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IL CASO DEL GIORNO, VITTORIO COLO', SUICIDA A 101 ANNI, IN CHIESA, MILANO, SANTA MARIA NASCENTE, DOMENICA, 9 SETTEMBRE

Post n°6718 pubblicato il 10 Settembre 2012 da psicologiaforense

APPUNTAMENTO CON LA MORTE

 

MILANO VITTORIO COLO' SI UCCIDE SPARANDOSI IN CHIESA. AVEVA 101 ANNI

Il suicidio è  sempre un fenomeno complesso, multideterminato, processuale, del quale  l’atto finale è solo l'ultimo anello. Presente in tutte le culture, ad esso sono stati attribuiti significati, valori e disvalori assai differenti. Le variegate condotte suicidarie pongono interrogativi molto inquietanti  ed esigono l'accettazione profonda di una certa paradossalità e bizzarria della vita. E questo è ancora più vero se a suicidarsi è un signore di 101 anni e lo fa in una chiesa sparandosi alla testa con una pistola. È accaduto ieri intorno alle 13.15  nella Chiesa di Santa Maria Nascente a Milano. L'uomo, autosufficiente, lucido, apparentemente in buona salute nonostante la veneranda età viveva da solo.  Entrato i Chiesa  ha atteso che si svuotasse dopo la messa e solo a quel punto ha estratto la sua pistola (regolarmente detenuta) e si è ucciso. Si è sparato, con fredda precisione un solo colpo  con traiettoria dal basso verso l’alto dopo aver appoggiato la canna dell’arma sotto l’orecchio seduto su uno degli ultimi banchi della navata destra. PER TERRA   un biglietto in cui chiedeva di avvertire il figlio della sua morte e alcune lettere in cui, forse, spiegava le ragioni del gesto estremo. Secondo le prime ricostruzioni a sentire il colpo d'arma da fuoco all'interno della chiesa di Santa Maria Nascente è stato un passante che poi ha avvertito il parroco, don Carlo Casati. Sul posto sono giunti i carabinieri e un'automedica del 118, ma i sanitari hanno solo potuto constatare l'avvenuto decesso dell'ultracentenario.

INTEGRAZIONE DELL'ULTIMA ORA DI CESARE GIUZZI:

