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RIFLESSIONE, ATTUALITA', VITA, 2013, OLTRE IL MOBBING, STRAINING, STALKING, ALTRE PERSECUZIONI, FAMOLO STRAINING

Post n°7205 pubblicato il 23 Febbraio 2013 da psicologiaforense

Oggi le vecchie forme di  mobbing,.... sembrano quasi "innocenti", in periodo di crisi globale, infatti, ci si spinge molto oltre con le persecuzioni e le conflittualità sul posto di lavoro ....  alcune già note e dibattute come lo stress occupazionale e le molestie sessuali, altre solo recentemente teorizzate come lo stalking; altre ancora, come lo straining e lo stalking occupazionale.......  

FAMOLO... STRAINING

NON è possibile vivere senza stress. È il sale della vita. Ma come il sale, quando è troppo può far male. L'ambiente di lavoro è quello che più espone allo stress cronico. Oltre ai classici motivi (lavoro ripetitivo; troppo facile rispetto alle proprie capacità e aspettative; troppo pensate e impegnativo, al limite delle capacità di adattamento; mancanza di riconoscimenti e di carriera; scavalcamenti da parte di colleghi meno meritevoli; pendolarismo etc.) da tempo se ne sono  aggiunti  altri,  più subdoli e devastanti, che stanno assumendo proporzioni preoccupanti come lo straining e lo stalking occupazionale. Tutto è cominciato con   il «mobbing»: ovvero lo stress da persecuzione psicologica sul posto di lavoro. Il termine proviene dall'inglese «to mob», attaccare, usato in etologia per descrivere il comportamento degli uccelli che per difendere il nido volano attorno all'aggressore. Negli Anni 80 si è iniziato a usarlo per indicare gli attacchi da parte di colleghi o dei datori di lavoro (in questo caso detto anche «bossing») sotto le forme più varie: emarginazione, diffusione di maldicenze, continue critiche, assegnazione di compiti dequalificanti, eccessive richieste, compromissione dell'immagine sociale, molestie sessuali. Lo scopo è sempre lo stesso, quello di eliminare una persona divenuta «scomoda», per ragioni di concorrenza, gelosia, invidia, antipatia, distruggendola psicologicamente e socialmente, in modo da provocarne il licenziamento o, meglio ancora, da indurla alle dimissioni e alla fuga.

 
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tilliprisco il 23/02/13 alle 21:21 via WEB
Per le angherie dei colleghi ci si può anche uccidere
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Utente non iscritto alla Community di Libero
brunorussolongo il 23/02/13 alle 21:28 via WEB
Spesso licenziarsi e' l'unica salvezza
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VER.ONICA
VER.ONICA il 23/02/13 alle 21:41 via WEB
RICERCA MANAGERITALIA-DOXA SU UN CAMPIONE DI 750 PERSONE Un italiano su due esposto al mobbing sui luoghi di lavoro La meta' lo subisce senza reagire I social network lo favoriscono
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
martinagiagnorio il 23/02/13 alle 21:23 via WEB
Si chiama MOBBING, dal verbo inglese to mob che significa assalire. Ma si legge ansia, depressione, suicidio. Effetti devastanti dovuti al terrorismo psicologico sui luoghi di lavoro. In Italia colpisce il 4,2% dei lavoratori. Ma questo non e' il Paese di Bengodi, semplicemente i dati che abbiamo sono inattendibili per difetto. E' la punta dell'iceberg
(Rispondi)
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
mariellamuraglia il 23/02/13 alle 21:32 via WEB
Il mobbing colpisce ovunque: in ufficio come in fabbrica Ma le Vittime sono soprattutto le donne. Chissà perchè?
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VER.ONICA
VER.ONICA il 23/02/13 alle 21:41 via WEB
Che ci sia tutti lo dicono, che cosa sia e quanto sia diffuso pochi lo sanno, anche se molti ne sono interessati. Il MOBBING, le prepotenze e le violenze sul fronte del lavoro, coinvolge oltre la meta' degli italiani, che negli ultimi tre anni ne sono stati esposti in via diretta o indiretta: il 16% lo ha subi'to di persona, il restante 39% ne e' venuto a conoscenza da colleghi, parenti, amici e conoscenti che lo hanno a loro volta subi'to. E' questo il drammatico risultato di una ricerca sul MOBBING in Italia, condotta da Duepuntozero Research (Gruppo Doxa) per Manageritalia con oltre 750 interviste su un campione rappresentativo della popolazione italiana adulta con accesso ad Internet. Umiliati e offesi
(Rispondi)
 
 
 
