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Post n°6522 pubblicato il 12 Luglio 2012 da psicologiaforense
Libertà di parolaccia in tv. L'America dice addio ai ''bip'' La Corte d'appello di Manhattan boccia la regola che vietava le oscenità sui media LE PAROLE CHIAVE DELLA COMUNICAZIONE E DEI NUOVI MEDIA SONO, IN REALTA’.... PAROLACCE?
La parolaccia è una costante del comportamento umano, una corrente elettrica che attraversa da sempre il linguaggio individuale e collettivo, come testimoniano gli storici della lingua, datando dagli esordi della comunicazione verbale della specie l'apparizione delle parolacce, in ogni civiltà, e rintracciandone le evenienze in ogni tempo. Non è un fenomeno casuale: i neurologi sono riusciti a stabilire che nel cervello esiste un'area espressamente dedicata all'elaborazione e all'invenzione degli insulti. ORA la Corte d'appello del secondo distretto di Manhattan ha accolto il ricorso contro i regolamenti federali del 2004 che impedivano di pronunciare in tv o alla radio «oscenità sessuali» o «espressioni indecenti», togliendo i lacci a numerose trasmissioni. Il motivo è la tutela della libertà di espressione, come si evince dal testo della sentenza: «Proibire ogni tipo di riferimenti chiaramente offensivi al sesso e agli organi sessuali senza definire prima cosa si intende per offensivo significa ridurre la possibilità di esprimersi perché i conduttori non hanno idea di cosa può essere permesso o meno» con il risultato di «indurli a praticare l'autocensura su contenuti che sono protetti dal testo del Primo Emendamento» della Costituzione, che protegge appunto la tutela della libertà di parola.
Commenti al Post:
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ferrarioretta il 12/07/12 alle 18:27 via WEB
Ecco,ci mancava...adesso speriamo che non ne venga fuori un effetto domino a livello ....mondiale!
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psicologiaforense il 12/07/12 alle 18:35 via WEB
Nella motivazione la corte cita alcuni esempi, come ad esempio la decisione di una stazione radiofonica dello Stato del Vermont di non trasmettere un dibattito politico locale perche' uno degli sfidanti adoperava «termini proibiti» oppure una tv di Moosic, in Pennsylvania, che ha deciso di non trasmettere piu' alcun evento in diretta per impedire ai telespettatori di potersi trovare ad ascoltare «parole sconvenienti».
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psicologiaforense il 12/07/12 alle 18:36 via WEB
Il siluro giuridico ha per destinatario Julius Genachowski, presidente dell'Ente federale sulle comunicazioni (Fcc) di Washington, che finora aveva vegliato sulla rigida applicazione di norme che obbligano radio e tv a coprire con dei «bip» le parole «sconvenienti» pronunciate a microfoni aperti come anche giornali e tabloid ad adoperare i puntini di sospensione per non trascriverle. Fra i termini piu' diffusi che subiscono questa sorte c'e' «fuck» (scopare, fottere) come anche la descrizione di organi e atti SESSUALI.
(Rispondi)
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psicologiaforense il 12/07/12 alle 18:36 via WEB
A parlare di «giornata storica per la legge americana» e' Carter Phillips, l'avvocato di Washington che si e' battuto contro la Fcc per difendere gli interessi di un gruppo di network nazionali guidato da Fox tv di Rupert Murdoch: «Definire gli attuali regolamenti troppo vaghi e' una cosa giusta che andava fatta da tempo, adesso spetta alla Fcc il compito di riprendere il testo ed essere piu' specifica nella definizione del concetto di «offesa inerente a frasi a sfondo sessuale» delle quali il vocabolario inglese e' molto ricco.
(Rispondi)
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psicologiaforense il 12/07/12 alle 18:37 via WEB
BUONA SERATA ORETTA:))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))))
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ferrarioretta il 12/07/12 alle 23:51 via WEB
Almeno da quel lato ..Sìììììì....non so ancora come finirà,ma intanto ..non ci penso.ihihihihihi...
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giordana2007 il 12/07/12 alle 22:22 via WEB
però è pericoloso xchè un conto è la libertà un conto è l'arbitrio
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psicologiaforense il 12/07/12 alle 22:29 via WEB
Intanto non esistono le PAROLACCE ma esistono le parole cioe' esistono modi di espressione e linguaggi di diverse funzionalita' e competenza. E prima ancora di avventurarci in giudizi di valore (e sulla stessa liceita' di farlo) chiediamoci che cos' e' un linguaggio. E' forse, come genericamente si crede, lo strumento attraverso il quale far passare la materia grigia dei cosiddetti contenuti? Se cosi' fosse, per la serenita' di tutti, il problema non esisterebbe giacche' da una parte se ne starebbero i contenuti belli ordinati e in fila negli scaffali della mente e dall' altra i cartellini delle parole pronti a confluire nella lista della spesa (pardon) del discorso. Ma noi (e anche voi) sappiamo che le cose non stanno cosi'. Che le parole non sono semplici cartellini o etichette monouso, ma acquistano un senso ogni volta diverso a seconda del contesto di relazioni verbali in cui sono inserite. Ogni parola subisce un taglio di luce diverso dalle parole che le stanno accanto e di queste ogni volta condiziona l' esposizione. Se il linguaggio e' questo non e' possibile rinunciare a priori a nessuna parola perche' equivarrebbe a ridurre fortemente le possibilita' del discorso quando non a nasconderne parti essenziali.
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ferrarioretta il 12/07/12 alle 23:52 via WEB
Vero:quante volte,a seconda del momento...ci scappa "una parolina"??? Siamo sinceri..eheheheheheh
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maraciccia il 12/07/12 alle 19:20 via WEB
son dimagrita...m'hai visto??...ancora c'è tanto lavoro da fare....ma almeno ho invertito la tendenza!!..bacetto
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giordana2007 il 12/07/12 alle 22:23 via WEB
io non sono d'accordo.il torpiloquio non ha mai giovato a nessuno
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psicologiaforense il 12/07/12 alle 22:30 via WEB
E allora quel che noi possiamo fare e' di stare particolarmente attenti perche' nei nostri programmi, se le PAROLACCE devono esserci, rispondano sempre ad una chiara necessita' espressiva. E' stato il caso di Paolo Rossi, come di <Svalutation> di Celentano, come anche dell' ultima puntata di <Videobox> in cui alcuni ragazzi attraverso una <litania di PAROLACCE>, recitavano una specie di autobiografia. Qualcuno ci ha rimproverato perche' questa autobiografia e' andata in onda alle ore 20. 00: e' chiaro che se il problema va impostato nei termini che abbiamo sopra tracciato non si pongono questioni di orario. A chiusura una domanda: ma e' proprio vero che i bambini sono attratti dalle espressioni forti o non accade proprio il contrario e cioe' che le capacita' intellettive del bambino sono tali per cui le PAROLACCE le accetta e gode quando sono inserite in contesti magari bugiardamente rassicuranti mentre le respinge (non riesce nemmeno a percepirle) quando appaiono in contesti di significato piu' adulto ed evoluto?
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bibiosa il 12/07/12 alle 22:39 via WEB
E' molto originale tutto questo.....
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bibiosa il 12/07/12 alle 22:41 via WEB
Mi sembra giusto svecchiare il linguaggio della RadioRai e dei media in generale sento il bisogno di cambiare e mi fa molto piacere andare a fare cose diverse..... (anche linguaggi diversi)
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