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MAMMA CHIAMA IL 113: «MIO FIGLIO NON VUOLE FARE I COMPITI», TUTTA LA COMMUNITY NE PARLA, GENITORI & FIGLI, EDUCAZIONE

Post n°6757 pubblicato il 23 Settembre 2012 da psicologiaforense

MAMMA CHIAMA IL 113:
«MIO FIGLIO NON VUOLE FARE I COMPITI»

Le aveva provate tutte: urla, punizioni, pure qualche ceffone, ci aveva provato in ogni modo con le buone e con le cattive. Senza risultato. E allora, cosa fare quando un figlio di undici anni si rifiuta di andare a scuola e si ostina a non voler fare i compiti? Provare ad essere ancora più severi? Moltiplicare le punizioni? No. Quando i metodi tradizionali non funzionano, meglio passare alle maniere più forti. Almeno questo è quello che deve aver pensato una giovane donna del Quartaccio, mamma di un undicenne pestifero e ribelle che da tempo si ostinava a non voler fare i compiti a casa: avete presente quando a un bimbo un po’ monello gli si dice per gioco: «Guarda che chiamo il lupo cattivo»? Ecco ieri, lei il «lupo cattivo» l’ha chiamato davvero. Solo che questa non è una favola. E qui non siamo a Fantasilandia. Ma su via Flaubert, parallela di via Andersen, periferia nord ovest di Roma. Sono le undici del mattino quando alla centrale del 113 arriva la chiamata di una donna in evidente stato di agitazione: «Vi prego venite, non ce la faccio più, non so più cosa fare con mio figlio, è una peste, sono disperata». Non si capisce bene cosa stia succedendo in quella casa, nè a cosa si riferisca la donna, la telefonata è confusa e dura poco. Ma mette in allarme gli agenti del 113 che decidono di mandare una volante sul posto. Quando i poliziotti suonano alla porta, ad accoglierli è una donna sulla quarantina, che vive in un palazzone popolare, in abiti dimessi e trascurati. La zona è piena di ragazzi problematici e il tasso di criminalità è alto. «Ecco, finalmente siete arrivati - dice agli agenti facendo l’occhiolino - diteglielo voi a mio figlio, a questa peste, che se non si comporta bene, finisce in mezzo ai guai». La «peste» è un bambino di undici anni, un piccolo bulletto, seduto a un tavolo con aria di sfida, a cui i poliziotti, dall’alto della loro autorità, provano a spiegare quello che la mamma, a questo punto, non è riuscita a fare: «Ragazzì mettiti in riga, devi fare quello che ti dice tua madre, studia e fai il bravo, non vedi quanti finiscono in mezzo a brutte storie?». Il ragazzino annuisce, sorpreso della visita, bofonchia qualche promessa e gira le spalle. A quel punto gli agenti, improvvisati baby sitter, salutano e se ne vanno. La mamma sembra soddisfatta, magari ha risolto il problema. Se il bambino abbia fatto i compiti non è dato sapere. Ma una domanda nasce spontanea: la prossima volta questa mamma che farà? Chiamerà l'esercito?