 
VER.ONICA
VER.ONICA il 23/02/13 alle 21:42 via WEB
Queste pratiche sembrano aumentate in periodo di crisi, anche se il fenomeno e' spesso sommerso da fenomeni piu' pressanti, come la perdita del lavoro. L'indagine fa emergere che spesso la prepotenza e' nascosta da comportamenti soft (abusi psicologici, umiliazioni e maldicenze) e la tendenza dei mobbizzati e' quella di subire senza reagire, come peraltro dichiarano farebbero anche tutti quelli che mobbizzati non sono.
(Rispondi) (Vedi gli altri 1 commenti )
 
 
 
 
VER.ONICA
VER.ONICA il 23/02/13 alle 21:43 via WEB
Il MOBBING si manifesta spesso in modo «laterale»: ha subi'to abusi psicologici, umiliazioni e maldicenze circa la meta' del campione. Via Internet La maggioranza pensa che Internet favorisca il MOBBING, con limiti o divieti al suo uso da parte del mobbizzato o mettendolo in cattiva luce sulla rete. Tre italiani su quattro ritengono che le nuove tecnologie possano favorire la diffusione di tale comportamento.
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Utente non iscritto alla Community di Libero
marinobonasia il 23/02/13 alle 21:25 via WEB
Non ci nascondiamo dietro un dito! "Il MOBBING non è quasi mai visibile. Spesso c'e' la parola di un sottoposto contro quella del collega o di un dirigente. A quel punto vince chi può permettersi l'avvocato migliore!
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Utente non iscritto alla Community di Libero
bicerusso il 23/02/13 alle 21:35 via WEB
In tempi di crisi è ovvio che si ricorra sempre più spesso al MOBBING, che consiste, come e' noto, nel vessare il dipendente con diversi metodi di violenza psicologica o addirittura fisica, al fine di indurlo ad abbandonare il posto lavorativo, senza ricorrere al licenziamento. ALTRIMENTI COME TE NE LIBERI? Ci vogliono anni di cause di lavoro!
(Rispondi)
 
 
VER.ONICA
VER.ONICA il 23/02/13 alle 21:43 via WEB
Coi social network vengono usate tecniche vessatorie per mettere in cattiva luce il mobbizzato anche ad esterni (per il 51% degli intervistati). Senza reagire Nonostante cio', spesso il mobbizzato tende a subi're e non trova la forza di reagire. Circa la meta' dei mobbizzati (47%) fa finta di niente e continua a lavorare. Solo il 17% si e' rivolto ad un'associazione, a un sindacato o ad un avvocato (16%). Le vittime Tra le vittime a maggior rischio di MOBBING, gli intervistati mettono i lavoratori comuni, quadri, impiegati e operai (64%).
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
valentinapalladino il 23/02/13 alle 21:27 via WEB
Dovrebbe essere innanzitutto delle aziende l'impegno maggiore per combattere il MOBBING. E i suoi costi: sia per le ore di malattia perse, sia per il calo di rendimento che arriva ad oltre l'80% delle capacità lavorative.Te l'assicuro io che so di cosa parlo
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Utente non iscritto alla Community di Libero
carlomariaguadalupi il 23/02/13 alle 21:37 via WEB
Nella Ditta dove lavoro hanno messa la scrivania e la sedia del dipendente "scomodo" in mezzo al piazzale. Il soggetto ha tenuto duro ma poi è stato stroncato da un infarto
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VER.ONICA
VER.ONICA il 23/02/13 alle 21:44 via WEB
Una spia di particolare pericolo poi viene accesa sui dirigenti over 40 (32%) e sulle donne in fase di rientro dalla maternita' (30,2%). Piu' dialogo «C'e' bisogno di capire meglio il fenomeno - afferma Marisa Montegiove, vicepresidente di Manageritalia e coordinatrice del Gruppo Donne Manager - che negli ultimi anni e' andato avanti in modo pressoche' invisibile. Quando conservare il lavoro e' vitale si sopportano situazioni piu' o meno gravi. Allora bisogna imparare a riconoscere il fenomeno per combatterlo. Poi lavorare perche' il mondo del lavoro sia sempre piu' a misura d'uomo per permettere di trovare il giusto bilanciamento tra produttivita' e benessere dell'individuo. C'e' bisogno di un mercato del lavoro che funzioni meglio, perche' spesso il MOBBING e' il punto d'arrivo di un'inconciliabilita' tra due parti che difficilmente puo' essere sanata. Occorrono strumenti di dialogo, un'economia capace di creare lavoro».
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Ricomincia_da_te
Ricomincia_da_te il 02/07/13 alle 08:18 via WEB
Qualche metodi per resistere e vincere il mobbing al lavoro???
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