Ha scelto di fermare il tempo. Gli anni, che a novembre sarebbero stati 101. I secondi, contro i quali aveva combattuto in pista, nella sua seconda vita da atleta. Una fila di record del mondo e venticinque primati nazionali nella categoria Master. Sette medaglie ai Mondiali per veterani del 1997 in Sudafrica. Vittorio Colò ha corso fino al 2006 quando aveva 95 anni. L'ultimo record è di due anni prima: tre metri nel salto in lungo nella categoria over 90. Ieri, poco dopo mezzogiorno, è uscito dalla sua casa di via Pergine, davanti al Monte Stella al quartiere Qt8. Ha percorso poche centinaia di metri a piedi, è entrato nella chiesa dedicata a Santa Maria Nascente e s'è sparato un colpo di pistola alla testa. Un unico, letale, proiettile dall'arma che per anni aveva regolarmente denunciato. Sul pavimento, appoggiati con ordine e cura: la carta d'identità, un foglietto con il nome e il numero del cellulare del figlio, una serie di lettere indirizzate alla famiglia. La grafia ferma, poche parole per chiedere scusa. Nessuna motivazione, solo la stanchezza - come ricorda il figlio arrivato in parrocchia assieme alla moglie - per una vita che stava presentando il conto: «Da quando aveva smesso con lo sport era iniziato un lungo malessere, non una depressione. Ma qualcosa gli mancava. Un anno fa, dopo la festa per i 100 anni, con l'Ambrogino d'Oro del Comune, sembrava essere tornato più solare. Poi il calo fisico s'era fatto sentire, non lo accettava».  La sua gioventù era durata fino ai 95 anni, senza invecchiare mai, correndo a 89 anni i 100 metri in 16 secondi e mezzo. «Era la sua vita, adorava confrontare statistiche e record - spiega il figlio -. Viaggiava per il mondo e non smetteva di allenarsi». Non un eterno ragazzo, nessun patto con il diavolo. «Sapeva che il tempo non lo avrebbe risparmiato. Non era Dorian Gray, sfidava la mente e il fisico, non la vita», racconta chi si allenava con lui nel centro XXV Aprile. Il campo d'atletica che intravedeva dalla finestra del suo balcone. Lì dove tutto era in qualche modo cominciato.  Colò, nato il 9 novembre 1911 a Riva del Garda (Trento), da studente del liceo venne arruolato per il Gran premio dei giovani. Era il 1929. Una gara, poi subito la finale nazionale del pentathlon. I record regionali e gli anni nelle fila della gloriosa scuola d'atletica Quercia di Rovereto. Infine il trasferimento forzato a Milano per gli studi universitari (Chimica) e il lavoro in una grande industria. Lo stop con l'atletica «a malincuore», come racconterà lui stesso in un'intervista ad una rivista dedicata al mondo della corsa: «Arrivavo quinto o sesto nazionale, non aveva senso proseguire». Un amore interrotto, ma mai sopito. Dopo la pensione il ritorno sulla pista grazie alla storica associazione sportiva milanese Atletica Riccardi. Prima come allenatore: conseguì il «patentino» e iniziò a lavorare con i ragazzi due giorni a settimana. Inventò i corsi di avviamento all'atletica. Suo allievo è stato Andrea Colombo, finalista nella 4 x100 ai Giochi di Sydney. Poi le gare Master, una sorta di grande campionato mondiale diviso per fasce d'età. Colò le ha scalate tutte fino, appunto, alla M95 dedicata agli ultranovantenni. Vittorie, podi e record tanto da farne diventare un personaggio internazionale. Interviste, servizi fotografici, perfino la Rete che impazzisce per quello che ribattezzano «il nonno sprint». Di lui si sono innamorati anche i giornalisti sportivi del Mundo , dopo una gara in terra di Spagna. Colò è un atleta forte e invincibile, con le dovute proporzioni, come Usain Bolt o Michael Phelps.  Accanto, dopo il matrimonio celebrato quando aveva cinquant'anni, la moglie Enrica. Un unico figlio, che oggi lavora in Università, due nipoti. Proprio la moglie oggi sarebbe dovuta tornare a casa dopo una degenza ospedaliera. Non è più autosufficiente, ha bisogno dell'assistenza di una badante. Vittorio Colò, invece, continuava se non altro a camminare. A quasi 101 anni ogni mattina andava fino all'edicola di via Isernia, poi al parco di piazza Santa Maria Nascente, con le panchine, l'ombra e gli amici con i quali perdersi ancora in chiacchiere e discussioni. E la chiesa, edificio moderno che somiglia a un'enorme capanna, frutto di un progetto bandito dalla Triennale nel 1947. Nel cortile pieno di sole quattro macchine dei carabinieri, sotto il porticato il parroco don Carlo Casati con i parenti. È stato don Carlo a dare l'allarme. Dentro, le pareti di mattoni rossi che si susseguono in un enorme motivo geometrico e le panche di legno scuro. Sul pavimento il corpo di Colò e la pistola. Il suo cuore d'atleta s'è fermato in un istante.

