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Post n°6671 pubblicato il 28 Agosto 2012 da psicologiaforense
IL SEGRETO DEL PICCOLO MATTEO, IL BIMBO CHE NON FA PAURA ALLE MARMOTTE E’ Danilo Mainardi a raccontare la storia del piccolo Matteo Walch. Un bimbo minuto alto come un soldo di cacio. La marmotta che per prima se lo trovò di fronte, quando con tutta la famiglia era in vacanza a Grosslockner, nelle Alpi austriache, penso l'abbia guardato soprattutto con curiosità, forse con un po' d'interesse ma certo non con paura. I grandi e tondi occhi del roditore persi negli infantili occhi umani di Matteo. E un po' infantili erano anche quelli della marmotta (che pure era una signora di una certa età) perché loro, tutte le marmotte, sono fatte così, e, almeno ai nostri occhi, un po' bambocce lo rimangono sempre, come i koala e i panda e, a modo loro, pure i pinguini. Fatto sta che Matteo allora cominciò quell'avventura che ora possiamo anche considerare una lezione per tutti noi. Una lezione innanzitutto perché, invece di rimanere con gli altri bambini nel recinto del parco giochi, aveva preferito correre libero nella natura e starsene là ad osservare le marmotte. Una lezione inoltre perché, oggi che ha otto anni, ci insegna come tutti noi dovremmo comportarci con gli animali selvatici. La storia di Matteo, tutto sommato, è insieme semplice e straordinaria. La semplicità sta nel come s'è andata sviluppando: da quando aveva quattro anni ogni estate Matteo ha infatti trascorso due settimane giornalmente immerso nella colonia di marmotte, ed è bastato questo breve periodo, ripetuto però un anno dopo l'altro, per far prima nascere e poi consolidare tra l'umano e i non umani un'amicizia caratterizzata dalla reciprocità ma anche dalla consapevolezza della diversità esistente tra le loro due specie. La lezione che il bambino Matteo col suo esempio sta infatti dando è che a creare un legame forte tra un animale e un essere umano non c'è solo l'imprinting, legame che fa dell'animale (in questo caso penso soprattutto al cane) e del padrone quasi un tutt'uno, un'unica famiglia. Un legame che comunque ci dà una sensazione di parentela. Nel caso di Matteo e delle marmotte il rapporto è diverso, è la cosiddetta «socializzazione secondaria». Avviene al di là del periodo precoce dell'imprinting e semplicemente annulla la paura e crea fiducia e simpatia, ma la marmotta resta marmotta e l'uomo resta uomo. C'è però, in questa socializzazione secondaria, il miracolo della convivenza pacifica, del riconoscersi anno dopo anno e dell'essere felici a ogni nuovo ritrovarsi.
Commenti al Post:
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Antonietta il 28/08/12 alle 17:59 via WEB
E' una storia molto commovente
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ENZO il 28/08/12 alle 18:10 via WEB
A ottobre mutamenti incredibili avvengono nell'apparato nervoso ed endocrino del nostro roditore. La secrezione ormonale si modifica; l'apparato immunitario si abbassa a tal punto che il timo, ghiandola a secrezione interna, morfologicamente scompare. Questi cambiamenti consentono alle MARMOTTE di cedere calore corporeo, passando da 37 a 3o C. Il cuore riduce i battiti da 80 a 2 pulsazioni e la frequenza del respiro si abbassa a indici che sembrano incompatibili con la vita.
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psicologiaforense il 28/08/12 alle 18:14 via WEB
Anche a me è piaciuta molto. Sono stata sul ghiaccio del Grosslockner in Austria molte volte e ho visto queste marmotte.
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psicologiaforense il 28/08/12 alle 18:18 via WEB
Sì carissimo ENZO. Esattamente così. Vedi Enzo il segreto della sopravvivenza risiede, oltre che in un ormone capace di funzionare a bassa temperatura, in una serie di ghiandole cosiddette <ibernanti>. Infatti, un loro estratto, iniettato in un gruppo di topolini bianchi, ha consentito loro di resistere per trenta giorni in una cella frigorifera a 1o C. Ma il dato forse più promettente è un'altro: durante il letargo il meccanismo immunologico della marmotta resta inattivo. Ecco perchè trapianti di cute eseguiti su alcune marmotte in letargo e anche su topi ibernati con estratti di ghiandole di marmotte, hanno avuto pieno successo.NESSUN RIGETTO!
