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Post n°6712 pubblicato il 07 Settembre 2012 da psicologiaforense
I GIOVANI IN TEMPO DI CRISI GLOBALE: AIUTIAMOLI A NON GIOCARE CON LA LORO VITA
Sembra che la cosiddetta "emergenza giovanile" (che va aumentando in questi anni di crisi globale ) produca un fenomeno sempre più ampio non solo di trasgressione, ma di disamore alla vita. I giovani affermano che fenomeni di abbandono, atteggiamenti di indifferenza, banalizzazione delle esperienze producono un crescente vuoto di contenuti nell'esistenza di tanti, troppi ragazzi e ragazze che portano tuttavia in sè la pretesa di vivere gioiosi e convinti. Così avviene anche il suicidio. O quegli “incidenti" che, di fatto, sono suicidi mascherati. Noi, adulti, siamo amaramente sconcertati da questa tendenza a “giocare” con la morte, come oggi si dice, che inventa esperienze di rischio assurdo. E più che prova di coraggio sembra essere inconscia ricerca di morte. Sicuramente siamo di fronte a un fenomeno complesso, che non ci consente semplificazioni: ma al di sotto di esso mi pare stia comunque una fragilità dei giovani che deve produrre in noi struggente tenerezza e grande senso di responsabilità. Noi dobbiamo aiutare le generazioni crescenti a radicare se stesse nell'esperienza della vita con più convinzione, con più forza, con più ideale. Il loro disagio dev'essere il nostro, il loro disorientamento deve spronarci a loro vantaggio. Abbiamo un debito d'amore verso di loro che rappresentano le nostre speranze per il futuro. Ora se ai giovani, desiderosi di radici, di essenzialità, noi troppo spesso inculchiamo che “vivere” è adattarsi, oppure soddisfarsi superficialmente; se il nostro pessimismo si insinua in loro perchè siamo intristiti e delusi noi stessi; se essi ci vedono consumati dalle preoccupazioni del mondo e dall'inganno della ricchezza, allora come è possibile che ritengano realistico farsi adulti liberi e felici? Come non diverranno interpreti disincantati e disperati della vita? ![](http://www.thestranger.com/binary/94f1/FilmLead-Woodmans_01-CLICK.jpg)
Commenti al Post:
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PIETRO il 08/09/12 alle 00:17 via WEB
STUPENDA E STRAORDINARIA RIFLESSIONE
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maraciccia il 08/09/12 alle 00:18 via WEB
Si, il rischio c'è...ed è grande..ma come fare a non far pesare le preoccupazioni di noi genitori e a farli responsabilizzare nello stesso tempo? insomma trovare la giusta misura, quando ci sono problemi reali che assillano non è facile e credo vadano detti e condivisi..mentre intorno niente sembra cambiato..e invece è cambiato tutto..o sta cambiando in fretta.
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RAUL il 08/09/12 alle 00:19 via WEB
Sono d'accordo. Se si puo' affermare, a parziale spiegazione del rifiuto giovanile di vivere, che <quando si è convinti che la vita è una degustazione continua di piatti da inghiottire, accade che quando in bocca arriva l'amaro si sputa la vita>, allora la questione è gravissima, è di costume generale, investe violentemente noi adulti, gli esempi che diamo, i modelli che inventiamo e l'interpretazione che diamo della vita stessa.
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maraciccia il 08/09/12 alle 00:20 via WEB
spronati a loro vantaggio...mi sembra giusto
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Zara1115 il 08/09/12 alle 00:35 via WEB
Immaturi, incapaci di crescere, entusiasti solo del computer, del cellulare, dell'automobile e dello "sballo": sotto accusa i ragazzi del 2012 (annus horribilis). Giovani di oggi... pregiudizi di ieri
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ANNAMARIA il 08/09/12 alle 00:22 via WEB
Io lancerei un accorato appello a tutti coloro che hanno il bene, veramente inestimabile, di frequentare i giovani, di vivere con loro. I genitori in primo luogo, senza dubbio; ma poi anche gli educatori, gli insegnanti d'ogni grado, gli uomini e le donne di cultura: noi dobbiamo insieme ridedicarci, se così posso dire, alle personalità nascenti, perchè troppo buio è l'orizzonte d'una società che a poco a poco si adatti anche ad accettare che i giovani non vogliano più vivere, "sputino la vita".
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Maria Concetta il 08/09/12 alle 00:25 via WEB
Seguo il senso del commento precedente. I tre ragazzi che qualche anno fa si uccisero con il monossido di carbonio e lasciarono scritto: "Ci siamo liberati dalla sofferenza di vivere" non possiamo considerarli episodio patologico che non ci riguarda. Imitando loro altri sono morti a quel modo. E ancora altri in questi giorni difficili penseranno che questa sia la soluzione alla sofferenza esistenziale: eliminare la vita.
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Zara1115 il 08/09/12 alle 00:36 via WEB
Leggendo i giornali di questa estate del 2012 , pare che i GIOVANI d'oggi siano annoiati, indifferenti, nichilisti, e che non abbiano scopi da raggiungere. Che incapaci di distinguere tra bene e male, in bilico sull'abisso della disperazione, ignorino ogni limite e ogni norma. Be' non c'e' granche' di nuovo: delle stesse cose scriveva gia' Dostoevskij, ne "I Demoni". Il titolo e' inquietante. Ma il libro e' del 1871.
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GIULIA il 08/09/12 alle 00:28 via WEB
Facciamo in modo che i giovani ritrovino in noi adulti dei grandi e affidabili amici, non siano più "possibili candidati al naufragio totale", com'è stato detto. Il nostro occhio amorevole può sicuramente cogliere in loro i "segni premonitori" delle crisi irrimediabili; e il nostro discernimento sa intervenire.
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ALICE il 08/09/12 alle 00:44 via WEB
ANCHE in questo periodo, purtroppo, la cronaca registra numerosi casi di suicidio tra giovani, che sembrano richiamarsi l'un l'altro. E' ciò che è accaduto qualche giorno fa, con la notizia rimbalzata su tutti i quotidiani di 7 suicidi in un sol giorno, cui ha fatto seguito il tragico gesto di un sedicenne a Savona, dopo una lite in famiglia; fatti questi di poco preceduti dal caso di una tredicenne anoressica di, ossessionata dal <troppo peso> dei suoi 40 chili. Notizie come queste sono purtroppo ricorrenti nella nostra società, e danno l'impressione di aver a che fare con una vera e propria <epidemia>, che in qualche periodo sembra assumere forme particolari.
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