.
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psicologiaforense il 26/07/11 alle 22:27 via WEB
Sì, ma non bisogna confondere il "rimorso" con il "senso di cvolpa". In questo secondo caso la "colpa" è, di solikto, immaginaria. Pensiamo al depresso che si sente colpevole per tutte le calasmità che accadono.
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psicologiaforense il 26/07/11 alle 22:29 via WEB
Dicevo sopra: L' uso del senso di colpa come arma di dominio psicologico. Succede spesso anche tra coniugi.....
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psicologiaforense il 26/07/11 alle 22:30 via WEB
......ma tra i due partner non è mai quello più intelligente e più autorevole a usarlo. Perché non gli serve. Ha altri “strumenti” per gestire la relazione di coppia. Invece è il partner meno intelligente o che ha meno successo che usa la sua debolezza. E’, per esempio, esperienza comune incontrare un professionista di successo o un imprenditore che sul lavoro è sicuro e autoritario con i suoi dipendenti ma che ubbidisce a tutti gli ordini, a tutte le richieste di sua moglie, una donnina fragile e sempre insoddisfatta. Lui si prodiga per farle avere ciò che vuole, ci riesce e a questo punto vorrebbe vederla esultare, vorrebbe festeggiare, ma lei è ancora scontenta, ha un altro affanno... Allo stesso modo molti genitori si sentono in colpa quando i figli sono irritati o insoddisfatti
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Danny_Sinclair il 26/07/11 alle 22:31 via WEB
Ciao. E' la prima volta che commento anche se da qualche settimane ti leggo.
Già, qualcuno diceva che il posto giusto dei "sensi di colpa" sia il cestino della spazzatura. Non lo so se sia vero. Quello che è vero è che comunque, come diceva sopra una tua commentatrice qui sopra, il "senso di colpa" è un arma di potere straordinaria e non sempre è cosi facile liberarsene. Chi la usa, poi, a volte ne è consapevole, altre volte no. E non so proprio cosa sia peggio.
Un saluto. Ciao!
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psicologiaforense il 26/07/11 alle 22:39 via WEB
Grazie davvero per visita e commento. A presto. FELICISSIMA SERATA!
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psicologiaforense il 26/07/11 alle 22:55 via WEB
.......Il senso di colpa e la vergogna sono al centro di molti disturbi emotivi. Il senso di colpa si genera dalla consapevolezza di come le nostre azioni possano essere giudicate dagli altri in modo biasimevole
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maristella0109 il 26/07/11 alle 22:39 via WEB
un aspetto del senso di colpa, se lo conosci cerchi di combatterlo ... http://blog.libero.it/liberioschiavi/10455892.html
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psicologiaforense il 26/07/11 alle 22:52 via WEB
....... Il senso di colpa, è un piccolo strumento di precisione si può usare quando non si vuole assumere le responsabilità della propria vita. Usatelo ed eviterete ogni rischio, ma impedirete a voi stessi di crescere (Wayne W. Dyer).
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oro.colato il 26/07/11 alle 23:27 via WEB
CIAO MARCO MI PUOI SBLOCCARE UN ATTIMO I PVT?
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psicologiaforense il 26/07/11 alle 23:44 via WEB
Non so con chi parli, comunque il pvt è liberissimo! Cmq controllo che non sia pieno....
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ferrarioretta il 27/07/11 alle 00:12 via WEB
E' capitato anche a me,di sentirmi ..male,per ogni notizia che leggevo o sentivo,ma erano periodi "pesanti" per me e dunque ero più "fragile"..Ma ,non avevo molto tempo per me,dovevo pensare a risolvere e questo mi ha aiutato..
Se fossi crollata,sarebbe stata una ..CATASTROFE per chi amo,e non me lo potevo permettere..
DOLCE NOTTE GIULIANA..anche se è ancora lunga..
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maraciccia il 27/07/11 alle 11:16 via WEB
Buongiornoooo..un sorriso a Giuliana..e uno alle amiche
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t6893 il 27/07/11 alle 12:02 via WEB
beh...direi che in me c'è un mix tra sensi di colpa..nevrosi...depressione..Non riesco a farmi scivolare nulla..mi faccio sempre carico di tutto...e non riesco ad essere egoista...almeno ogni tanto..pensare a me stessa..Spesso sono gli altri che riescono a farti sentire in colpa...Non so se la scatola di scarpe può bastare...magari un bello scatolone gigante ogni settimana...Complimenti per il blog..Non riesco a seguire tutte le discussioni purtroppo..ma ogni tanto leggo.Buona giornata. Taty.
(Rispondi)
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gblue2010 il 27/07/11 alle 12:05 via WEB
Il mio senso di colpa è nato con me, vive con me e, all'improvviso, salta fuori e mi prende alla gola cercando di soffocarmi. Tutta la razionalità che possiedo a volte non è sufficiente a combatterlo. Però ce la metto tutta ed ora provo pure la tua scatola. Grazie e un saluto. Gio'.
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peramoresolamente il 28/07/11 alle 11:55 via WEB
Il Senso di colpa..serve a DAR SENSO alle proprie colpe...
Diventa frustrazione se non ci si libera.
Ora, non bisogna chiuderlo in una scatola e (virtuale), che renderebbe schiavi della colpa, ma rendersene conto, opportunamente chiedere scusa, e possibilmente rimediare.
La verità...rende liberi...
Solamenteperamore Francesca.
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