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Post n°6638 pubblicato il 20 Agosto 2012 da psicologiaforense
SESSUALITA' A qualcuno piace caldo e ad altri freddo, ma ci sono pure quelli che non lo pensano proprio. Sono gli «asexual», gli asessuali, che adesso hanno costruito persino un «sindacato» per rivendicare la loro identità di persone non interessate ai piaceri della carne. Secondo uno studio condotto dallo psicologo Anthony Bogaert della Brock University, nell'Ontario, tra l'1 e il 2% degli adulti non ha alcun interesse per il sesso. Si tratta di uomini e donne che non provano alcun desiderio. Non sono gay e neppure etero, oppure lo sono ma non fa differenza: qualunque sia la loro inclinazione, non sentono il bisogno di darle seguito con la pratica. Questo studio ha fatto emergere una tendenza che secondo i suoi seguaci esiste da sempre, ma finora nessuno si era preoccupato di portarla in superficie. Quindi David Jay, un ragazzo americano di 23 anni, ha deciso di fondare l'Asexuality Visibility and Education Network (Aven), una specie di sindacato che invita tutti gli asessuali ad unirsi, perchè tanto hanno da perderci solo le loro catene sociali. «La sessualità - spiega David - è come qualunque altra attività. Ci sono persone per cui il paracadutismo, le torte al cioccolato o il calcio sono la vita. Ma ci sono anche persone che non amano queste cose. Non c'è ragione per impegnare la tua energia e attenzione in qualcosa riguardo la quale non senti il bisogno di fare nulla». L'Aven è una comunità online a cui appartengono circa 8.000 persone. In maggioranza sono giovani sotto i trent'anni, ma ci sono anche diversi adulti. Non è la sola e ne stanno nascendo altre, come la Official Asexual Society. La militanza è aperta a tutti, anche se la definizione della tendenza è complicata. Alcuni medici pensano che si tratti di una disfunzione fisica, mentre gli psicologi propendono per una particolare condizione mentale inibente. I critici ribattono che si tratta solo di gay repressi, che non hanno il coraggio di ammettere la loro omosessualità e praticarla. Secondo il Kinsey Institute, che ha quasi inventato gli studi accademici in questo settore, «gli asexual vengono meglio caratterizzati da un basso desiderio sessuale e da una bassa eccitazione, piuttosto che da bassi livelli di attività sessuale o da alti livelli di inibizione». David Jay dà la definizione più ampia possibile: sotto la tenda di Aven possono trovare ospitalità tutti, da chi «non prova alcun desiderio, a chi occasionalmente si masturba, senza sentire il bisogno di cercare un partner». La condizione irrinunciabile, insomma, non è l'assoluta assenza di libido, ma la mancanza di rapporti completi con partner. Quindi si può stare insieme, fidanzarsi, anche baciarsi, ma senza mai concludere. È possibile arrivare alla pace dei sensi dopo averli adoperati a lungo, oppure tornare all'attività dopo un periodo di pausa. L'importante è che l'asessualità non sia una scelta volontaria, come il celibato, ma uno stato in cui il soggetto si ritrova per natura.
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