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Post n°6977 pubblicato il 04 Dicembre 2012 da psicologiaforense
LA PAURA E LA SPERANZA ![](http://curiosando708090.altervista.org/wp-content/uploads/2011/05/austerity2.jpg) COME si dimentica in fretta! Il 1973/74 dell' “austerity”, dell ' emergenza, della crisi monetaria e della crisi energetica. L ' inflazione galoppava all' 11% e oltre, il mercato dei cambi restò chiuso per diciassette giorni a marzo, il presidente del Consiglio Rumor parlava di baratri e di abissi. Circolava un' ansia da fine del mondo. Il due dicembre 1973, domenica, Tutte le automobili private restarono ferme. La circolazione domenicale era proibita. Il week end fuori città diventò un ricordo. Il riscaldamento venne limitato: tornarono i geloni, i manicotti, le borse per l' acqua calda. La Tv si spegneva alle 22. 45; l' orario di chiusura dei locali pubblici venne anticipato a mezzanotte. I lavoratori di discoteche e di night club protestavano vivacemente, le spogliarelliste levavano cartelli con su scritto “Fateci lavorare a lume di candela”, “Ci spoglieremo in piazza”, “Abbasso gli sceicchi”. Quella vecchia crisi fu relativamente breve terminò quasi repentinamente. Stavolta i tempi per uscire dalla crisi saranno lunghi, molto lunghi e la risalita durerà molto. Quanto ci abbiamo messo a cadere così in basso? Ci vorrà altrettanto, ed è inutile cercare alibi: la colpa non è dei tedeschi, siamo noi a non essere capaci di fare come loro. Nel 1973/74 c' era una fiducia che oggi non c' è. Adesso la crisi del Paese ha alzato, impietosamente, molti veli, scoperto molte situazioni. Per riguadagnarsi la fiducia indispensabile a venirne fuori ci vuole una svolta politica vera, un cambiamento vero.
Commenti al Post:
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martinarusso il 04/12/12 alle 16:20 via WEB
Ricordo perfettamente! Il governo decretò un deposito del 50% sulle importazioni, vietò l' esportazione di più di mezzo milione in valuta straniera. Si risparmiava la luce, si tesaurizzavano spaghi e turaccioli. La carne, quasi tutta importata, veniva venduta soltanto tre volte la settimana.
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barnababellomo il 04/12/12 alle 17:08 via WEB
Allora la crisi più economica che finanziaria colpiva nello stesso modo tutti i Paesi industrializzati; adesso noi stiamo peggio degli altri. Allora l' Italia non era a tal punto indebitata con se stessa e con l' estero; adesso gli enormi debiti dello Stato e gli interessi sui debiti non possono essere pagati che attraverso altri debiti oppure prendendo i soldi ai cittadini.
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greeninside il 04/12/12 alle 16:17 via WEB
Del 1973 so poco. Non ero nata. Ma OGGI la pianta della speranza non può nascere solo sul terreno dell'economia, ma su quello della moralizzazione e del governo degli onesti.
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leonedifoggia il 04/12/12 alle 16:23 via WEB
L' unico boom era nel 1973 quello della bicicletta e dei manuali di cucina povera
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carmelapaparella il 04/12/12 alle 18:04 via WEB
Il dato essenziale nel 1973 era il tasso crescente d' inflazione con andamento galoppante che portò al 20% la perdita di potere d' acquisto dei lavoratori.
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greeninside il 04/12/12 alle 16:18 via WEB
La dimensione della crisi è tale che il contributo per risolverla dev' essere di tutti: ma deve essere anche equo. Oggi non lo è.
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xconcetta il 04/12/12 alle 16:28 via WEB
Questo capitalismo è in crisi. È sotto gli occhi di tutti. Il debito pubblico è alle stelle, non solo in Francia o in Italia, dove siamo abituati a sentircelo dire, ma anche negli USA e perfino in Cina. Sì, proprio quella Cina che da traino dell'economia mondiale rischia ora la recessione, a causa di una bolla immobiliare pronta a esplodere e le cui dimensioni saranno ancora più grandi di quella americana che è stata all'origine dello tsunami dei mutui subprime.
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biancorizzinitti il 04/12/12 alle 17:11 via WEB
La crisi italiana oggi è per molti aspetti una crisi di fiducia. Bisogna riprendere a consumare e lo si può fare se tolgono un po' di tasse da tredicesima e stipendi
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Scilli65 il 04/12/12 alle 16:18 via WEB
Leggendo il tuo post ritornavo indietro negli anni, ma all'epoca eravamo tutti un pò più genuini, sapevamo fare sacrifici, le informazioni che ci venivano date erano quasi esclusivamente quelle del tg, la crisi c'era, ma il cittadino medio non la sentiva direttamente.
La differenza dove stava?
All'epoca c'era la crisi con l'estero, la difficoltà di poter acquistare vista la nostra lira molto indebolita; di contro all'interno ancora ancora ci si poteva stare ed il lavoro - anche solo quello del capofamiglia - riusciva a sostenere le spese di una famiglia normale.
Oggi la crisi non è con l'estero, ma bensì all'interno. Ormai ci siamo incartati in questa rincorsa allo spender meno, al chiudere negozi, fabbriche e botteghe, a dichiarare il dissesto di qualunque cosa.
