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Post n°6734 pubblicato il 15 Settembre 2012 da psicologiaforense
QUASI COME FOSSE.... L’ULTIMA SPIAGGIA
![](http://rossrightangle.files.wordpress.com/2011/05/australia_bondi_beach_1010_girls_01.jpg)
LA spiaggia è il vero e sterminato porto franco: le convenzioni si ammorbidiscono, i rapporti si fanno più distesi e si percepisce di appartenere a una variopinta tribù, con usanze tutte particolari. E’ come un grande teatro all'aperto, dove la società, mentre si denuda, si svela e mette in luce come ogni popolo e ogni cultura abbia un modo peculiare di interpretare e di concepire il corpo. È un culto con molte forme diverse, un tratto comune, tuttavia, c'è. Andare al mare è un po’ come ritornare a casa. Finalmente si smettono i panni soliti, si assumono atteggiamenti e comportamenti più naturali e ogni gesto tradisce maggiore relax e un più spiccato senso di libertà. Per europei e americani (ma non per gli asiatici) la tintarella è considerata un'arma essenziale per apparire più attraenti. Quando ci sistemiamo sotto l'ombrellone o sul lettino, una delle prime preoccupazioni è marcare con chiarezza il proprio spazio, disseminando borse, asciugamani, creme solari, secchielli e un'infinità di altri accessori. Vicino, al nostro fianco, tolleriamo soltanto i familiari, i partner o gli amici stretti. Nei paraggi (in una zona che gli antropologi hanno misurato in circa un metro e mezzo) lasciamo che si collochino i conoscenti e, se proprio non c'è un grande affollamento, manteniamo con gli sconosciuti una distanza significativa: almeno tre metri. Si tratta di regole forti. Tacite, certo, ma sempre regole. Se un estraneo sconfina, il primo istinto è un senso di fastidio e la tentazione è lanciare subito un'occhiata torva. Se poi qualcuno, dopo aver saltellato sulla sabbia rovente, si fa prendere dall'idea di fare una breve sosta al fresco del nostro ombrellone, la reazione può essere contraddittoria. La socievolezza che ci ispira l'«habitat» della spiaggia svanisce in pochi attimi e a sorpresa anche l'individuo più simpatico può fargli capire di avere un unico desiderio: godersi un po’ di pace e di silenzio. ![](http://www.noupe.com/wp-content/uploads/2010/08/beach11.jpg)
Commenti al Post:
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avepelù il 15/09/12 alle 16:10 via WEB
Una pelle dorata (ma non troppo) è più uniforme, omogenea e compatta e questo look viene percepito come segno di buona salute. E poi è diventata un segno di status: un tempo solo i benestanti potevano concedersi di essere coloriti. Non sempre l'abbronzatura ha avuto questo significato. Nell'Ottocento era considerata uno stigma che lasciava trapelare l'appartenenza alle fasce sociali più basse, dedite ai lavori nei campi. In Cina, in India e in Thailandia ha tuttora questo valore. Non a CASO i cinesi, per i quali la conquista delle spiagge è un privilegio dell'ultimo decennio, aspettano che il sole cali per abbandonare gli ombrelloni e, coperti da creme ultraprotettive, gettarsi tra le onde.
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MICHELE FRANCO il 15/09/12 alle 16:16 via WEB
Si vive una condizione sospesa e, quindi, si allentano i vincoli che caratterizzano la vita di tutti i giorni.
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xconcetta il 15/09/12 alle 16:21 via WEB
. L'assalto al mare incomincia a delinearsi negli Anni 20 del Novecento. È a Saltburn, in Gran Bretagna, che nasce la moda che si diffonderà rapidamente nel resto dell'Europa. I piccoli gruppi esclusivi lasciano rapidamente il posto alle folle vocianti. Il privilegio dei ricchi diventa passatempo per tutti. Compare la figura universale del turista. Questo racconta la storia recente, sebbene l'idea di trascorrere le giornate davanti alle onde sia tutt'altro che un'invenzione novecentesca. Già greci e romani si divertivano sull'arenile. E proprio i romani eccellevano nella costruzione di ville sulle baie, dove trascorrere i giorni degli «otia».