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psicologiaforense il 28/08/12 alle 18:19 via WEB
....segue ENZO... Un rene di coniglio, trapiantato in una marmotta ibernata, è stato <conservato> per un mese e restituito integro al coniglio donatore. La conservazione degli organi rappresenta tutt'oggi un grosso problema. Mantenerli in un organismo vivente potrebbe rappresentare, per la chirurgia, una opportunità preziosa.
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FRANCESCO il 28/08/12 alle 18:04 via WEB
le marmotte sono mammiferi che hanno affinità con il mondo degli uomini
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psicologiaforense il 28/08/12 alle 18:22 via WEB
SICURAMENTE SI' CARISSIMO FRANCESCO. Prima di andare in letargo le mamme marmotte, aiutate dai figli più piccoli, rimuovono il fieno che funge da materasso e trapunta del loro letto, mescolando odorosi frammenti di abete e di larice. Con l'avvicinarsi del periodo invernale l'animale, mangiando erbe speciali, si purga, in modo da entrare nella tana con l'intestino vuoto. Genitori e zii si stringono a semicerchio intorno ai più piccoli che, dormendo al centro, stanno belli caldi.
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SANDRA il 28/08/12 alle 18:06 via WEB
Sono bestie che si organizzano in "famiglie". Esiste anche la figura della sentinella, pronta, quando la famiglia e' al pascolo, a fischiare in segno di pericolo.
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psicologiaforense il 28/08/12 alle 18:25 via WEB
E' vero! EHEHEHEHEH secondo me, ciò che rende più <umana> la funzione d'allarme, è il fatto che, talvolta, la sentinella "MENTE SPUDORATAMENTE" sulla presenza del pericolo, per approfittare della fuga delle altre e far così man bassa dei viveri conservati nelle tane.
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Zara1115 il 28/08/12 alle 18:35 via WEB
Bisogmerebbe andare a lezione dalle marmotte. Per esempio guarda i segreti delle tane e poi i meccanismi del lungo letargo di cui avete parlato anche più sopra
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psicologiaforense il 28/08/12 alle 18:38 via WEB
CIAO CHIARA!Lo spazio adibito al letargo è a una profondità di circa 6 metri. La camera centrale ovale è lunga circa 60 cm e alta 40. Dopo un paio di metri la galleria principale si biforca conducendo ad altri cunicoli e ad altre uscite di sicurezza. Prima di sprofondare in letargo, la marmotta chiude la porta d'ingresso costruendo uno o più tappi con terra, pietre e fieno, mentre altri tappi sistemati in piccoli cunicoli laterali fanno pensare a cellette adibite a toilettes e creano un particolare sistema di ventilazione della tana, così efficace da stimolare ricerche in chi si occupa di impianti per l'aria condizionata. Se riusciremo a ibernare gli astronauti, lanciati nell'immensità degli spazi siderali, una parte di merito spetterà ai suggerimenti che ci vengono dallo studio del letargo delle marmotte.
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Zara1115 il 28/08/12 alle 18:46 via WEB
E pensare che c'è gente che le uccide.Da noi ovviamente. In Austria queste cose non succedono. Altra cultura. Quanti siano i bracconieri sulle Alpi è difficile stabilirlo. E non è nemmeno facile contare il numero di stambecchi, cervi, caprioli, marmotte, volpi, cinghiali e rapaci (molti di questi sottoposti a selezione controllata) che vengono abbattuti.
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psicologiaforense il 28/08/12 alle 18:50 via WEB
Purtroppo sì. Il bracconaggio è radicato in certe culture popolari, ma il mondo cambia e forse si potrà far capire a questa gente che la fauna è una risorsa fondamentale del territorio.
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maraciccia il 28/08/12 alle 20:25 via WEB
non faccio in tempo a godermela ora...passo dopo..devo cucinare..ciao Pupa
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maraciccia il 28/08/12 alle 22:33 via WEB
bella storia..e anche le foto...quel bambino sarà ricco per tutta la vita
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ferrarioretta il 28/08/12 alle 22:51 via WEB
Bellissimo Giuliana...così doverebbe essere sempre per tutti,ma si sa..i bambini hanno dalla loro ancora un'anima pulita..
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