 
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Commenti al Post:
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Miletus il 10/09/12 alle 07:10 via WEB
E' tornato alla casa del Padre e vicino alla Madonna si è tolto la vita. Quasi per affidare se stesso a Dio.
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psicologiaforense
psicologiaforense il 10/09/12 alle 07:37 via WEB
Le porte del paradiso non sono chiuse a chi si è tolto la vita. E' il commento della Radio Vaticana. Citando il Nuovo Catechismo, l' emittente pontificia fa presente che "non si deve disperare della salvezza eterna delle persone che si danno la morte". "In questi casi, la Chiesa si rimette fiduciosa al giudizio misericordioso di Dio, il quale solo conosce i cuori, il quale solo e' giudice".
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francescochiara il 11/09/12 alle 18:54 via WEB
Sia che venga definito come il peggiore di tutti i peccati o come la massima espressione di liberta', il SUICIDIO e' da sempre un atto estremo che crea grande sconcerto in ogni societa'. In genere si pensa che la morte volontaria sia un riflesso della civilta' moderna, ma tracce di essa sono presenti anche nelle societa' primitive, dove non ci si uccideva soltanto per fame. Ancor oggi i disturbi psicologici e psichiatrici sembrano avere un peso determinante nel favorire il SUICIDIO, anche se cresce sempre piu' l'idea che il malessere individuale sia solo una delle cause di un fenomeno dai molteplici volti.
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MICHELE FRANCO il 10/09/12 alle 07:12 via WEB
Il suicidio più strano e doloroso che ricordi. 101 anni, la navata destra di una chiesa dedicata a Maria Nascente, la sua pistola, un colpo sparato con precisione chirurgica
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psicologiaforense
psicologiaforense il 10/09/12 alle 07:46 via WEB
Sì, è un suicidio con forte valenza simbolica. Per dire di più bisognerebbe sapere qualche cosa di questo ultracentenario. Non è infrequente che persone molto anziane si tolgano la vita. Nel caso di specie fanno notizia, al di là dell'età, il luogo e le modalità suicidarie
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alfredonotarnicola il 10/09/12 alle 07:20 via WEB
A 101 anni, con lucidità, ha pensato a tutto: tempo, luogo, modo... e anche il biglietto in cui chiedeva di avvertire in figlio della sua morte.Nel giorno del Signore (domenica, nella Casa del Signore(la chiesa), in un abbraccio simbolico con la Madre del Signore (Maria Nascente).
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zuequadri il 11/09/12 alle 18:55 via WEB
Nella maggior parte dei casi il SUICIDIO evoca l'immagine della sconfitta e del disonore (sia per la vittima che per la famiglia), ma in altre situazioni esso richiama la gente al senso del mistero e del limite umano. Sono dunque assai diversi i motivi che possono spingere le persone a compiere una scelta umanamente cosi' choccante che e' stata oggetto degli studi di una vasta gamma di discipline e che ha attirato la riflessione di molti filosofi e letterati.
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psicologiaforense
psicologiaforense il 10/09/12 alle 07:50 via WEB
E' vero. Era ultracentenario ma molto "lucido" e determinato. PER CHI CREDE, la speranza della salvezza eterna per il suicida, in ogni caso, rimane. "Dio può sempre offrirgli l' occasione di un pentimento che lo salvi, attraverso vie che Lui solo conosce", spiega il "nuovo" Catechismo. Da parte sua la Chiesa "prega per le persone che si sono tolte la vita".
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renato 52 il 10/09/12 alle 08:07 via WEB
Si sono celebrati negli scorsi giorni i funerali religiosi pubblici di un famoso avvocato, morto per suicidio. Sono sinceramente contento che la Chiesa in questo caso non li abbia negati al suicida: la «pietas», secondo me, anche se non credente, è uno dei cardini della religione. Mi dispiace, ma non mi sorprende, il constatare una volta di più che la Chiesa romana adotti ancora e sempre due pesi e due misure: funerali religiosi e pure pubblici per il personaggio famoso anche se suicida. Vietati a Piergiorgio Welby, che non si era suicidato ma aveva fatto smettere il proseguimento dell' accanimento terapeutico in atto da anni su di lui. Ma Welby non era un personaggio importante... Se per caso vi fosse un Dio da qualche parte, sono certo che davanti all' eventuale processo religioso per decidere la sorte eterna dei buoni e dei cattivi, Welby avrebbe dalla sua parte, come difensore, uno dei più famosi principi del foro.
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Pacifico il 10/09/12 alle 08:35 via WEB
DICE SERGIO ROMANO:La Chiesa, dal canto suo, ha modificato progressivamente la sua posizione. Dopo avere negato al suicida il funerale religioso e il seppellimento in terra consacrata, ha compreso che il generale sentimento della pubblica opinione era ormai diverso e che l' antico rigore non sarebbe stato più compreso dalla maggioranza dei fedeli. Ma deve giustificare la sua maggiore tolleranza in termini religiosi e lo fa, se ho ben capito, presumendo che la coscienza del suicida sia oscurata da una sorta di smarrimento psicologico. Lo perdona, in altre parole, perché ritiene che abbia perduto, nel momento in cui ha deciso di togliersi la vita, il bene della ragione. E' questo, credo, il motivo per cui non poté, o non volle autorizzare una cerimonia religiosa per Welby. Dopo i suoi scritti e le sue dichiarazioni era impossibile sostenere che il suo gesto fosse un atto di momentanea e incontrollabile disperazione.
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federicarinaldi il 10/09/12 alle 12:34 via WEB
Aveva vinto se stesso, i propri limiti e anche la vecchiaia, era capace di saltare 3 metri in lungo a 93 anni.