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RAM il 15/09/12 alle 18:08 via WEB
Mare che vai usanze che trovi
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carloforesta il 15/09/12 alle 16:11 via WEB
Succede anche sulle spiagge di uno Stato integralista come l'Iran, dove le ragazze ricorrono a piccoli sotterfugi per aggirare la legge islamica oppure a Durban, in Sud Africa, dove sparisce ogni traccia residua dei recenti tabù dell'apartheid e bianchi, neri, mulatti e indiani si sdraiano e nuotano gomito a gomito.
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toniangeli il 15/09/12 alle 16:17 via WEB
Il mare - si sa - resta per noi un'amore inossidabile. È la meta preferita di quasi il 58% degli italiani che, in base alle statistiche dell'Istat, ci si tuffano il più possibile: per le ferie, naturalmente, ma anche per un ponte o un semplice weekend.
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elvia4 il 15/09/12 alle 16:20 via WEB
Si assiste spessissimo a un appiattimento sociale ed economico: diventiamo improvvisamente tutti «democratici» e «ugualitari». I rapporti umani si pacificano. Non conta tanto quello che fai, quale ruolo ricopri o quanto guadagni: siamo tutti - viene voglia di dirlo con una battuta scontata «nella stessa barca».
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desnudamaia il 15/09/12 alle 17:50 via WEB
Ho letto un sondaggio condotto tra un folto campione di frequentatori del bagnasciuga: oltre la metà degli intervistati si è dichiarata incline a stringere nuove amicizie e a tentare l'avventura sessuale, anche occasionale
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giannineppi il 15/09/12 alle 18:10 via WEB
COME SI GIOCA? Gli italiani si cimentano nel calcetto, gli americani si sfidano a beach volley, gli australiani e i californiani competono sulle tavole da surf, i brasiliani si battono a «frescobol» (un tennis da spiaggia con le racchette di legno), i tedeschi leggono e i francesi fanno il barbecue. Eppure il senso di festa permanente non riesce a far cadere tutte le barriere. Se in città la convivenza, specie con gli estranei, è attutita dalla presenza di architetture e oggetti di ogni tipo (dal proprio appartamento fino alle scrivanie o ai banconi degli uffici e alle cattedre e ai banchi delle scuole), in spiaggia queste strutture non esistono. Ci si aggiusta altrimenti. L'istinto territoriale, per quanto mitigato, trova espressione in una serie di piccoli ma significativi gesti.
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ugobasso il 15/09/12 alle 16:13 via WEB
E' fortissimo il senso di liberazione rispetto ai ruoli quotidiani non appena si indossa il costume o quando si resta nudi
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sandracraig il 15/09/12 alle 16:14 via WEB
Liberati dai lacci della routine, l'obiettivo è duplice: spassarsela e impegnarsi allo spasimo in un'attività considerata primaria, l'ozio. La pigrizia si intreccia con la disinibizione.
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xconcetta il 15/09/12 alle 16:23 via WEB
. In una villa della fine del III secolo a.C. l'archeologo Gino Vinicio Gentili ha scoperto un mosaico sorprendente. Raffigura alcune ragazze che indossano uno solo dei due pezzi dell'attuale bikini e dimostra come lo stilista californiano Rudi Genreich - l'ideatore della rivoluzione del topless negli Anni 60 - sia colpevole di un clamoroso plagio. Che si tratti di topless, pareo o COSTUME intero, la filosofia dell'abbigliamento al mare suggerisce sempre di indossare indumenti succinti. I più recettivi sono notoriamente i popoli nordici, come tedeschi e svedesi, inventori e promotori convinti del naturismo e della tintarella integrale. I popoli mediterranei - italiani, spagnoli e greci - sono meno inclini a spogliarsi del tutto.