Oggi è difficile lavorare perchè ciò che si produce non si vende nel mercato interno che si è bloccato anche e soprattutto perchè sembra che oltre ai disoccupati ci siano solo lavoratori in attesa dell'imminente disoccupazione.
Certo mi dispiace che ciò sia ritenuta una cura e che questa cura sia dettata dai bocconiani - forse era meglio qualche alunno dell'università di Enna - almeno non avremmo infangato l'università Bocconi.
Si parla di svolta politica, quella vera. Certo l'esigenza è tanta, ma i politici sono politici, ossia gente che parla parla, ma che all'atto pratico non sanno nulla di nulla.
Occorrono professionisti, occorrono amministratori, occorrono persone serie e corrette messe al posto giusto senza l'intromissione della politica.
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xconcetta il 04/12/12 alle 16:26 via WEB
TUTTI s' interrogavano: sarà dura quanto la crisi del 1929?
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saveriocassano il 04/12/12 alle 17:06 via WEB
Eppure ci si divertiva. Niente auto. Città a completa disposizione. Canti per le strade, bambini che andavano scorazzando liberi. Che bei ricordi
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xconcetta il 04/12/12 alle 16:30 via WEB
Svegliatevi! Perché l'austerità non può essere la risposta alla crisi.
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gentilecolonna il 04/12/12 alle 17:16 via WEB
Abbiamo i cellulari ma non abbiamo più i bambini. In un mondo rovesciato, oggi il superfluo costa meno del necessario. Vai a Londra con 20 euro, ma per fare la spesa al supermercato te ne servono almeno 40. Sale il costo della vita, dal pane alle bollette; stiamo consumando le risorse del pianeta; e dal mondo non vengono segnali di pace.
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clementemiccolis il 04/12/12 alle 17:18 via WEB
Nel 1973 “la civiltà dei consumi è finita”, si diceva, “il capitalismo divora i suoi figli”.
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ferrarioretta il 04/12/12 alle 18:41 via WEB
Sono stata sequestrata...da stamattina...no comment!
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ferrarioretta il 04/12/12 alle 18:47 via WEB
Per quanto riguarda il post...sono 23 ANNI ..esatti a giugno..che vivo in Austerity,sinceramente non mi fa paura,per me..ma per i miei cari e le loro esigenze..e per i tanti che in questi anni hanno vissuto sereni e tranquilli e ...anche un pò..incoscienti..
Non è assolutamente un discosro dettato dal PIACERE di vedere tante persone stralunate e angosciate,non mi diverto quando il mio prossimo sta male..al contrario,perchè so quanto può diventare duro affrontare una realtà che di giorno in giorno peggiora...
E il belo deve ancora accadere..
Tremo per i miei figli e nipoti..ho dei limiti..questo mi fa paura..
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psicologiaforense il 04/12/12 alle 18:41 via WEB
CIAO ORETTA:-))))))))))))))) Sei arrivata sana e salva anche questa sera? Eheheheheheh
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ferrarioretta il 04/12/12 alle 18:49 via WEB
GIULIANAA:)))))))))))Ma cosa vuoi che mi faccia la crisi??Io non la conosco,dal lato lavoro...giusto oggi,mi hanno chiesto le ultime ore che avevo libere...ihihihihihihhi..ma col pc,ho preteso..ahahhaah
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psicologiaforense il 04/12/12 alle 18:44 via WEB
Dove eri, cosa facevi e specialmente con CHI stavi domenica due dicembre 1973 ?
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ferrarioretta il 04/12/12 alle 18:55 via WEB
Te lo dico subito:Cristina è nata a settembre 1972..quindi ero impegnata con lei..e i due fratelli che avevano rispettivamente :Sabrina 3 anni e mezzo, Alessandro 2 anni e mezzo..
Dunque fai te!
Paolo,non aveva un lavoro fisso,perchè non aveva ancora ricevuto il CONGEDO ,sai allora con i figli non facevi il militare..
Ma siamo sopravissuti,con tanti sacrifici,CHE NON RACCONTO...eravamo giovani e venivamo da famiglie benestanti,ma la nostra educazione era stat imporntat a questo detto:2SAI COME NASCI,MA NON COME MUORI!"
OGGI....non li crescono così..e questo è il guaio..
Sacrifici gente..e ce la FAREMO! FORZA!
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lucionotarnicola il 04/12/12 alle 19:13 via WEB
Ho nostalgia di quelle domeniche senza auto passate in famiglia e con gli amici come fossimo i padroni della città
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savinobellantuono il 04/12/12 alle 19:19 via WEB
il sospetto maligno che governi, sindacati, politici, amministratori non facciano gli interessi della gente comune una volta serpeggiava ADERSSO E' UNA CERTEZZA!
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psicologiaforense il 04/12/12 alle 19:44 via WEB
Purtroppo il governo "TECNICO" (si fa per dire...) presta ascolto alle società finanziarie e ai potenti ben più che ai cittadini. In questo modo continua a perpetuare le stesse "ricette" aggravando la situazione perché intanto precarietà e disoccupazione aumentano - e precari e disoccupati non possono certo contribuire né al pil né alla crescita.
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maraciccia il 04/12/12 alle 21:40 via WEB
un'oraaaaa...per un commento!...VIVA LE BICIII
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