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Post n°6937 pubblicato il 22 Novembre 2012 da psicologiaforense
Giorgio Gaber, nome d'arte di Giorgio Gaberscik (Milano, 25 gennaio1939 – Montemagno di Camaiore 1º gennaio 2003), è stato un cantautore, commediografo, regista teatrale e attore teatrale e cinematografico italiano. Affettuosamente chiamato "Il Signor G" dai suoi estimatori, è stato anche un chitarrista di vaglia, tra i primi interpreti del rock and roll italiano (tra il 1958 e il 1960).......
LA FEDE LAICA DI GIORGIO GABER Quel sorridente chansonnier nascosto nel signor G ![](http://spazioinwind.libero.it/giorgiogaber/images/logo.jpg)
Sono trascorsi 10 anni dalla scomparsa di Giorgio Gaber e io continuo a trovare eccellenti tutti i suoi testi anche perché vi è in essi una straordinaria lezione di poesia. Oggi, alla vigilia delle primarie del PD, mi ritorna alla memoria un suo testo recitato con accompagnamento: “QUALCUNO ERA COMUNISTA”: “Qualcuno era comunista perchè era ricco ma amava il popolo / Qualcuno era comunista perchè beveva il vino e si commuoveva alla feste popolari / Qualcuno era comunista perchè era talmente affascinato dagli operai che voleva essere uno di loro /Qualcuno era comunista perchè non ne poteva più di fare l'operaio / Qualcuno era comunista perchè si sentiva la necessità di una morale diversa”. Vado ancora un po’ a memoria, ricordando un altro testo, non tra i più famosi: “Non mi piace la finta allegria / non sopporto neanche le cene in compagnia / e coi giovani sono intransigente / di certe mode, canzoni e trasgressioni / non me ne frega niente”. Credo che Gaber ci abbia dato una gran bella lezione di autenticità, di fastidio per un apparire che prevale sull'essere. Una lezione che pochi hanno raccolto, in effetti. Ma non per questo, stiamone certi, Giorgio Gaber “ha perso” la sua partita. Tutt'altro. ![](http://www.gruppolaico.it/wp/wp-content/uploads/2011/02/gg.jpg)
Commenti al Post:
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martinatorres il 22/11/12 alle 15:51 via WEB
Un post che mi ha commossa! Dopo i primi 45 giri, Gaber raggiunge il successo nel 1960 con il lento Non arrossire; nello stesso anno incide la sua canzone più conosciuta tra quelle del primo periodo, La ballata del Cerutti, con il testo dello scrittore Umberto Simonetta. L'anno prima ha conosciuto Sandro Luporini, pittore viareggino, che diventerà il coautore di tutta la sua produzione musicale e teatrale più significativa. Tra le prime canzoni scritte insieme, Così felice e Barbera e champagne. Durante gli anni '60 la maggior parte delle canzoni di maggior successo sono scritte da Simonetta: Trani a gogò (1962), Goganga, Porta Romana (1963), che fruttano a Gaber molte apparizioni televisive.
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davidbarzi il 22/11/12 alle 17:19 via WEB
«La liberta' non e' uno spazio libero. Liberta' e' partecipazione» CIAO GIORGIO!
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eugeniobrambilla il 22/11/12 alle 15:54 via WEB
LEGGENDO IL TUO POST mi sono sorpreso a canticchiare alcune delle sue canzoni. Porta Romana Bella, la Ballata del Cerutti, Barbera&Champagne, Torpedo Blu e perfino «'A Pizza» portata ad un festival di Napoli e cantata, se non sbaglio, con Aurelio Fierro. Mi e' venuta in mente quella Milano, degli anni '60, il Derby, la nebbia, il giovane Beppe Viola che passava le notti alla pasticcera Gattullo in Porta Ludovica. Forse e' solo una struggente nostalgia per gli anni della giovinezza, quando bastava un niente per divertirsi, il Naviglio era la nostra Senna e Porta Romana era davvero bella. Ma e' anche nostalgia per quella Milano creativa, fantasiosa, eccentrica e umanissima, che non andrebbe ricordata solo quando uno dei protagonisti se ne va.
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Zara1115 il 22/11/12 alle 16:25 via WEB
IL Cerutti Gino - «ma lo chiamavan drago» - era, in fondo, una specie di autoritratto, suo e degli italiani: anche GABER, come tanti, amava essere elegante, garbato, svogliato, piacente, originale, dandy, vezzeggiato, individualista. Quando fa le sue prime apparizioni televisive, cantando e sceneggiando con Maria Monti testi surreali, che lasciano sconcertato il quieto pubblico di Sanremo, del Musichiere e di Lascia o raddoppia?; quando spiega Com'e' bella la citta' ai ragazzi della via Gluck; quando dal palco invita a cantare che liberta' e' partecipazione; quando da' addosso, sia pure con il fioretto della satira, ai socialisti tangentisti; quando s'interroga sardonico e scettico su cosa resti della destra e cosa resti della sinistra; sempre GIORGIO GABER disegna la sfavillante parabola di un folletto anarchico che rompe con la sua contagiosa allegria gli schemi convenzionali della musica e della cultura.
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VER.ONICA il 22/11/12 alle 16:39 via WEB
Già segnato dalla malattia, Gaber compare nello stesso anno nel programma 125 milioni di caz..te di e con il vecchio amico Adriano Celentano, insieme ad Antonio Albanese, Dario Fo, Enzo Jannacci e lo stesso Celentano in una surreale partita a carte: i cinque cantano insieme "Ho visto un re".
Inizia la lavorazione del nuovo disco, Io non mi sento italiano, che però viene pubblicato postumo: da tempo malato di cancro, si spegne nel pomeriggio del giorno di Capodanno del 2003 nella sua casa di campagna a Montemagno, località in provincia di Lucca. Il corpo riposa nel famedio del Cimitero Monumentale di Milano, come voluto dalla moglie Ombretta Colli.