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pinogiusti il 15/09/12 alle 16:18 via WEB
Se si guarda alla fascia dei più giovani (dai 20 ai 29 anni), gli amanti della sabbia e delle onde sono quasi il doppio di chi sceglie altre mete, dalla montagna alle città d'arte. Al mare cambiano anche i ritmi. Si mangia di più e si è maggiormente inclini a provare sapori nuovi, si fanno le ore piccole e si dorme di più lungo il giorno. Ci si sente socievoli e di buon umore.
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xconcetta il 15/09/12 alle 16:23 via WEB
nostriCerto, le donne non disdegnano di stare a petto nudo, ma solo se le forme sono quelle giuste. Altrimenti scatta l'autocensura. Usanza, questa, vietata sulle coste di una nazione notoriamente liberale come gli Stati Uniti (è significativo che fino al 1937 vigesse la proibizione di mostrare l'ombelico). All'estremo opposto i Paesi islamici: lì non solo uomini e donne fanno il bagno separatamente, ma queste ultime sono costrette a farlo vestite di tutto punto... spesso con il chador incluso!
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marypik il 15/09/12 alle 17:54 via WEB
Naturalmente questo tratto è più forte e raggiunge l'apice nelle SOCIETÀ occidentali e gli italiani sono ai primi posti nell'aderire a tutte queste inclinazioni libertine
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lisamancini il 15/09/12 alle 17:56 via WEB
Dall'Oriente il pallore comincia a contagiare anche noi. Secondo gli ultimi dettami dell'estate, la pelle color caffelatte non è trendy.
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bibiosa il 15/09/12 alle 18:00 via WEB
Io preferisco gli uomini poco pelosi e normalmente abbronzati
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umbertabaldi il 15/09/12 alle 17:57 via WEB
Se indossare bermuda, slip o un semplice tanga è pratico e confortevole, la scelta equivale a un'esibizione esplicita che può suscitare non pochi disagi, quando si è colti dal sospetto di non essere del tutto in forma. Il cruccio, un tempo percepito soprattutto dalle donne, adesso provoca grattacapi anche agli uomini.
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annabella il 15/09/12 alle 17:58 via WEB
Un sondaggio - svolto da Eta Meta Research su un campione di 850 italiani tra i 24 e i 56 anni - ha rivelato che oltre il 60 per cento dei maschi è preoccupato dall'idea di fare magre figure in COSTUME. Soltanto uno su cinque ritiene di riuscire a passare indenne la prova slip. Tutti gli altri si sentono più o meno inadeguati. Il 67% dichiara di avere una pancetta prominente e quasi la metà si lamenta di avere i fianchi appesantiti dalle antiestetiche «maniglie dell'amore».
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bibiosa il 15/09/12 alle 18:01 via WEB
Si vedono certe cose in spiaggia!Perchè una volta superato l'imbarazzo per le preoccupazioni estetiche, però, avviene rapidamente un cambiamento: il bagnante si lascia assorbire da un clima rilassato e allegro. Le posture appaiono più distese. Le interazioni con il vicino di ombrellone e con gli altri bagnanti sono più sciolte. Spesso si formano spontaneamente piccoli gruppi con perfetti sconosciuti e si socializza con giochi e competizioni improvvisati.
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angeladepoli il 15/09/12 alle 18:12 via WEB
dammi tre parole: sole, mare, amore ihihihihihi:((((((
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ferrarioretta il 15/09/12 alle 22:41 via WEB
Spiaggia..da giovani ,un punto di ritrovo spensierato e agognato..
A me piace molto se non c'è molta gente,adesso,naturalmente...
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maraciccia il 16/09/12 alle 00:28 via WEB
non ci son più tre metri fra un ombrellone e l'altro..
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