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Post n°7045 pubblicato il 25 Dicembre 2012 da psicologiaforense
Fra tradizione e modernità, consumismo e nuove povertà, il Natale mette in luce ogni anno le contraddizioni e i paradossi della contemporaneità: la luce calda dei centri storici parati a festa e l'emarginazione degli indigenti, la corsa all'acquisto e la solitudine degli ultimi, la retorica dei buoni sentimenti e i tanti gesti nascosti ma concreti di solidarietà.....
SE NON E' DI TUTTI NON E' NATALE
NATALE 2012. Come sempre, siamo inondati da inviti alla bontà. E' giusto che vi sia almeno un periodo nell'anno in cui la nostra sensibilità ad aiutare chi sta peggio sia particolarmente sollecitata. Ma dovremmo essere colti, o almeno lambiti da un pensiero: e gli altri periodi dell'anno? Cessano le esigenze? Si modificano le situazioni? O dobbiamo aspettare il Natale successivo per riprovare sentimenti che appunto diciamo «natalizi»? E, nel frattempo, le situazioni sono magari peggiorate: le distanze tra ricchi e poveri aumentate: tragedie come guerre, migrazioni forzate, epidemie devastanti, spaventosamente accresciute. Allora? Come apprestarci al Natale? Come farne un periodo di più risoluta, reale partecipazione alla «bontà» che simbolicamente lo contraddistingue? Se il simbolo del Natale è un Bambino, cominciamo dai bambini. Perchè, ad esempio, non impegnarci a tutela dei bimbi? Non è nell'infanzia che si trovano allo stato puro sentimenti di confidenza nella vita? Di serenità e dolcezza, sognante e sorridente? Non accomuna, questa confidenza-fiducia, tutti i bambini del mondo?
Commenti al Post:
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martalafortezza il 25/12/12 alle 14:28 via WEB
Auguri. Ottima riflessione e faccio mia la tua domanda: " A NATALE SIAMO TUTTI PIÙ BUONI... E PERCHÈ NON TUTTO L'ANNO?"
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orlandolippolis il 25/12/12 alle 14:31 via WEB
Non è più il Natale di una volta, vien facile dire osservando luminarie che richiamano feste paesane o luna park, più che non il significato di un bambino che nasce povero pur essendo inviato a redimere il mondo. E tuttavia è sempre arduo giudicare le coscienze. Potrebbe darsi che proprio questo stravolgimento del senso del Natale faccia scattare nelle coscienze (poche? tante?) quella «fame di pace e di giustizia» che porti le persone, donne e uomini «di buona volontà» al senso precipuamente natalizio, che è quello del convivere. E che è da estendere, laicamente, all'intera famiglia umana. Senza violenza, guerre, sopraffazioni.
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VER.ONICA il 25/12/12 alle 14:43 via WEB
NATALE è anche la festa di quanti, anche senza riconoscere in quel figlio di un'umile coppia di Nazaret il figlio di Dio, perseguono vie di pace, di riconciliazione, di perdono per vivere insieme nella solidarietà e rendere così questo mondo migliore e più abitabile. «Uomini di buona volontà» sono quelli che non si abituano al male della guerra, del terrore, della violenza, quelli che non accettano di vedere nell'altro, nel diverso un nemico, quelli che non si sottraggono alle esigenze dell'amore e della comunione, quelli che senza ostentazione sanno perdonare e vorrebbero che il perdono non fosse solo una disposizione personale ma diventasse anche una prassi collettiva, politica.
(Rispondi)
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nicolaferrazzano il 25/12/12 alle 14:29 via WEB
IL "grido" del Papa andava in questa stessa direzione. UN AUGURIO MOLTO PARTICOLARE PER TE
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paoloannecchino il 25/12/12 alle 14:37 via WEB
Io sono senior. Il Natale di 60 anni fa portava doni miserelli. Ma che incanto! Che soddisfazione! Con un giocattolino, un paio di calze o di guantini nuovi c'erano sempre alcuni mandarini. Erano ghiottoneria, all'epoca. Quando si aprivano arance o mandarini, in famiglia o la sera nella stalla, venivano suddivisi, uno o due spicchi ciascuno. Il mattino di Natale invece potevano essere mangiati tutti interi, uno dopo l'altro, dopo essere stati mostrati a lungo in giro. Intepiditi dal calore della mano e dall'esultanza del cuore, che dolcezza e che bontà, quei pochi mandarini!
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Zara1115 il 25/12/12 alle 14:54 via WEB
PERCHE' nel mondo c'è tanta sofferenza? Perchè esiste il Male? Di chi è la colpa? Quale ne è la causa? Domande eterne, valide per un laico come per un uomo di fede. Domande che si ripropongono alla nostra attenzione con particolare forza a NATALE e a PASQUA oppure in caso di eventi catastrofici, non importa se siano protagoniste la Natura o la Storia.
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pasqualecarrozzo il 25/12/12 alle 14:33 via WEB
Questo detto in termini di laicità, in quel contesto storico-culturale, e quindi sociale, che nel nostro ambito di civiltà «occidentale» vede un atteggiarsi «natalizio» degli animi, indipendentemente dalla pratica di confessioni religiose.
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stevelacaste il 25/12/12 alle 14:42 via WEB
Chi l'ha detto che a Natale siamo tutti più buoni? Tanta ipocrisia....e basta!!!
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Zara1115 il 25/12/12 alle 15:04 via WEB
E io condanno il mondo ipocrita. E soprattutto mi vanno di traverso i venti d'IPOCRISIA che si sono levati da più parti del mondo durante queste festività natalizie. Penso ad esempio al DRAMMA DELLA SIRIA. . Perché ipocrisia? Perché le vere contraddizioni non sono là,in quella terra martoriata, ma nella politica internazionale.E nei Potenti del mondo che per convenienze politico-economico-finanziarie fanno come le tre scimmiette: NON VEDO, NON SENTO, NON PARLO
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ferrarioretta il 25/12/12 alle 19:53 via WEB
Già perchè molti sono indifferenti a tante situazioni ?
Anche se in molti casi estremi non possiamo fare nulla,in altri..magari potremmo interessarci di tante situazioni,senza andare lontano,in casa nostra in Italia..
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maraciccia il 26/12/12 alle 23:16 via WEB
sarebbe meglio esserlo sempre infatti...ma abbiamo i nostri limiti...purtroppo.
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