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« INCONTRI@MOCI, RELAZION...TUTTO IL BUONO DEI PIPISTRELLI »

LA RIFLESSIONE DELLA SERA, PROPOSTE PER CONVIVERE CON IL CAOS, NON SOCCOMBERE NELL' ETÀ DELL' INCERTEZZA

Post n°7375 pubblicato il 05 Maggio 2013 da psicologiaforense

Ordine e disordine sono più che mai le facce di una stessa medaglia, non siamo più protetti da grandi disegni di salvezza universale, ogni punto di riferimento è effimero, la società appare esplosa, il rischio è la follia, la perdita di sè, inutile la fuga. E allora? Fermiamoci!
 

 

L'INCERTEZZA. LA PAURA DI VIVERE NEL NOSTRO TEMPO

Il Pianeta è entrato in una nuova, lunga fase caratterizzata dall' incertezza. E non solo per quanto riguarda la sfera e la dimensione economica e lavorativa. Sappiamo che è così. E sappiamo anche che chi vuole cercare di convivere con l' incertezza deve assumersi le proprie responsabilità, nelle piccole e nelle grandi vicissitudini della vita quotidiana.  Ma come? Ponendosi in rapporto con le discontinuità emozionali e le imprevedibili variabili che scombinano i progetti, i piani e i percorsi del nostro vivere. Collegarsi con il tempo naturale, cogliere l' interdipendenza delle situazioni, disporsi all' ascolto dell' altro e in egual misura all' ascolto di sè . Ma la lotta totale è contro quella parte di noi stessi che mira all' onnipotenza e che ha invece privato l' essere umano del suo reale potere di scelta. In questo difficile percorso l' autocommiserazione è la vera nemica . Se rinuncia alla pietà per se stesso l' uomo non può più permettersi di essere presuntuoso. Convive con i suoi limiti e le sue qualità. E si assume il rischio di esprimerle, senza pretendere nulla in cambio. È l' armonia degli opposti. L' uomo può non essere a una dimensione: Marcuse è davvero lontano?

 
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Commenti al Post:
ferrarioretta
ferrarioretta il 05/05/13 alle 20:13 via WEB
BUONASERA GIULIANA:)))
(Rispondi)
 
 
ferrarioretta
ferrarioretta il 05/05/13 alle 20:21 via WEB
Malcuse,ma non è quel filosofo alquanto ..pessimista? Scusa,ma non ricordo bene quello che diceva..comunque fermarsi,come dici tu..non tutti lo capiscono ,ne saprebbero farlo,forse..
(Rispondi)
 
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 05/05/13 alle 22:35 via WEB
eheheheh mi riferivo a Herbert Marcuse e nello specifico alla sua opera per me più importante "L'uomo a una dimensione"
(Rispondi)
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
pasquale.mele il 05/05/13 alle 20:36 via WEB
In questo modo ciascuno di noi può attraversare la paura per conviverci e superarla.
(Rispondi)
 
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 05/05/13 alle 22:36 via WEB
L'intento è quello
(Rispondi)
 
 
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 05/05/13 alle 22:38 via WEB
pensa alla " barca a vela" la prima cosa che si impara è accettare l' onda poichè dominarla è impossibile. Del pari bisognerebbe comportarsi con le vicissitudini della vita
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
quinto.dinanno il 05/05/13 alle 20:35 via WEB
Si accentua nel nostro tempo una forma di insicurezza collettiva indotta dalla situazione pericolosa, violenta e incontrollabile in cui si trova una società globale allo sbando, sotto la guida di élite politiche e finanziarie in grave crisi maniacale. Da questa insicurezza, sempre più evidente, hanno origine disagi nel comportamento individuale e collettivo che vale la pena di indagare. La paura delle responsabilità della vita adulta, l'ansia di controllo sulla realtà circostante, la diffidenza verso il prossimo, i rituali ossessivi come garanzia scaramantica, l'angoscia senza apparente motivo, la rimozione della morte, gli attacchi di panico, il culto ridotto a idolatria, il distacco dagli istinti, la violenza senza movente e certe disperate fasi depressive sono solo alcuni diffusi segnali che l'inconscio ci invia per aiutarci a riconoscere la gravita della situazione collettiva. Cambiare forse si può ancora, ma per una trasformazione sociale sembra necessario tenere conto anche di che cosa vuoi dire, dal punto di vista psicologico, quello che sta succedendo a ognuno di noi e nel mondo intero.
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 05/05/13 alle 22:39 via WEB
Perfetto! Ti esprimi in modo ammirevole.
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
elena.dibiase il 05/05/13 alle 20:38 via WEB
Tu inviti a FERMARSI. E' giusto. Lo stop è assenza di movimento. E spesso, il distacco improvviso dal movimento dà la misura della sua reale importanza, che può essere superiore o inferiore a quella di cui siamo consapevoli. Attraverso lo stop possiamo accorgerci dell' inutilità di un' azione o rivalutarne la ragione profonda
(Rispondi)
 
 
ferrarioretta
ferrarioretta il 05/05/13 alle 21:40 via WEB
Difficile ,ma non impossibile..e certamente necessario per sopravvivere..
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 05/05/13 alle 22:44 via WEB
Bravissima! Sapersi fermare è il vero elemento di forza del saggio e di grandi "maître à penser" come Bateson, Morin, il maestro tibetano Chogyam Trungpa, il teosofo Krishnamurti, il chiacchierato Raineesh, ecc...ecc...
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