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SilvioPace il 11/09/12 alle 18:09 via WEB
Sic transeat gloria mundi!
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paoloberti il 11/09/12 alle 18:14 via WEB
Vittorio Colò era una roccia che forse solo la preoccupazione per la salute della moglie, ricoverata all’ospedale e non più autosufficiente, è riuscita a scalfire. Solo l’amore infinito per la sua compagna ha potuto piegarlo, prospettargli un futuro di dolore e far crescere nel suo cuore i cupi presagi che domenica, poco dopo mezzogiorno, lo hanno portato a uscire dalla sua casa di via Pergine, ad entrare nella chiesa di Santa Maria Nascente, al Qt8di Milano, il quartiere sperimentale della triennale, e a spararsi con la pistola che da sempre deteneva regolarmente. Vittorio ha atteso che nel tempio non ci fosse nessuno. Accanto al suo corpo, il parroco, richiamato dal rumore dello sparo, ha trovato la carta d’identità, alcune lettere indirizzate ai famigliari e un biglietto con un numero di telefono: «Chiamate mio figlio».
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luciaperfido il 11/09/12 alle 18:31 via WEB
Il Cristianesimo (come l'islam) condanna il SUICIDIO ed esalta la vita - «La notte e' luminosa come il giorno / la tenebra e' come la luce». (Sal 139-12) -, e un tempo i sacerdoti non benedivano i suicidi. Lo spartiacque e' il Concilio Vaticano II: la illuminante pieta' d'un Papa semplice ma Profeta, non nega piu' l'assoluzione al suicida. Ora e' dunque diverso.
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ernestaperin il 11/09/12 alle 18:40 via WEB
Il tribunale di Dio è un tribunale d'amore non un tribunale di giustizia.
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pamelacarli il 11/09/12 alle 18:57 via WEB
Per Cesare Pavese, ad esempio, i suicidi sono degli «omicidi timidi», mentre Albert Camus riteneva che «bisogna amarsi molto per suicidarsi». A detta di Voltaire «il SUICIDIO non e' sempre follia, anche se non e' in un eccesso di ragione che ci si ammazza». Per tutti, comunque, il SUICIDIO e' una «confessione» (Webster) o una dimostrazione. In genere le societa' temono questo gesto estremo, per gli effetti destabilizzanti che puo' innescare, e a tal fine elaborano credenze e sanzioni atte a scoraggiare il fenomeno.
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CarloPiconi il 10/09/12 alle 12:28 via WEB
Muore suicida a 101 anni Vittorio Colò L’atleta che non terminò mai il suo rapporto con lo sport. Una vita fuori del comune una morte sensazionale.
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umberta il 10/09/12 alle 12:35 via WEB
Ha voluto lasciare la vita da protagonista ancora una volta artefice del suo destino
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sandromarin il 11/09/12 alle 18:22 via WEB
Ecco: memento homo qui tu est pulvis et in pulvis reverteris
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lelemarcon il 11/09/12 alle 18:29 via WEB
Pregherò per questo nostro fratello perduto
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margheritacancelleri il 10/09/12 alle 12:32 via WEB
Così l’atleta dagli occhi vispi e limpidi e la maglia verde dell’Atletica Riccardi, l’uomo straordinario dei record e delle medaglie d’oro che non si era fermato mai, è morto sul colpo e per propria mano. Durissimi gli dovevano essere sembrati gli ultimi giorni, con la moglie Enrica ricoverata in ospedale.
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Utente non iscritto alla Community di Libero
aldobertin il 11/09/12 alle 18:23 via WEB
Sono momenti così, di buio. Possono capitare a tutti
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maraciccia
maraciccia il 10/09/12 alle 12:34 via WEB
Penso sia bello arrivare a 101 anni attivo come Colò...il suo gesto lo capisco,ma per i parenti è sempre una tragedia. Anche a quell'età, un nchiedersi perchè. Sono stata sempre indecisa se pensare il suicidio come un atto di grande coraggio...o di grande viltà
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Utente non iscritto alla Community di Libero
tosiminchia il 11/09/12 alle 18:15 via WEB
Addio, grande Vittorio
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violettinin
violettinin il 10/09/12 alle 12:35 via WEB
..Un pensiero al figlio,deve essere terribile affrontare questo momento..
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Utente non iscritto alla Community di Libero
alicezanin il 11/09/12 alle 18:36 via WEB
Che peccato. Era arrivato sano a 101 anni!
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flora.massetti
flora.massetti il 10/09/12 alle 13:09 via WEB
Perche' togliersi la vita a 101 anni vi chiederete Voi? Perche' si e' stanchi di vivere e non si aspetta che la "signora", per esperienza personale ho tanti nonni e nonne che mi chiedono il perche' non muoiono essendo stanchi di vivere...e...sinceramente non so mai cosa rispondere, ma li capisco. buongiorno flora
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Utente non iscritto alla Community di Libero
laurapernechele il 11/09/12 alle 18:17 via WEB
Iniziò vincendo i 100 metri nella categoria over 65, continuò stabilendo record prima nazionali e poi mondiali. In Sudafrica, ad 86 anni, vinse sette medaglie d'oro, diventando conosciuto in tutto il mondo. Tre anni più tardi, l'ultimo record: i 100 metri in 16 secondi e mezzo. A 93 anni era ancora in grado di saltare 3 metri, misura che alcuni adolescenti non hanno mai raggiunto. Iniziò lentamente a morire sette anni fa, quando fu costretto a ritirarsi dall'attività agonistica a causa di un aneurisma all'arteria femorale. Vittorio Colò ha finito di farlo due giorni fa, sparandosi un colpo in testa perché, a 100 anni e 10 mesi, non accettava di non essere più in grado di fare ciò che maggiormente amava: lo sport.
(Rispondi)
 
