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Post n°6081 pubblicato il 15 Febbraio 2012 da psicologiaforense
Il giudice ricongiunge famiglia anche se gli sposi sono due gay Il matrimonio gay non è valido in Italia, ma il giudice civile Emilia Domenica Sabrina Tanasi ha accolto il ricorso presentato al Tribunale di Reggio Emilia da un ragazzo uruguayano sposato in Spagna con un cittadino italiano a cui era stato negato il permesso di soggiorno dalla Questura. Lo rende noto l'associazione Radicale Certi diritti che ha sostenuto il ricorso, presentato dall'avvocato Giulia Perin, con cui non si è chiesto il riconoscimento del matrimonio spagnolo ma il diritto per i coniugi, sebbene non riconosciuti, ad avere una vita famigliare in Italia. Nel ricorso si fa riferimento alla sentenza n. 1328/2011 della Corte di Cassazione che afferma: la nozione di «coniuge» prevista dall'art. 2 d.lgs. n. 30/2007 deve essere determinata alla luce dell'ordinamento straniero in cui il vincolo matrimoniale è stato contratto; lo straniero che abbia contratto in Spagna un matrimonio con un cittadino dell'Unione dello stesso sesso deve essere qualificato quale «familiare», ai fini del diritto al soggiorno in Italia. Nella sentenza inoltre viene richiamata quella della Corte costituzionale n. 138 del 2010 che afferma: all'unione omosessuale, «intesa come stabile convivenza tra due persone dello stesso sesso», spetta «il diritto fondamentale di vivere liberamente una condizione di coppia» e che il diritto all'unità della famiglia che si esprime nella garanzia della convivenza del nucleo familiare costituisce espressione di un diritto fondamentale della persona umana. Questa sentenza - sostiene l'associazione - rappresenta un grande passo avanti per l'affermazione della non discriminazione delle coppie dello stesso sesso, ora il Governo dovrà riconoscere queste unioni tra i cittadini italiani, come richiesto dalla Corte Costituzionale con la sentenza 138/2010». |
Commenti al Post:
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maraciccia il 15/02/12 alle 16:00 via WEB
Penso la sentenza abbia trovato la strada giusta per sopperire a una mancanza del nostro ordinamento giuridico..se si vuole si può.
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card.napellus il 15/02/12 alle 16:08 via WEB
Mi meraviglio, ma non mi meraviglio, che serva una sentenza per ammettere un palese diritto.
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psicologiaforense il 15/02/12 alle 21:45 via WEB
eheheheheh ci sono diritti non solo palesi ma addirittuta "INDISPONIBILI" (come quelli dei minori) che vengono disattesi o violati sistematicamente. Quindi una giurisprudenza in merito è sempre fondamentale.
(Rispondi)
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sinaico il 15/02/12 alle 21:55 via WEB
Mi pare che il giudice vada contro la legge italiana. Anzi, contro la costituzione. In ogni caso, se la nozione di coniuge deve essere determinata alla luce dell'ordinamento straniero (cosa che trovo assurda), poiché è evidente che tale norma sia stata formulata per favorire i ricongiungimenti delle mogli dei musulmani, mi pare che lo spirito della legge non sia stato applicato dal giudice. Anche perché per la legge italiana il coniuge è sempre una persona dell'altro sesso. Non è questione di nozione, semplicemente una persona dello stesso sesso per la legge italiana non può essere coniuge e la norma della sentenza da te citata non può essere applicata. Se in una nazione fossero ammessi i matrimoni con gli elefanti, il giudice ammetterebbe il ricongiungimento? Ti saluto e ti auguro una interessante serata.
(Rispondi)
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psicologiaforense il 15/02/12 alle 22:37 via WEB
Grazie per questo commento. Però il giudice è il supremo interprete della legge e mi pare abbia ben motivata la sua decisione........ E' chiaro che la normativa italiana in materia va "aggiornata" per porla in linea con quella europea.
(Rispondi)
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ferrarioretta il 15/02/12 alle 23:08 via WEB
Beh,ormai i tempi sono maturi per cambiare tante cose....ed è anche giusto,ognuno deve viere la sua vita meglio che può, è tanto difficile cosa ci riserva il domani,rendiamolo più sereno possibile per tutti..
(Rispondi)
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card.napellus il 16/02/12 alle 00:50 via WEB
A volte il matrimonio con un elefante sistema un sacco di problemi!
(Rispondi)
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