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camillomosconi il 22/11/12 alle 15:56 via WEB
Non so se GABER era o si considerava di sinistra, ma ricordo che quando la moglie Ombretta Colli si era candidata per Forza Italia da sinistra in molti l'hanno criticato. L'avevano messo, o si era ritrovato, a sinistra. Da anni non andava piu' a votare e certo non era di Forza Italia. Riguardo a sua moglie disse: «Lei fa le sue scelte, e' una brava persona, fa delle cose buone, si batte per gli anziani, contro l'inquinamento. Io la conosco, conosco la sua buona fede, le voglio bene». E' rispetto. Merce rara, a quanto pare. Soprattutto in politica.
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elenacrippamarchesi il 22/11/12 alle 18:58 via WEB
Alle manifestazioni che la Fondazione ha organizzato in questi anni hanno partecipato 200 artisti
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martinagadaleta il 22/11/12 alle 16:01 via WEB
Ai funerali di GIORGIO l'unico politico presente era Silvio Berlusconi. Della sinistra istituzionale mancavano tutti.
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biancopaparella il 22/11/12 alle 17:23 via WEB
Sento la mancanza, in questi tempi così difficili, della lucida ed inimitabile ironia di Gaber
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recchialattanzio il 22/11/12 alle 16:03 via WEB
Prima c'è la poesia... tutto il resto è GABER
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Zara1115 il 22/11/12 alle 16:26 via WEB
Dai vetri infranti delle sue provocazioni, entrava ogni volta un soffio d'aria fresca, che rigenerava il clima un po' avvizzito del paese istituzionale, della Tv di Stato, della cultura ufficiale, dei festival e delle kermesse. Si deve essere grati al Signor G di quelle sue scorribande trasgressive, sempre con l'apparenza - sara' stato per via della sua naturale eleganza - di dire le cose che ci si dice al bar, senza veramente troppa importanza, un po' per ridere, un po' per non piangere: ci hanno offerto il cote' lieve di piccole rivoluzioni, che hanno contribuito a cambiare il costume senza shock.
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brunolorusso il 22/11/12 alle 16:06 via WEB
tra i piu' grandi della musica leggera: GIORGIO GABER, Gino Paoli, Ornella Vanoni, Luigi Tenco, Enzo Jannacci, Lucio Battisti, Francesco De Gregori, Fabrizio De Andre', Gianna Nannini e Paolo Conte.
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VER.ONICA il 22/11/12 alle 16:40 via WEB
Era l'italiano vero della contestazione, che soprattutto brontola. L'italiano piu' curioso della novita' che ribelle al sistema. Percio', alla fine, e' riuscito realmente se non a cambiare il costume, a farci accettare i cambiamenti con un sorriso.
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Zara1115 il 22/11/12 alle 16:27 via WEB
D'altronde GABER non affondava mai troppo i colpi. Non scendeva in campo. Non e' stato un militante. Non si sporcava le mani, come invece hanno fatto Dario Fo o Enzo Jannacci, suoi amici e compagni di avventura (che certe volte il loro pubblico lo prendevano a calci). Non era nel suo stile schierarsi. Infatti in un paese che tende a dividersi su quasi tutto - fra democristiani o comunisti, colpevolisti o innocentisti, bartaliani o coppiani, melodici e urlatori - il folletto e' riuscito a farsi benvolere a destra e a sinistra, dai giovani e dai vecchi.
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VER.ONICA il 22/11/12 alle 16:45 via WEB
Per me, amante della musica rock, è molto triste pensare che non ci sono più Joe Strummer e GIORGIO GABER. Gli eroi se ne vanno, e come se non bastasse i quaquaraquà godono di ottima salute. Quando muore un grande artista, ci si domanda che cosa resterà di lui, del suo lavoro. Speriamo tutto, anche se sappiamo bene che l'oblio è sempre in agguato, e provate un po' a chiedere a un ragazzino chi era Jimi Hendrix.
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VER.ONICA il 22/11/12 alle 16:50 via WEB
Questo post e i relativi commenti sono un vero Omaggio a GIORGIO GABER
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flavianotarnicola il 22/11/12 alle 17:26 via WEB
Giorgio Gaber, uno dei grandi protagonisti della cultura contemporanea italiana
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maraciccia il 22/11/12 alle 18:37 via WEB
MA COME E' GRANDE LA CITTA'...sera principessa...piaceva molto anche a me il signor G
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patriziofumagalli il 22/11/12 alle 18:55 via WEB
Il mega tributo a Giorgio Gaber ("io ci sono", un triplo cd con la partecipazione di cinquanta artisti diversi che riprendono il suo repertorio e un doppio dvd di rarità) è solo l'inizio di una serie di celebrazioni che ricordano gli ormai prossimi dieci anni dalla scomparsa del cantante-autore-attore. A curare queste celebrazioni la Fondazione Gaber, che da anni si occupa della sua eredità artistica curando fra le altre cose il Festival Gaber, e naturalmente la figlia Dalia. La scorsa settimana si e tenuto un incontro ufficiale alla presenza del sindaco di Milano, la città di Gaber, che ha promesso che il Comune sarà protagonista anch'esso in questa serie di celebrazioni che avranno la loro punta i primi di gennaio del 2013, quando cade il decennale esatto della scomparsa
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ferrarioretta il 22/11/12 alle 19:17 via WEB
BUONASERA GIULIANA:)))))))))
Tutto bene,ero al lavoro..
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ferrarioretta il 22/11/12 alle 19:20 via WEB
Gaber..mitico e unico,direi..mai sconfessato quello in cui credeva,fino all'ultimo..
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