 
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Commenti al Post:
Persa_nellaRete
Persa_nellaRete il 23/09/12 alle 16:37 via WEB
Caso vuole che.. proprio!! 5min. fa ero a 'ricordare' a mia figlia, primo anno di Liceo, di fare i compiti: mi devo sempre raccomandare come quando era alle elementari. Se non le 'sto addosso' arriva a sera che deve ancora aprire un libro..a volte, mi scappa di perder la pazienza e vorrei un aiuto che non ho.. quindi, in parte posso anche capirla.. ehehehh :-) Un salutone.
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 23/09/12 alle 19:20 via WEB
Anche noi, ai nostri tempi.... eheheheheheh CIAO PERSA_NELLA RETE:)) Gli alunni li odiano (i COMPITI), gli insegnanti continuano ad assegnarli, gli esperti non si sono ancora messi d'accordo sulla loro utilità. Studio della lezione ascoltata in aula, approfondimenti, esercizi, test di comprensione, schede: c'e' di tutto in questa sorta di lavoro supplementare che gli alunni devono svolgere per proprio conto.Ed è in questo contesto che si sviluppano, inevitabilmente, le "tensioni" tra genitori e figli. FELICISSIMA SETTIMANA:)))
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R3nata
R3nata il 23/09/12 alle 17:37 via WEB
Sui compiti ho un mia idea personale,la scuola dovrebbe dare cosi' tanto che a casa nessuno dovrebbe fare alcun compito,ma so che molti la pensano in altro modo...Ciao Giuliana,ti abbraccio!
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psicologiaforense
psicologiaforense il 23/09/12 alle 19:10 via WEB
CIAO RENATA:))))) C'è il rischio concreto che "I COMPITI a CASA" diventino una fonte dell'ineguaglianza: ineguaglianza della condizioni abitative, ma anche e soprattutto dell'ambiente famigliare e culturale. Il successo scolastico dipende, in genere, dal retroterra famigliare degli studenti. Democratizzare la scuola significherebbe realizzare studi assistiti, controlli individualizzati, sostegni da condurre sia nelle ore di lezione sia al di là di queste. In Italia, nella scuola elementare, questo, a volte, accade: si lavora soprattutto a scuola. Alle medie e alle superiori non è già più così. L'apprendimento è altrettanto importante dell'insegnamento, e il primo funziona senza dubbio per osmosi. Gli insegnanti sono oggi i veri professionisti dell'apprendimento, per questo è necessario che nelle scuole si creino spazi destinati a "imparare le lezioni", a svolgere i COMPITI, a ripassare una verifica o un compito scritto.
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zanna1999
zanna1999 il 23/09/12 alle 18:00 via WEB
Ho da sempre il problema a far fare compiti a mia figlia,Devi ricordarla mille volte che tempo scorre e che la sera arriva subito.Lei li fa i compiti ma non mi vuole fra i piedi cosi a volte litighiamo…buona sera Giuliana
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ZeroRischi
ZeroRischi il 23/09/12 alle 18:14 via WEB
Ciao Natasha! A mia figlia devo ricordare che si può fare anche altro, mentre il maschio sostiene che c'è sempre tempo... una è bravissima e l'altro solo bravo... :))
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psicologiaforense
psicologiaforense il 23/09/12 alle 19:27 via WEB
La splendida bimba si sottopone di malavoglia, come è normale che sia, al controllo degli adulti. Ma i COMPITI a CASA sono un dovere anche per i genitori, mica solo per i figli di ogni ordine e grado.... P.S. Tua figlia sa di essere particolarmente fortunata ad avere una mamma capace, intelligente ed attenta come te:)))
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ZeroRischi
ZeroRischi il 23/09/12 alle 18:11 via WEB
Le più alte cariche dello Stato forniscono il cattivo esempio comportandosi da bulli. Perchè studiare avrà pensato il ragazzo, meglio una carriera da bullo, magari a dirigere un'azienda o fra gli scranni del Parlamento! Come dargli torto?
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psicologiaforense
psicologiaforense il 23/09/12 alle 19:32 via WEB
eheheheheheheheh non è che tutti possano fare i consiglieri regionali, i politici o gli alti burocrati dello Stato eheheheheheheheheh Al di là dello scherzo, come ho scritto sopra, non si insisterà mai abbastanza sul fatto che qualsiasi rinvio sistematico allo studio a casa è in realtà un rinvio alle ineguaglianze sociali e familiari degli studenti. Era una battaglia già per don Lorenzo Milani, ma tant'è.....
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ZeroRischi
ZeroRischi il 23/09/12 alle 18:16 via WEB
Giuliana! Anche se non mi piace ho già cominciato una guerra... senza esclusione di colpi! UN CARO SALUTO ! =^_^= !
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psicologiaforense
psicologiaforense il 23/09/12 alle 18:56 via WEB
Grazie x il bellissimo omaggio floreale. E poi... "à la guerre comme à la guerre". Io ti sono vicina e tifo x te:)))
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nara02
nara02 il 23/09/12 alle 22:34 via WEB
chissà..potrebbe essere un'idea...il mio ne ha 17 ! :-)) un saluto.
(Rispondi)
 
maraciccia
maraciccia il 23/09/12 alle 22:57 via WEB
ahahah..meglio la prevenzione..ma un minimo di autorità la mamma no?
(Rispondi)
 
 
ferrarioretta
ferrarioretta il 23/09/12 alle 23:01 via WEB
BUONASERA GIULIANA:))))))))))))
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ferrarioretta
ferrarioretta il 23/09/12 alle 23:06 via WEB
Hai già dato tu la risposta Giuliana,accennando all'ambiente familiare....mettici anche il quartiere,difficile gestire un figlio a volte e difficile dare consigli.. Si dovrebbero cambiare tante cose.. Comunque,complimenti alla disponibiltà degli agenti...
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epoisa
epoisa il 23/09/12 alle 23:12 via WEB
mamma coraggiosa...speriamo che la presa di posizione sia efficace!
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ormalibera
ormalibera il 23/09/12 alle 23:33 via WEB
I genitori hanno perso del tutto, o quasi, il senso dell'autorità. Sin da piccoli si dovrebbe insegnare l'autodisciplina, iniziare ad infondere nei piccoli le proprie responsabilità. Spiegando più che imponendo. Se poi si deve discutere e gridare e incavolarsi questo fa parte dell'evoluzione. Sempre meglio grida e scappellotti che il niente.
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lolita_72gc
lolita_72gc il 24/09/12 alle 14:46 via WEB
Mamma mia che quartiere malfamato, vivendo a roma lo conosco benissimo... Capisco perfettamente la mamma, purtroppo nei ghetti di periferia, i ragazzini sentono piu l'odore della strada che la voglia di studiare, sono dei piccoli vallanzasca, e' l'aria marcia di quel quartiere e di tutti i quartieri di borgata che fa marcire i piu giovani. La prossima volta ho paura che quel ragazzino andra' dritto in riformatorio!
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ikeuoha
ikeuoha il 25/09/12 alle 19:34 via WEB
La prossima volta non ci sarà.. perché se il ragazzino continuerà a fare prima il "bullettino" e poi il "bullettone" verrà il giorno che la polizia lo arresterà e i carabinieri lo accompagneranno agli arresti domiciliari.. altro che discorsetto.. purtroppo è il triste destino di molti ragazzini che vivono nei quartieri malafamati o pseudo malfamati delle grandi città e non; per una certa tipologia di ragazzini purtroppo non vi è prevenzione che funzioni. Thanks.
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ikeuoha
ikeuoha il 26/09/12 alle 19:56 via WEB
Puntualizzazione: i riformatori non esistono più. Esiste l'imputabilità o la non imputabilità.. vi sono moltissime iniziative di prevenzione ma raggiungere i ragazzini in tempo utile è molto difficile così si perpetuano di generazione in generazione: povertà, ignoranza, pregiudizio sui quali si innescano attività illegali o criminali. Thanks.
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