giorgiosr51
giorgiosr51 il 11/09/12 alle 11:38 via WEB
Ciao, ragazzaccio!!!
(Rispondi)
 
sillylamb
sillylamb il 11/09/12 alle 12:54 via WEB
Questa storia mi lascia 2 considerazioni: 1) si può davvero restare 18 'til I die; 2) io farò quella fine...
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Mr.loto il 11/09/12 alle 13:34 via WEB
E' strano sentire notizie del genere legate a persone ultracentenarie, resta comunque il fatto che mettono sempre molta tristezza. Un saluto
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robertopieri1962
robertopieri1962 il 11/09/12 alle 14:56 via WEB
CIAO VITTORIO ADESSO CONTINUERAI CORRE AL FIANCO DEL NOSTRO PADRE TERNO
(Rispondi)
 
Marisa63
Marisa63 il 11/09/12 alle 15:36 via WEB
E' voluto andare via da campione consapevole e non da uno qualunque deo dimenticati
(Rispondi)
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
lucavanin il 11/09/12 alle 18:12 via WEB
Vittorio Colò era una roccia. Un uomo che aveva fatto atletica fino a 95 anni, inanellando ben 25 record mondiali nella categoria over 90. Occhi vispi, sorriso accattivante e il carisma di chi affronta la vita a viso aperto, pronto a gettarsi senza paura oltre ogni ostacolo. Nato a Riva del Garda nel lontano 1911, laureato nel 1938 in chimica industriale, Vittorio aveva passato la sua lunga vita a Milano coltivando sempre la sua grande passione: l’atletica. Da giovane era stato portacolori dell’Us Quercia Rovereto. Nel 1972, dopo la pensione, aveva fatto l’allenataore per la società Riccardi Milano e nel 1977 aveva ricominciato a gareggiare. Tornava spesso in Trentino, dove aveva tanti amici e una montagna di ricordi . Raccontava di un’epoca lontana, di sfide eroiche su strade bianche e impolverate. Aveva la parlata frizzante di un ragazzo e ascoltarlo era un piacere .
(Rispondi)
 
cuorepanna85
cuorepanna85 il 11/09/12 alle 17:35 via WEB
Che Dio possa averlo in gloria. Io che che ha 101 anni Dio sicuramente lo ha perdonato. Una preghiera per lui.
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Kimnordis il 11/09/12 alle 18:08 via WEB
Solo chinare il capo, riflettere e non giudicare
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
esterina il 11/09/12 alle 18:13 via WEB
PARCE DEFUNTO!
(Rispondi)
 
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francosenape il 11/09/12 alle 18:20 via WEB
Suicida in chiesa a 100 anni Per tutti era nonno sprint
(Rispondi)
 
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bettyluia il 11/09/12 alle 18:28 via WEB
UNA MORTE ECLATANTE NEL CENTRO DELLA CRISTIANITA'
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
marcopiro il 11/09/12 alle 18:33 via WEB
Io farei commenti un po' più laici
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
lorymossa il 11/09/12 alle 18:42 via WEB
Le più sentite condoglianze alla vedova, al figlio, ai parenti e a tutti quelli che lo hanno amato e ammirato
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giannineppi il 11/09/12 alle 18:52 via WEB
Suicidio Da sempre un atto estremo che crea grande sconcerto in ogni societa': eppure e' una scelta piu' umana di quanto si creda Ma che grave peccato, ma che atto di liberta'
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Utente non iscritto alla Community di Libero
heleniori il 11/09/12 alle 18:58 via WEB
il SUICIDIO dipende certamente da un gran numero di cause (psicologiche, biologiche, sociali, politiche, ecc.), ma per avere un'idea compiuta delle forme prevalenti delle loro trasformazioni occorre guardare alla cultura che esprime e che l'attornia. Si tratta cioe' di mettere in rilievo come questo gesto e' interpretato sia da chi lo compie che dal suo intorno immediato; i modi in cui esso si svolge; i riti celebrati prima e dopo questo tragico «evento», le conseguenze che produce. Tutti aspetti che sembrano rendere questa scelta estrema piu' «umana» di quanto si creda.
(Rispondi)
 
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